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I pareri di Ilenio Bastoni (Apofruit) e Cristian Moretti (Agrintesa)

Europa: le drupacee non mancheranno quest'anno. I dati Europech

Il clima mite di quest'anno ha determinato in tutta Europa una stagione relativamente normale per la frutta estiva, generalmente in anticipo di 1-2 settimane e buone condizioni al momento delle fioriture (tranne che in Grecia, dove le precipitazioni piovose di aprile hanno compromesso parte del processo).



Le prime stime Europech sulla produzione europea 2014 di pesche e nettarine (comprese le percoche) presentate a Perpignan indicano rispetto al 2013 - quando, ricordiamo, la produzione si era posizionata notevolmente al di sotto della media - un'offerta superiore dell'11%, con oltre 3 milioni di tonnellate e una crescita pari al 9% nel confronto, forse più veritiero, con la media 2008-2012.

Se le condizioni meteo continueranno ad essere favorevoli, Europech prevede una campagna pesche e nettarine con volumi nella media, ma con frutti di calibro e qualità elevata.


Andamento dei volumi (in tonnellate) nel confronto con la stagione 2013 e con la media 2008-2012. L'offerta di pesche da consumo fresco (azzurro) dovrebbe attestarsi su 1.509.000 ton, le nettarine (viola) su 1.564.000 ton.


In Spagna la produzione prevista segna un +15% rispetto al 2013 (quando era stata pari a 907.299 ton), posizionandosi sul livello più elevato delle ultime annate, complice l'entrata in produzione di nuovi impianti.

Incremento del 15% previsto anche per la Francia (che l'anno scorso si era fermata a 226.885 ton), rimanendo comunque largamente al di sotto del periodo 2008-2012.

L'aumento maggiore è registrato in Grecia, con un +44% rispetto al 2013, annata che venne compromessa da grandine e gelate, con sole 232.000 ton di produzione.


Volumi (in ton) e previsioni stagionali per pesche e nettarine nei quattro Paesi produttori. (Clicca qui per ingrandire il grafico in francese)

Le pesche platicarpe (o pesche piatte) sono una coltivazione popolare in Spagna e segneranno una crescita di quasi il 30% rispetto al 2013, grazie all'entrata in produzione di impianti realizzati tra il 2010 e il 2012. La tendenza, infatti, per quanto riguarda la Spagna, è quella di abbandonare la coltivazione di pomacee in favore di quella di drupacee. Nelle zone di produzione che si affacciano sul Mediterraneo (Murcia, prevalentemente), le superfici destinate ad albicocche e nettarine sono aumentate, mente quelle per pesche gialle e susine sono diminuite, a seguito della mutata richiesta da parte del mercato. Le superfici impiantate a pesche e nettarine in Catalogna sono aumentate del 9%. Anche la Grecia sua privando ad ampliare le coltivazioni al fine di rispondere alla richiesta di frutta estiva con caratteristiche di colorazione e dolcezza superiori.

La crisi economico-finanziaria sta pesando sul mercato nazionale spagnolo: il consumo di pesche e nettarine è diminuito del 7,7% l'anno scorso, scendendo ad un consumo procapite annuo di 4,07 kg. In Francia, invece, 1.100.000 tonnellate di mele, pere, albicocche e pesche provengono da "frutteti sostenibili", per rispondere alle esigenze della clientela.

Andamento dei volumi (in tonnellate) per paese, prodotto e variazione stagionale.


In Italia si attende un volume di pesche e nettarine in linea rispetto allo scorso anno (il 2013 era stato coerente con la media a 5 anni e con prodotto di buona qualità: 1.404.480 ton in totale, di cui oltre la metà raccolte nel Sud Italia).

"Le cifre emerse dal convegno – dichiara Elisa Macchi, direttore del Cso Centro servizi ortofrutticoli di Ferrara che ha presentato i dati italiani - sono una prima indicazione sulla produzione 2014. A inizio giugno sarà effettuato un aggiornamento e solo allora potremo avere informazioni più precise. In ogni caso è attesa una buona qualità delle produzioni, grazie alle condizioni climatiche rientrate nella normalità, potremo contare su un calendario commerciale più lungo del 2013".

Così Cristian Moretti, direttore generale di Agrintesa: "Le stime indicano a livello europeo una crescita delle produzioni, ma la campagna delle pesche e delle nettarine è molto lunga, da maggio a fine settembre, e un ruolo cruciale sarà svolto dall'andamento climatico - rilevante sia a livello di produzione che di consumi - e soprattutto dall'eventuale sovrapposizione delle offerte. E' dunque prematuro creare allarmismi; ritengo che se le cose andranno nel verso giusto si potrà destoccare il prodotto in maniera corretta, salvaguardando il reddito dei produttori e il mercato".

Sulla stessa linea Ilenio Bastoni, direttore commerciale di Apofruit, il quale afferma: "Non sono dati che ci giungono nuovi, qualche indicazione sulle stime produttive è già arrivata da chi è in campagna tutti i giorni. Va detto che quest'anno la stagione è in anticipo e possiamo spalmare la frutta su un periodo più lungo. Un altro fattore da considerare è che il consumo di pesche e nettarine è fortemente condizionato dall'andamento stagionale. Infatti, il calo dello scorso agosto è in buona parte imputabile all'abbassamento delle temperature. Sicuramente, poi, il mercato è più influenzato dai consumi che da un incremento tutto sommato modesto sulla media 2008-2012".

Albicocche
Secondo le stime attuali, la produzione europea di albicocche nel 2014 dovrebbe attestarsi sulle 520.000 tonnellate, con un incremento del 13% rispetto all'anno scorso, quando si erano raggiunte 460.750 ton, e un 2% di meno rispetto alla media 2008-2012.


Produzioni europee di albicocche.

Le stime per la Spagna parlano di una raccolta di albicocche di 88.000 tonnellate, cioè il 10% in meno rispetto all'anno scorso, ma l'8% in più rispetto alla media; sul totale spagnolo, bel 60.000 tonnellate arriveranno dalla regione Murcia.

Per la Francia si prevedono 160.000 ton di albicocche (+22% rispetto all'anno scorso e 3% sopra la media 2008-2012); in questo caso, le principali aree produttive saranno le regioni Rodano-Alpi (95.340 ton), Linguadoca Rossiglione (41.540 ton) e PACA (Provence-Alpes-Côte d'Azur, con 23.573 ton).

Anche la produzione greca di albicocche dovrebbe recuperare i cali del 2013 e crescere quest'anno del 47% (a 62.000 tonnellate rispetto alle 42.200 dell'anno scorso), rimettendosi in pari con la media degli ultimi 5 anni.



Per quanto riguarda l'Italia, primo Paese produttore di albicocco a livello europeo, le indicazioni vedono una produzione di circa 210.000 tonnellate, pari a un +11%.

E' importante sottolineare che anche in questo caso arriviamo alla campagna 2014 dopo un'annata caratterizzata da una produzione 2013 molto bassa. Per una corretta interpretazione dei dati su medio termine, il confronto con gli ultimi quattro anni indica un -8%.



"L'albicocco è una coltura interessante per l'Italia: ne sono una dimostrazione l'aumento delle superfici produttive e il forte rinnovo varietale che negli ultimi anni stanno interessando la coltivazione. Dopo un'annata molto scarica ritorniamo quest'anno su livelli produttivi normali, ma non eccedentari".Questo il commento di Elisa Macchi.

In Italia, gli esperti prevedono un anticipo sulle raccolte di circa 7-10 giorni rispetto all’anno scorso (quando erano comunque iniziate più tardi del consueto). Resta purtroppo da segnalare l'incognita Sharka: una preoccupante diffusione del virus della vaiolatura delle drupacee sta, infatti, interessando le principali regioni produttrici.

La questione ucraina
Le tensioni in Ucraina costituiscono una preoccupazione per gli operatori spagnoli, italiani e greci che esportano in Russia e in Europa orientale. La crisi e le sanzioni UE contro la Russia stanno influenzando il rapporto valutario tra le diverse monete e compromettendo il potere d'acquisto degli importatori. Se tali sbocchi commerciali dovessero venir meno, il rischio di una saturazione del mercato diventerebbe tangibile.

Al fine di diversificare gli sbocchi commerciali, potrebbero essere presi in considerazione anche i mercati sudafricano e mediorientale, ma i volumi resterebbero sempre inferiori rispetto a quanto inviato in Europa orientale negli ultimi 3-5 anni.

La stagione 2013
Europech ha costituito anche l'occasione per tracciare un bilancio relativamente alla stagione 2013, nella quale un inverno particolarmente lungo e rigido ha provocato un ritardo nelle fioriture. Anche le temperature primaverili sono state inferiori alle medie stagionali, posticipando i raccolti in tutte le principali aree produttive europee. Condizioni di freddo e umidità durante le fioriture hanno condotto allo sviluppo di frutti di calibro inferiore su molte varietà precoci.

Tutto ciò ha portato a un'offerta inferiore al normale fino al mese di luglio, quando il clima è migliorato, mantenendosi buono fino alla fine di agosto, in presenza di un'offerta abbondante. I prezzi hanno subito una flessione verso metà luglio in Spagna, seguiti da Italia e Francia alla fine di agosto.