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Dal 2002 nell'area mercatale di Bologna un sistema di controlli che vogliono copiare anche all'estero

Sicurezza alimentare: a Le Iene il Caab replica con 100mila controlli volontari extra, da 13 anni

Se per la trasmissione televisiva Le Iene esiste un 'caso sicurezza alimentare' nel commercio di frutta e verdura (cfr. FreshPlaza del 13/03/2015), dal Centro Agro Alimentare di Bologna rispondono con il 'caso Caab': 100mila controlli extra all'anno, 3 agronomi specializzati di stanza al mercato e un modello che si vuole imitare anche altrove.


L'ingresso del Caab, il Centro Agro Alimentare di Bologna.

"Dispiace sentir denigrare un intero settore con informazioni fuorvianti per il consumatore – spiega il presidente di Fedagro Mercati e consigliere del Caab, Valentino Di Pisa – non è solo la GDO-grande distribuzione organizzata a fare i controlli (il programma televisivo consigliava, quando possibile, di preferire acquisti nella grande distribuzione, NdA), anzi, molto spesso i loro fornitori sono gli stessi dei mercati all'ingrosso!".

"Gli ultimi dati EFSA dimostrano che su 81mila campioni in Europa il 97,4% è risultato in regola e la percentuale sale al 99,4% se consideriamo i campioni italiani (cfr. FreshPlaza del 16/03/2015). Siamo leader in fatto di sicurezza alimentare". Questo ci porta al Caab di Bologna, 16 aziende grossiste, 5 cooperative che raggruppano 290 aziende e 100 imprese agricole, dove dal 2002 "esiste un sistema di controlli che funziona e che mette insieme in modo originale tutti gli stakeholders: il mercato, i grossisti e gli operatori e l'Usl", commenta Andrea Segrè, presidente del Caab.


Attività al Caab.

In sintesi il 'modello Caab' consta in una serie di controlli aggiuntivi sui prodotti in vendita che, per quanto volontari, vedono la partecipazione di tutti gli operatori. "Normalmente – spiega Duccio Caccioni, direttore Qualità e Marketing del Caab – per ottenere i risultati di un'analisi servono dalle 24 alle 48 ore: troppe per un settore come il nostro, dove la merce arriva e viene commercializzata in giornata. Così dal 2002 abbiamo messo in campo un'azione di prevenzione attraverso campionamenti e analisi quotidiane sulla base di un coefficiente di rischio, A B o C, perché ogni prodotto è diverso. In base a un avanzato database di informazioni sappiamo per esempio che il fico d'india ha un rischio minore perché nella produzione non si usano trattamenti, viceversa per il sedano. Anche le provenienze sono diverse e si portano dietro rischi diversi, ad esempio i limoni argentini sono spesso più carichi di residui di agrofarmaci rispetto a quelli provenienti da altre zone d'importazione".


I controlli extra al Caab, dal 2002 a oggi: in blu il numero di campioni controllati (in migliaia), in arancione quelli risultati non conformi. La linea rappresenta la percentuale di campioni non conformi sul totale analizzato. Si nota dal 2008 un calo dei controlli, dovuto a un'armonizzazione delle normative comunitarie. Clicca qui per consultare il grafico ingrandito. (Fonte Caab)

Da questi controlli extra possono arrivare per i prodotti d'importazione dall'estero dei warning: "un sistema di allerta – continua il direttore Qualità e Marketing del Caab – che diramiamo a tutti gli operatori del mercato se nei controlli individuiamo troppi residui o addirittura principi attivi che sono vietati. Lanciato il warning, le aziende grossiste bloccano le importazioni". L'ultimo caso, l'anno scorso, riguardava pistacchi provenienti dall'Iran e contenenti aflatossine, esattamente come nel 2011, anno del penultimo warning.


Da sinistra a destra: Duccio Caccioni, direttore Qualità e Marketing del Caab, Alessandro Bonfiglioli, direttore generale Caab, Andrea Segrè, presidente Caab e Valentino Di Pisa, direttore Fedagro Mercati.

"Non facciamo analisi a random – chiude Caccioni – ma sappiamo in quale periodo quali sono i prodotti più a rischio e perché, e ci muoviamo di conseguenza, per prevenire. Merito anche della collaborazione dei grossisti che si sottopongono volontariamente e a loro spese a questi controlli aggiuntivi rispetto a quelli previsti dalla legge. E' un sistema virtuoso di collaborazione tipico della realtà di Bologna, che finora ha impedito venisse copiato altrove", e non che non ci si sia provato. Infatti negli ultimi 12 mesi ben dieci delegazioni da strutture mercatali del mondo (Francia, Belgio, Brasile, Cina, Giappone, Stati Uniti tra gli altri) sono venute a Bologna per capire i segreti di questo sistema di controlli, per copiarlo anche a casa loro.


Attività al Caab.

Questo 'modello Caab' fa della struttura bolognese un punto di riferimento a livello europeo e mondiale per la distribuzione all'ingrosso fatta all'insegna della sicurezza alimentare, complice anche la certificazione ISO 9001: Caab è stata la prima in Europa a ottenerla, mentre è l'unica a possedere la certificazione di prodotto rilasciata dall'ente certificatore internazionale Sgs. Nel corso di quest'anno, inoltre, verranno certificati a marchio Caab-Sgs i primi 20 punti di vendita al dettaglio nell'area bolognese: una certificazione di prodotto per garantire il consumatore della qualità igienico-sanitaria e della salubrità dei prodotti. Si tratta di punti vendita altamente specializzati che, per la certificazione, saranno sottoposti almeno a un doppio livello di controlli ispettivi sulla base di parametri qualitativi: il primo, a campione, da parte dell'ente certificatore Sgs, il secondo, una volta all'anno, direttamente da parte del Caab.