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Il Sudafrica potrebbe considerare di interrompere le esportazioni di agrumi verso l'Europa meridionale

Questo mese un gruppo di rappresentanti dal Sudafrica si recherà in visita nelle nazioni europee per valutare le procedure di ispezione disposte per la fitopatia Macchia Nera degli Agrumi (CBS-Citrus Black Spot), una problematica che ogni anno costa al settore almeno 86 milioni di dollari.

Gli esperti sudafricani hanno richiesto di poter visitare gli enti che ispezionano e testano la frutta. "L'anno scorso - spiegano - l'invito alla visita delle strutture di ispezione arrivò da Paesi Bassi e Germania, mentre in Italia e Spagna ci è stato negato l'accesso, cosa che non ha fatto altro che porre inutili dubbi sulle procedure e metodologie usate in questi paesi. Abbiamo pertanto richiesto di poter visitare le strutture quando saremo in Europa nelle prossime settimane".

Tra i rappresentanti ci sarà anche Deon Joubert, inviato speciale per l'accesso al mercato dell'Associazione dei Coltivatori di Agrumi del Sudafrica (CGA). Joubert ha spiegato che la cosa più importante è che si sta migliorando, visto che le intercettazioni di partite di prodotti infetti si sono ridotte a soli 5 casi nel 2014.

Egli ritiene che l'istituto olandese nazionale per la protezione vegetale (NPPO) e il suo braccio ispettivo non abbiano certo fatto favori al Sudafrica, ma anche che siano stati severi con giudizio. A sentire lui, ci si preoccupa piuttosto dell'Europa meridionale, dove sono presenti delle grandi inconsistenze relative a procedure e metodologia di campionatura sui prodotti provenienti dalle nazioni importatrici terze.

Joubert ha confermato il sospetto che in Spagna, Italia e Francia ci sia un intento protezionistico che mette a rischio le esportazioni costanti di agrumi sudafricani in questi paesi. Joubert ritiene che dovrebbe esserci più uniformità nelle ispezioni e nelle procedure di prova per tutte le nazioni importatrici e, se si analizza come i prodotti agrumicoli sono stati trattati all'ingresso, sembra che il Sudafrica abbia ricevuto molta più attenzione (negativa) rispetto ad altre nazioni.

L'associazione CGA si appella anche all'indagine condotta dall'autorità europea EFSA circa il rischio di diffusione del CBS in Europa, che nonostante sia una probabilità, è tuttavia improbabile. Inoltre, l'opinione accademica e le ricerche effettuate in Sudafrica, USA, Australia, Argentina e Brasile sostengono che i frutti non possano essere i vettori della fitopatia e che il fungo non possa sopravvivere nel clima mediterraneo.

Perciò, viste le discordanze in ambito scientifico, bisognerebbe almeno trovare un accordo pratico, concentrarsi sulla riduzione dei rischi concreti per supportare il commercio con gli Stati membri dell'Europa meridionale. Senza provvedimenti del genere, la frutta smetterà di arrivare su questi mercati, cosa che avrà un effetto anche peggiore sui coltivatori e confezionatori di agrumi presenti in queste nazioni, visto che tradizionalmente questi produttori utilizzano gli agrumi sudafricani durante i mesi estivi per proseguire le loro attività.

Secondo Joubert, il sistema di gestione dei rischi in Sudafrica è molto capillare e include le ricadute dei frutteti in cui è stata individuata la problematica del CBS, la spruzzatura e ispezione complete dei frutteti, oltre che indagini e verifiche presso i centri di confezionamento e prima delle esportazioni. Nel 2014, è stato registrato un solo caso di intercettazione per la CBS in tutto il programma di importazione del Sudafrica: questo denota il duro lavoro e la dedizione investiti nella riduzione dei rischi di CBS.

Se non si troverà una soluzione, il Sudafrica dovrà mettere sulla bilancia il rischio di inviare inutilmente agrumi nei mercati meridionali dell'UE. Non è una cosa cui il Sudafrica aspira, ma se la scelta è di perdere il 15% dei volumi sudafricani per sostenere il resto del mercato UE, questa potrebbe essere una soluzione.

Joubert ritiene che Spagna e Sudafrica debbano essere complementari nella fornitura di agrumi di ottima qualità ai consumatori per tutto l'anno su un mercato molto competitivo. Infatti, egli crede che laddove gli agrumi del Sudafrica non saranno fatti entrare in Spagna, queste zone si troveranno in difficoltà peggiori, con conseguente minore lavoro. I coltivatori si incontreranno dall'11 al 12 marzo 2015 in Sudafrica per decidere come procedere.

Testo e traduzione FreshPlaza. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: