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Dopo un esposto Federbio, e' partita l'inchiesta della Gdf

Fitofarmaci: scatta l'allarme matrina

Dopo una segnalazione ricevuta dalla Federbio e un articolo pubblicato da La Stampa sui finti fertilizzanti biologici di provenienza estera acquistabili in Italia, è scattata l'operazione "Mela Stregata" (il nome è fuorviante, non riguardando nello specifico le mele, NdA), condotta dai militari della Guardia di finanza del Nucleo di polizia tributaria di Cagliari e dell'Ispettorato repressione frodi (Icqrf) che ha permesso il sequestro, a Decimomannu, di oltre 65 tonnellate di fitofarmaci utilizzati nel settore agroalimentare. Le indagini della Gdf si sono quindi estese alla Penisola e in particolare in Puglia.

Tra Taviano, in provincia di Lecce, Brindisi e Foggia sono stati invece sequestrati 30.500 litri e 25,7 ton di prodotti spacciati per fertilizzanti liquidi e solidi.

I prodotti sotto accusa sono a base di "matrina", un principio attivo ottenuto dalle radici della Sophora flacens, una leguminosa molto diffusa in Cina. "Queste sostanze – hanno spiegato le Fiamme gialle - hanno azione neurotossica, la stessa dei fosforganici, carbammati e cloroderivati. Per queste ragioni i prodotti a basse di matrina sono considerati pericolosi per la salute pubblica, per gli animali e l'ambiente e non sono approvati e registrati secondo i rigorosi criteri della normativa europea e nazionale".

Proprio un'interessante indagine di Barbara D'Amico, pubblicata su La Stampa di qualche giorno fa, mette in evidenza alcune discrepanze nelle leggi che regolano il commercio dei fertilizzanti per l'agricoltura biologica.

Prima di finire in commercio, i prodotti devono essere sottoposti a costosi e approfonditi processi di verifica ma alcuni riescono a eludere la complessa rete di controlli solo perché confezionati con la dicitura "naturale" o "biologico". Su numerosi siti di e-commerce è invece possibile trovare molti di questi prodotti, quasi tutti provenienti da India e Cina.



L'articolo riporta proprio il caso lampante della matrina. Non tutte le aziende straniere la vendono per quello che è, vale a dire un fitofarmaco, anzi spesso nelle etichette la definizione è confusa. In altri casi, invece, è espressa la dicitura "fertilizzante": ancora peggio, perché la matrina non è un concime. Eppure, essendo estratta dalla radice di una pianta, è facilmente spacciabile per fertilizzante biologico. Il che è sufficiente per indurre in errore un agricoltore.

"Nell'attuale normativa - ha dichiarato Andrea Olivero, viceministro delle Politiche Agricole con delega all'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione delle frodi dei prodotti agroalimentari - occorre eliminare i varchi all'utilizzo di sostanze come la matrina. La revisione del sistema biologico e della sua regolamentazione è oggetto prioritario della Presidenza italiana del semestre europeo e, pertanto, casi come quello segnalato devono essere di insegnamento nel modificare il sistema nella maniera corretta".