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"Robot, macchine automatiche e trattori dal "passo felpato": sempre meno uomo nella melicotura del futuro"

In occasione di Interpoma 2014 diverse aziende hanno presentato nei rispettivi stand novità in fatto di macchine agricole studiate ad hoc per la melicoltura; e di meccanizzazione si è parlato pure in occasione del convegno internazionale di settore "La Mela nel Mondo".

Walter Hass, consulente in arboricoltura del Sudtiroler Beratungsring (il centro di consulenza frutticola dell'Alto Adige) e specialista in fatto di macchinari e attrezzature per la produzione di ortofrutta, ha spiegato come la meccanizzazione comporti dei vantaggi e degli svantaggi.


Ecco come si presenta un moderno trattore, all'interno della cabina (Presentazione: Hass).

Tra i vantaggi, va annoverato certamente il fatto che la meccanizzazione rende il lavoro più facile e aumenta la produttività (in termini ad esempio di frutta raccolta per ogni ora). C'è tuttavia un rovescio della medaglia: come ad esempio un maggiore dispendio energetico, le emissioni di anidride carbonica e di particolato, il rischio di incidenti e pure la necessità di ingenti investimenti economici.

Nel corso degli anni, le macchine agricole sono molto cambiate; se pensiamo ad esempio al trattore ora uno dei requisiti in fase di progettazione è che "deve proteggere la salute del guidatore"; mediante una cabina rinforzata oppure con un roll-bar in caso di ribaltamenti. Inoltre, deve arrivare a pesare il meno possibile, deve consumare poco (da qui anche il tema della ricerca di nuovi combustibili), deve essere a basse emissioni inquinanti e infine i suoi pneumatici devono preservare il suolo.


Una moderna macchina per la gestione del suolo (Presentazione Hass).

"Siamo disposti a pagare 80mila euro per un trattore, ma non guardiamo che gomme monta", ha sottolineato Hass nella sua presentazione. Una ruota ad hoc può infatti contribuire a preservare il terreno all'interno del frutteto, senza compattarlo al proprio passaggio. Ciò è possibile ad esempio montando pneumatici più leggeri, usando pressioni più basse, oppure con scanalature apposite o ancora mediante pneumatici più larghi, sopra i 400 mm, in modo da distribuire meglio il peso del trattore. Ma non è solo la motrice ad essere cambiata nel tempo. Si pensi – ha mostrato Hass – ad esempio agli atomizzatori, sempre più perfezionati ed alti per evitare la deriva.


Un modernissimo atomizzatore (Presentazione Hass).

In tema di innovazioni nella melicoltura si veda anche quanto spiegato da Karen Lewis, della Washington State University. Nella sua presentazione durante il convegno internazionale la Lewis ha mostrato due foto: entrambe scattate durante la raccolta delle mele, ma una è stata fatta nel '39, l'altra quest'anno. Non fosse che per il bianco e nero contrapposto al il colore, praticamente non ci sarebbero differenze, perché in entrambi i casi la raccolta viene effettuata tutta a mano, tanto nel '39 quanto al giorno d'oggi.


Le provocatorie foto a confronto mostrate dalla Lewis. A sinistra la raccolta delle mele nel 1939, a destra nel 2014 (Presentazione: Lewis).

Negli Stati Uniti quest'operazione è fatta su tutti gli oltre 133mila ettari coltivati in 10 Stati diversi. Afferrare una mela, staccarla dall'albero e riporla nella cesta è una routine che viene ripetuta qualcosa come 20 miliardi di volte all'anno. Questo ha un costo: sulle mele Honeycrisp, ad esempio, la Lewis stima che il costo di raccolta incida per il 29% del prezzo finale dei frutti.

Insomma, su questo versante c'è molto da fare: così la Lewis ha presentato una nuova concezione di filare, gli SNAP, acronimo di simple, narrow, accessible and productives. Ossia, tradotto: di semplice realizzazione, con filari vicini e accessibili alle nuove macchine per la raccolta semiautomatica, con conseguente incremento della produttività.


Un meleto 'automatizzato' (Presentazione: Lewis).

Le macchine di questo tipo sono diverse ma si prefiggono un unico obiettivo: aumentare la produttività. Ciò si può ottenere o abbassando il costo orario oppure aumentando la qualità del risultato, che poi si traduce in maggiori ritorni economici. Scopo dello sviluppo dei filari SNAP è arrivare a un sistema di raccolta completamente automatizzato che riduca dell'80% la manodopera, arrivando a una "velocità di stacco" pari a una mela ogni 2 secondi (alias 30 mele al minuto), se non di più. Il tutto che sia anche economicamente sostenibile. Da qui la ricerca sulla robotica "pick and place" (macchine in grado di imitare il gesto umano di afferrare-staccare-riporre) e sulle macchine "scuotitrici".


Una macchina "scuotitrice'"per la raccolta delle mele (Presentazione: Lewis)

In fatto di robotica applicata alla raccolta, ad oggi la ricerca è arrivata a produrre macchine in grado di raccogliere anche l'80% della frutta presente sugli alberi, ma questi sistemi sono ancora troppo ingombranti, troppo costosi e ancora troppa frutta viene lasciata sugli alberi.