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"Operatori sul piede di guerra: "decisione unilaterale a nostre spese"

Ortomercato di Milano: l'orario anticipato di apertura fa scoppiare la polemica

Per il 2015, dal lunedì al sabato, il mercato all'ingrosso di Milano aprirà un'ora prima, non più alle 5, ma alle 4 di mattina; "solo chi vuole", spiega la circolare di fine 2014 della SO.GE.M.I, l'ente gestore del mercato e controllata del Comune di Milano, che ha modificato gli orari d'apertura. Ma l'A.G.O-Associazione Grossisti Ortofrutticoli non ci sta, così oggi, 12 gennaio 2015, tutti i grossisti hanno aperto alle 5, non un minuto prima, in segno di protesta, mentre dalle 3,30 alle 5 ci sono state manifestazioni alle porte d'ingresso del mercato.

Di ragioni per spiegare la propria contrarietà al nuovo orario, l'A.G.O ne porta diverse, tante che per sviscerarle tutte gli sono servite due lettere di protesta scritte rispettivamente il 3 e l'8 gennaio e indirizzate ai vertici del mercato e del Comune. Vediamo in breve le ragioni del 'no' degli standisti.


Foto aerea dell'Ortomercato (Fonte www.mercatomilano.com)

Per prima cosa, si legge nella prima missiva dell'A.G.O, la decisione di anticipare l'orario d'apertura è una violazione delle attuali leggi regionali che vogliono l'orario di attività di vendita compreso tra le 5 e le 24, mercato all'ingrosso compreso.

Ancora si legge che quello di poter fissare gli orari non è un 'potere arbitrario', bensì è funzionale al servizio di pubblica utilità del mercato all'ingrosso e quindi le decisioni devono essere prese nell'interesse degli operatori del mercato; operatori che peraltro si erano già espressi a settembre 2014 circa eventuali nuovi orari di apertura. Allora, solo il 14% degli operatori si era espresso a favore di un'anticipazione degli orari, contro il 35% favorevole a mantenere l'apertura alle 5 e il 51% degli operatori dell'opinione di posticipare l'apertura.

Ma i motivi del 'no' non finiscono qui, perché per l'A.G.O mancano anche i pareri sul nuovo orario d'apertura da parte del Consiglio di Zona, dell'A.S.L e della Polizia Locale, così come manca uno studio sui maggiori costi dovuti alle 6 ore di apertura in più a settimana, costi che - spiega l'associazione dei grossisti - si abbatteranno sugli standisti in forma di aumento dei canoni d'affitto delle piazzole e maggiori costi del personale.


(Fonte www.mercatomilano.com)

Quello dei costi non è roba da poco, perché significa portare l'orario di lavoro dalle 40 ore settimanali che erano a 46. "Secondo i calcoli, per un'azienda piccolo/media - si legge nella seconda lettera di protesta dell'A.G.O - ipotizzando di anticipare di un'ora il costo di due operai e di due impiegati, si avrà un maggior esborso da euro 19.469,20 ad euro 21.501,80".

Infine, anche sul fatto che il nuovo orario d'apertura sia facoltativo, ossia che ogni standista possa decidere se aprire alle 4 o alle 5, piovono critiche. "La sostanziale parziale liberalizzazione dell'orario di apertura - scrive l'associazione dei grossisti - subdolamente introdotta da SO.GE.M.I si traduce con tutta evidenza nel contrario dello spirito di concorrenza, cioè in un obbligo; e abbiamo visto che una maggioranza rilevante degli operatori è contraria". Tradotto: il timore è che, nel caso anche uno solo degli operatori decida di aprire un'ora prima, anche gli altri saranno poi costretti ad adeguarsi pur di non perdere la propria clientela.