Il melograno è noto per le sue eccezionali caratteristiche nutraceutiche e salutistiche, la cui percezione negli ultimi anni si è rafforzata grazie a numerosi contributi scientifici. La crescente richiesta di frutti di melograno, i suoi molteplici usi, la rusticità della specie (coltivazione a basso impatto ambientale) e la presenza di aree vocate nel mezzogiorno sono presupposti che rendono questa coltura molto promettente.
L'incontro, articolato in una parte riservata ai contributi scientifici e una tavola rotonda con i produttori e i rappresentanti del settore, ha visto la presenza di oltre 150 partecipanti a testimonianza del consolidato interesse verso questo fruttifero. Durante i lavori, ricercatori di diversi Enti (Università di Catania, CRA Centro di Ricerca per la Frutticoltura, Università di Bologna, Università di Padova e Università della Tuscia) hanno illustrato i risultati di recenti attività in diversi settori e ambiti di ricerca, dal miglioramento genetico al post-raccolta. La tavola rotonda ha cercato, invece, di fare il punto sull'attuale assetto produttivo del melograno in Italia per evidenziare luci e ombre di questa coltura che nell’ultimo decennio è stata al centro di un sempre maggior interesse.
Il dibattito, molto partecipato, ha sottolineato come la redditività e la sostenibilità della coltura del melograno possono e devono essere assicurate intervenendo con consapevolezza lungo tutta la filiera produttiva. Non esiste un'unica ricetta ma la giusta combinazione fra genotipo, ambiente e sistema colturale va accuratamente scelta tenendo conto dell'areale di coltivazione e delle peculiarità di ogni azienda agricola per garantire il reddito dell'agricoltore; esiste quindi un fabbisogno importante di conoscenze agronomiche sulla coltura che va soddisfatto.
Mostra genotipi e selezioni del CRA-FRU.
Il melograno è coltivato soprattutto in ambienti con clima mediterraneo, ma prove effettuate in Emilia-Romagna dimostrano che l'areale di coltivazione può essere espanso anche in ambienti settentrionali, utilizzando germoplasma adatto. Le varietà affermate a livello internazionale sono poche (Wonderful, Mollar de Elche) ma molti sono gli ecotipi locali. Inoltre ci sono nuove selezioni con frutti adatti a diversi utilizzi caratterizzate da diversa acidità da cui dipende il sapore finale. I limiti produttivi possono essere molto elevati (fino a 40 t/ha), ma in molti casi potature sbagliate e forme di allevamento libere possono portare alla perdita di circa il 50% di frutti perché danneggiati.
La sostenibilità economica della coltura peraltro appare strettamente connessa alla fase di commercializzazione, alla domanda del mercato ma anche alle prospettive che vengono dal settore della trasformazione e dell’utilizzo di prodotti e sottoprodotti.
In tale ottica l'individuazione di soggetti interessati alla produzione non solo di succhi, ma anche di prodotti di IV gamma (arilli per consumo fresco o associati ad altri prodotti), all'estrazione di composti bioattivi (sia dagli scarti delle produzioni agroalimentari sia da colture in vitro) e ad una strategia di commercializzazione del prodotto nazionale, rappresentano tasselli importanti per il successo produttivo del melograno che potrebbe sostituire colture attualmente in crisi o andare a coprire aree marginali in virtù della sua rusticità ed adattabilità.
Nel corso del dibattito è infine emersa l’esigenza di un maggiore collegamento tra il settore della ricerca e quello produttivo, nonché l'esigenza di un raccordo tra tutti gli operatori della filiera allo scopo di migliorare l'efficienza delle intero sistema produttivo e valorizzare le molteplici potenzialità che il melograno esprime.