
Avete mai immaginato una sveglia talmente "intelligente" che al mattino suona prima del solito per aver rilevato traffico particolarmente intenso lungo il vostro abituale tragitto da casa al lavoro? Ecco, questo è uno degli scenari possibili con l'Internet of Things, le cui possibili applicazioni variano dalla logistica all'infomobilità, fino all'efficienza energetica, alla tutela ambientale e alle applicazioni industriali.
Lo sviluppo dell'IoT è ad oggi quasi un imperativo per le più importanti imprese digitali del pianeta e si stima che entro il 2020 possa raggiungere un fatturato globale di circa 7,1 trilioni di dollari, influenzando i mercati e le abitudini dei consumatori.
Ad esempio, uno dei segmenti che potrebbe ricevere nuovi impulsi dall'IoT è quello degli elettrodomestici di laro consumo. Frigoriferi che controllano il contenuto interno, forni a microonde in grado di analizzare l'apporto calorico e condizionatori in grado di adattarsi automaticamente alle condizioni meteorologiche sono solo alcuni esempi di potenziali innovazioni per la casa.
Non solo. Con un semplice smartphone (oggigiorno il 70,2% dei possessori di un abbonamento di telefonia mobile accede anche al web) potremo controllare a distanza una "casa intelligente" (smart-home: ricordate la domotica?) e implementare il nostro livello di monitoraggio con nuove app e software dedicati.
Infine anche il mercato pubblicitario del mobile, già in forte espansione, potrebbe godere di un'ulteriore accelerazione. La tecnologia da indossare (pensate ai Google Glass) potrebbe infatti rappresentare una nuova e rivoluzionaria piattaforma su cui investire con il digital marketing.
La sfida dell'IoT è stata già raccolta da veri e propri giganti come Google, Apple e Samsung. Un anno fa Big G ha acquisito Nest Labs, azienda californiana che produce dispositivi ipertecnologici per la casa e ha annunciato lo sviluppo di una nuova piattaforma Android per l'elettronica "indossabile". Con il lancio di iOS 8 Apple ha aperto per la prima volta la propria piattaforma a fornitori di terze parti, mentre la scommessa di Samsung si chiama Tizen, un sistema operativo open-source studiato per integrarsi con dispositivi che utilizzano iOS e Android.
I due grandi ostacoli che l'Internet delle Cose è chiamato a superare sono senza dubbio la diffusione, non ancora globale, dell'accesso al web e i rischi connessi alla privacy degli utenti. Al momento, infatti, l'IoT può diventare una realtà solo nelle economie avanzate dotate di forte connettività e senza preoccupazioni di censure statali. E una particolare attenzione, soprattutto dopo i recenti scandali (vedi il furto delle foto dei vip dagli account iCloud), va riservata alla questione relativa alla tutela della privacy, visto che l'utilizzo di più smart device basati sul web potrebbe in teoria mettere ancora più a rischio i dati dei consumatori.