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Prospettive per la stagione agrumi 2014/15: tante ombre e pochissime luci

Le prospettive commerciali per l'imminente stagione degli agrumi italiani si presentano con tante ombre e pochissime luci. Commenta così per FreshPlaza Cirino Scatà, direttore commerciale di un importante Gruppo cooperativo calabrese che si occupa della commercializzazione di drupacee e agrumi.

"Purtroppo nella nostra modesta analisi non possiamo sottovalutare le vicissitudini commerciali che hanno connotato la stagione della frutta estiva. La debacle si è rivelata di una gravità assoluta con risultati, per i produttori/operatori del settore frutticolo, a dir poco fallimentari - afferma Scatà - Gli analisti hanno attribuito tale fallimento alla concomitanza di tre fattori: eccedenza della produzione, andamento climatico che non ha favorito i consumi, diminuito potere di acquisto delle famiglie. Nei confronti di tale crisi le risposte dell'Unione Europea sono state insufficienti e in grave ritardo. Dei tre fattori accennati, sicuramente quello che riguarda il calo dei consumi continua a persistere, con un accento deflazionistico che preoccupa non poco."

Basandosi principalmente su questa constatazione, il direttore commerciale sostiene che è necessario uno sforzo per affrontare la commercializzazione dell'ortofrutta invernale. "Per quanto ci riguarda più da vicino, ovvero in merito alla stagione agrumaria alle porte, dobbiamo capire quali potranno essere gli effetti diretti o collaterali dell'embargo russo sulla strategia commerciale dei nostri agrumi. Per quanto riguarda gli effetti diretti, non vedo il rischio di una riduzione drastica di un export verso quel Paese, in quanto le nostre esportazioni hanno sempre rappresentato una minima, se non irrisoria, percentuale rispetto ai volumi esportati dagli altri Paesi concorrenti. L'export verso la Russia e l'Ucraina ha interessato modesti quantitativi in passato, in particolare clementine di piccolo calibro."

I grandi fornitori della Russia sono da sempre, ed oggi ancor più massivamente, la Grecia, la Turchia, l'Egitto, marginalmente il Marocco e da qualche anno il Pakistan.

"Purtroppo saranno gli effetti collaterali causati dalla Spagna e non solo, a creare dei prevedibili squilibri commerciali sui tradizionali mercati europei - spiega Scatà - Per quanto riguarda la produzione di clementine e arance a polpa bionda, questa detiene un'importante posizione sui mercati dell'occidente europeo e sarà costretta ad implementare questi canali al fine di ammortizzare il gap dell'export che l'embargo russo provocherà. La puntuale conseguenza si tradurrà in una politica di promozioni selvagge, con prezzi praticati al limite del dumping commerciale."

A tale effetto sfuggiranno in parte le produzioni di agrumi a polpa rossa (arance Moro/Tarocco) per la peculiare caratteristica che conferisce loro un'opportunità di differenziarsi dall’arancia a polpa bionda, secondo il direttore commerciale.

"La Sicilia avrà i suoi problemi legati principalmente alle pezzature piccole e si spera che quest'anno, per un sensibile calo di produzione rispetto alla scorsa stagione, le pezzature siano migliori. Per quanto concerne le clementine, la cui produzione nazionale è concentrata soprattutto in Calabria, in Basilicata e nella emergente Puglia, il problema commerciale si fa più complicato - continua Scatà - Sul piano dei volumi non si prevedono eccedenze di produzione e il leggero calo (-10%) viene compensato dai quantitativi provenienti dai nuovi impianti. A parte qualche zona con danni da grandine, si registra più di una fioritura di prodotto. Nelle varietà precoci si registra un calo del 20% circa nella produzione, mentre un recupero sembra esserci nelle varietà medio-tardive."

Per quanto riguarda la produzione di arance Navelina/Navel, i volumi stimati sono sotto le medie storiche. Si prevede una commercializzazione più agevole, ma non mancheranno problemi relativi a quotazioni non soddisfacenti per il produttore.

"Le aspettative commerciali risentiranno in primo luogo della crescente riduzione del potere di acquisto dei consumatori, ma anche dell'effetto collaterale prodotto dall'embargo russo che spingerà, gioco forza, la produzione spagnola verso il mercato italiano, mentre sul mercato dell'Europa occidentale ci taglierà le ali per via di una politica dei prezzi che non ci renderà competitivi. Infatti dovremo misurarci con delle cultivar di clementine spagnole, Clemenules, la cui resa per ettaro, rispetto alle nostre cultivar di clementine, è mediamente del 50-60% in più."

E proseguendo, Scatà dichiara: "Le quotazioni che circoleranno nel momento clou della stagione, ci obbligheranno ancora una volta a fare i conti con le spese; il rischio sarà quello di un ricavo zero per il produttore. Ciò premesso, non si vedono ragionevoli spazi e prospettive perché l'imminente stagione agrumaria possa registrare condizioni di positività. Le Organizzazioni di categoria, sull'esperienza già vissuta per pesche e nettarine, possono cominciare ad attivarsi nella ricerca di progetti che aiutino a superare i gravi disagi commerciali che si presenteranno."

Non si pensi in prima istanza agli interventi previsti dalla nuova Pac la cui politica economica a favore dell'agricoltura risulta, oltre che insufficiente, puntualmente fuori tempo rispetto alle svolte epocali che giorno dopo giorno si palesano. Più concretamente, la tradizionale lentezza della burocrazia comunitaria dinanzi ai problemi che la globalizzazione impone, mal si coniuga con la velocità di trasformazione del mondo agricolo globalizzato.

"Una via concreta - conclude Scatà - per quanto possa essere possibile percorrerla, è quella di inventarsi un Patto di solidarietà con la Grande distribuzione organizzata, al fine di creare una cintura per la salvaguardia della produzione nazionale. Le Associazioni di Categoria Nazionali potrebbero patrocinare tale progetto e cercare fin da ora le risorse finanziare per sostenere grandi promozioni per il consumo del prodotto nazionale. Questa provocazione potrebbe essere giudicata un'utopia. Non abbiamo però altre soluzioni da proporre!".