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Contro il citrus greening la piu' grande corsa alla ricerca di tutti i tempi

La speranza per le arance della Florida potrebbe venire dagli OGM

L'industria agrumicola della Florida, ossia l'intera economia di uno Stato che è il secondo produttore mondiale di arance e succo d'arancia, è a una svolta: vivere o morire di fronte alla peggiore infestazione batterica della storia.

Il citrus greening
Arrivata nel 2005 nello stato americano, si stima (fonti Bayer) che la fitopatia, meglio nota anche come malattia del dragone giallo o Huanlongbing(HLB) abbia causato in 10 anni qualcosa come 4,5 miliardi di dollari di danni, in un'economia che ne vale 9 all'anno.

Dai dati emerge una situazione desolante: la produzione di arance è crollata dai 200 milioni di casse del 2003 ai 104,4 milioni del 2013, il dato più basso degli ultimi 30 anni e le previsioni per il 2014 non sono certo migliori, tanto che si teme che manchino solo un paio di anni prima del collasso di tutti gli aranceti. Un ultimo dato parla infatti di un 80% di aranci infetti e morenti.


In 10 anni il citrus greening ha fatto danni per 4,5 miliardi di dollari, in Florida (fonte Bayer)

Altrove se la passano solo poco meglio. Dalla Florida il citrus greening si è diffuso anche agli altri Stati americani votati all'agrumicoltura, così come dalle arance è passato ora a colpire ogni genere di agrume come pompelmi e limoni. Secondo la Bayer, in Africa la malattia ha causato la moria di 10 milioni di piante, numero che sale a ben 50 milioni in Asia.


A sinistra l'apparato radicale di un arancio sano, a destra uno infettato dal citrus greening. In Florida si stima sia malato l'80% degli aranci (foto di Craig Cutler/National Geographic)

Tutto per un minuscolo insetto, un afide, una psilla asiatica, che trasmette la malattia di pianta in pianta. Una volta sull'albero il citrus greening si diffonde a tutta la pianta causando degli scompensi: in estrema sintesi, le sostanze nutrienti vitali per la pianta non arrivano più a destinazione, così le foglie ingialliscono e le arance rimangono verdi, dure e aspre. Nel giro di 3-5 anni la pianta muore di fame.

E' tutto in mano agli scienziati
In Florida si sta tentando ogni strada per evitare l'apocalisse, così si investe fortemente sulla ricerca. L'industria agrumicola ha rivisto le proprie priorità di spesa e ha parzialmente riorientato il proprio budget per la pubblicità destinandolo alla ricerca. Parliamo di qualcosa come 90 milioni di dollari. A questi se ne aggiungono altri 125 provenienti dal farm bill di Washington e destinati ad hoc per contrastare la malattia.

Non si sta lasciando nulla di intentato in quella che è la sfida (non solo economica ma anche scientifica) più grande di tutti i tempi per il settore agrumicolo. C'è chi tenta la via degli antibiotici; chi invece quella della 'termoterapia': ricercatori hanno infatti scoperto che esporre gli alberi infetti alle radiazioni solari a 100 gradi fahrenheit (circa 38 gradi centigradi) per un paio di giorni uccide i batteri responsabili del citrus greening, dando alla pianta una speranza di vita di qualche anno in più.


La 'termoterapia' dà alla pianta una speranza di vita di ancora un paio d'anni (foto di Craig Cutler/National Geographic)

Altri si stanno concentrando sul vettore responsabile della diffusione, così fanno 'lanci' di una vespa parassita originaria del Pakistan e che in natura è il killer naturale della psilla asiatica, vettore della propagazione. Allo stesso modo potrebbe arrivare in commercio un microfilm con cui rivestire le piante e che sarebbe capace di colpire la biologia specifica di questo afide.

Ma ci sono pure progetti ancora più ambiziosi che mirano a replicare passati successi della scienza. Com'è stato con le zanzare responsabili della malaria, alcuni ricercatori stanno cercando di sostituire la psilla asiatica attuale con un'altra inerte e incapace di trasmettere la malattia. Mentre ispirandosi agli studi che hanno utilizzato una versione modificata del virus HIV per combattere il cancro negli uomini, gli scienziati hanno progettato un virus per trasportare un agente capace di attaccare il Candidatus liberibacter asiaticus, il batterio che causa il citrus greening, ma finora con scarsi successi.


Ingrandimento di una psilla asiatica, responsabile della diffusione della malattia (foto di Sam Droege, USGS Patuxent Wildlife Research Center).

Erik Mirkov e i suoi agrumi... imparentati con gli spinaci
Ma nel campo chi è più avanti di tutti è Erik Mirkov, patologo vegetale presso la Texas A&M University, esperto in biotecnologia applicata agli agrumi. Già negli anni '90 aveva creato in laboratorio, manipolando il DNA, Ruby Red, una varietà di pompelmo resistente alla tristeza (CTV), altra malattia degli agrumi di origine portoghese che all'epoca destava molte preoccupazioni. La Ruby Red non arrivò mai alla commercializzazione: primo perché per far sdoganare un OGM sul mercato serve tutta una serie di autorizzazioni difficili e costose da ottenere, secondo perché l'impatto di quella malattia non era nulla in confronto al citrus greening.

Inoltre, arrivato il 2000, il problema è diventato un altro: un cancro batterico riemerso in Florida. E' qui che Mirkov affina le sue capacità di manipolare il DNA della pianta per produrre proteine antimicrobiche. Per la manipolazione ha usato nei test anche il veleno di scorpioni e api, per poi indirizzarsi verso qualcosa di più vegetale immaginando la reazione dei consumatori di fronte a un succo d'arancia contenente veleno di scorpione.

La coincidenza ha voluto che, quasi contemporaneamente, scienziati spagnoli pubblicassero una mappa di tutte le proteine difensive contenute in un gran numero di piante. Nell'elenco spiccavano gli spinaci, capaci di attaccare una grande varietà di funghi e batteri; incorporarne anche solo un paio di proteine in un albero, avrebbe conferito ad esso una resistenza a largo spettro. Così Mirkov e compagni ricombinarono il DNA dell'arancio con quello degli spinaci per conferire al primo una maggiore resistenza al cancro batterico.

Quando si palesò il problema citrus greening fu facile per Mirkov rielaborare il sistema per fornire le proteine antimicrobiche contro la nuova malattia. Nel 2007 aveva già iniziato a lavorare con la Southern Gardens Citrus, uno degli agrumicoltori più importanti in Florida.

Prima di testare i suoi aranci biotech sul campo, Mirkov li ha saggiati nella sua 'phsyllid house': una serra letteralmente infestata di insetti vettore, un ambiente molto più grave e pericoloso di quello che si trova nella realtà. Se fossero sopravvissute lì, le sue piante avrebbero avuto buone chance anche all'aria aperta. Nella serra le sue piante hanno prosperato anche per 16 mesi, dando il via libera alla fase 2: il test sul campo.


Tende per 'allevare' a scopo di ricerca l'insetto vettore psilla asiatica (foto di Craig Cutler/National Geographic).

Anche queste hanno avuto successo. Alcuni dei primi alberi stanno resistendo ancora ora, dopo 5 anni, mente i test di seconda e terza generazione sopravvivono da 2 anni. Mirkov è alla sua quinta versione di questa tecnologia e ha cominciato ad applicarla a ogni agrume che si coltiva in Florida: pompelmi, limoni e soprattutto i portinnesti come l'arancio amaro, che i coltivatori usano in maniera massiccia come base per i loro alberi.

La Southern Gardens sta cercando ora di ottenere il via libera per la commercializzazione di queste piante (e dei suoi frutti). Ma è un processo lungo che richiede l'approvazione dell'Enviromental Protection Agency, del Dipartimento dell'Agricoltura e della Food and Drug Administration statunitensi. Si stima ci vorranno ancora 3-4 anni prima di vedere in commercio i frutti di questa ricerca; ciò nonostante, Mirkov è ad oggi lo scienziato più vicino al successo.

I consumatori lo manderanno giù?
Rimane una domanda però: i consumatori vorranno bere del succo d'arancia geneticamente modificata?

Nonostante recenti ricerche di mercato dicano che gli americani siano disposti a consumare degli OGM se non ci sono alternative migliori, il timore resta: fino a quando il succo di frutta non sarà sugli scaffali, sarà difficile dire se gli americani lo compreranno o meno. L'idea che nell'arancia ci siano geni degli spinaci potrebbe semplicemente essere troppo per i consumatori e spingerli verso altri prodotti.

Nel frattempo, vista la lentezza con cui si sviluppano varietà di agrumi biotech, ogni alternativa capace di dare qualche chance di sopravvivenza contro il citrus greening è ben accetta. Una di quelle più promettenti riguarda una vecchia conoscenza di Mirkov: la tristeza degli agrumi.

Bill Dawson, patologo degli agrumi della Florida University, e il suo team hanno scoperto che proprio la tristeza è in grado di dare una protezione esattamente come fanno le proteine degli spinaci di Mirkov. Poiché i geni per le proteine sarebbero parte di un virus e non dell'albero, questo non sarebbe considerato geneticamente modificato. Poiché il virus può essere innestato anche su alberi esistenti questo sistema potrebbe salvare anche alcuni alberi infetti o almeno prolungarne la vita, ma anche qui la strada da percorrere è ancora lunga.

Rielaborazione FreshPlaza su fonte National Geographic