"Non possiamo essere soddisfatti per questa decisione che non costituisce una scelta di politica agricola". Questo il commento a caldo di Davide Vernocchi (in foto), presidente di ApoConerpo, rilasciato a FreshPlaza, riguardo l'accordo raggiunto ieri a Roma tra Ministero delle politiche agricole e Regioni per gli aiuti accoppiati nel quadro della nuova Pac 2014-2020."Non è stato aumentato il budget per il pomodoro da industria che deve fare fronte agli elevati costi di produzione - da 4.500 a 5.000 euro per ettaro - E poi non si è tenuto conto che altri Paesi hanno scelto di accoppiare - la Francia ha destinato qualche migliaio di euro per ettaro alla frutta sciroppata, la Spagna 330 euro per ettaro al pomodoro, compromettendo ulteriormente la competitività delle aziende italiane. Oltretutto, gli aiuti per la frutta allo sciroppo sarebbero stati determinanti per tenere in equilibrio il mercato del fresco".
Il Ministero delle Politiche agricole riferisce che "le scelte sono state fatte, nonostante la riduzione delle risorse rispetto alla precedente programmazione 2007-2013, privilegiando un criterio di equità, rispettando l'equilibrio territoriale, sintetizzando le numerose istanze provenienti dai diversi settori e rafforzando gli ambiti strategici dell’agricoltura italiana".
L'assessore della Regione Puglia Fabrizio Nardoni, nella sua veste di coordinatore nazionale degli assessori regionali all'Agricoltura, ha voluto ringraziare i colleghi assessori per "il grande senso di responsabilità dimostrato nel costruire una proposta unitaria, che testimonia la volontà di dare agli agricoltori più tempo possibile per adeguarsi alla riforma. Pur nella difficoltà della nuova Pac, il sistema delle Regioni, collaborando con il ministero, è riuscito a trarre un'intesa complessiva a favore del sistema agricolo e che tiene conto delle difficoltà dei settori produttivi".
"Sono abbastanza soddisfatto dell'accordo trovato nella Conferenza delle Regioni, perché di fatto è stata accolta la proposta delle Regioni del Nord, assegnando la prevalenza degli aiuti accoppiati alla zootecnia, colonna portante dell'agricoltura". Tutto sommato positivo il commento dell'assessore all'Agricoltura della Lombardia Gianni Fava, dopo la fumata bianca sulla ripartizione in chiave interna del Primo pilastro della Pac. "Il negoziato - ha affermato l'assessore lombardo - si è chiuso rispettando la volontà della Lombardia e delle Regioni del Nord, che stamattina si sono presentate in maniera compatta alla Conferenza delle Regioni con una proposta di mediazione Questo ha portato a un compromesso che, se è vero che non ci soddisfa pienamente perché avremmo voluto ridurre al minimo le categorie dei beneficiari, è altrettanto innegabile che nell'assegnare un plafond dell'11% delle risorse per gli aiuti accoppiati, riconosce la prevalenza alla zootecnia". Si è passati così dal 10 all'11%, "con quel punto aggiuntivo ripartito fra le richieste del Nord, concentrate sostanzialmente sulla zootecnia, e quelle del Centro e del Sud". Fra le colture beneficiarie entra anche la soia, con una cifra intorno ai 10 milioni di euro, che nella proposta iniziale non era prevista.
"Questa proposta non ci soddisfa, ma l'abbiamo accettata per senso di responsabilità nazionale. Il tempo era scaduto e occorreva decidere". Così invece l'assessore all’agricoltura dell'Emilia-Romagna, Tiberio Rabboni."Purtroppo - ha sottolineato Rabboni – non si è trovato l'accordo per incrementare il budget degli aiuti accoppiati per il pomodoro da industria e la barbabietola, così come nessun aiuto è stato previsto per la frutta trasformata. A parziale compensazione, il Ministro ha annunciato che nella nuova Ocm ortofrutta sarà attivato, per il pomodoro da industria, un contributo variabile a ettaro, per l’acquisto di piantine particolarmente resistenti, fra i 100 e i 300 euro a ettaro”.
"Avevamo formulato diverse proposte - ha aggiunto l'alleanza tra Confagricoltura, Cia e Cooperative - tra le quali, utilizzare un livello massimo del 13%, più 2, la quota di massimale da destinare ai pagamenti accoppiati settoriali. Ministro e assessori si sono invece fermati all'11%, rinunciando a voler gestire una fetta importante di risorse, e prevedendo misure che potrebbero essere di fatto ininfluenti sui conti aziendali. In più, ci ritroveremo probabilmente misure penalizzanti, come una disciplina dell'agricoltore attivo e una forte riduzione dei pagamenti oltre determinate soglie - la cosiddetta degressività che colpirà realtà dinamiche e competitive che creano ricchezza e occupazione".
Le decisioni di ieri nel dettaglio |
La ripartizione degli aiuti accoppiati, per i quali è stata fissata una quota all'11%, pari a oltre 426 milioni di euro, lasciando il 4% delle risorse al pagamento di base. I settori sui quali sono state concentrate le risorse sono: zootecnia da carne e da latte, piano proteico e seminativi (riso, barbabietola e pomodoro da industria), olivicoltura. |
Per incentivare il lavoro giovanile, è prevista la maggiorazione degli aiuti diretti nella misura del 25% per i primi 5 anni di attività per le aziende condotte da under 40, assicurando il livello massimo di plafond disponibile che ammonta a circa 80 milioni di euro. |
I soggetti beneficiari della Pac, con allargamento della "black list" ed esclusione dai contributi delle banche, società finanziarie, assicurative e immobiliari. |
L'applicazione di una riduzione del 50% dei pagamenti diretti sulla parte eccedente i 150.000 euro del pagamento di base e del 100% per la parte eccedente i 500.000 euro. In tale ambito, è stato valorizzato al massimo il lavoro in quanto dal taglio saranno esclusi i costi relativi alla manodopera, salari stipendi, contributi versati a qualsiasi titolo per l'esercizio dell’attività agricola. |
La definizione della figura dell'agricoltore attivo. |
La convergenza, dove si è scelto di considerare l'Italia come Regione unica. |
Le misure di sostegno per le aree svantaggiate e di montagna, per le quali è stata individuata una diversificazione delle condizioni per essere considerati agricoltori attivi e un premio differenziato per il latte di montagna. |
Una misura a favore del pomodoro da industria e una misura in favore della meccanizzazione nelle aree rurali, intervenendo in maniera integrata con altri strumenti quali i programmi di sviluppo rurale e l'OCM ortofrutta |
Dal 2016, le verifiche sull'operatività e sull'attuazione delle nuove misure, alla luce anche delle scelte che verranno compiute dagli altri partner europei. |