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Italia: continua il boom delle importazioni di castagne

La grave situazione determinata nei castagneti italiani dall'infestazione dell'insetto parassita cinipide e dall'andamento climatico non favorevole delle ultime annate ha portato ad una forte riduzione della produzione e al "boom" delle importazioni di castagne.

Analizzando gli ultimi dati Istat disponibili relativi ai primi 11 mesi del 2013, emerge con evidenza la tumultuosa crescita dell'import di frutti in guscio e sgusciati rispetto allo stesso periodo del 2012 e del 2011.

Le importazioni sono praticamente raddoppiate rispetto al 2012 e quasi quadruplicate rispetto al 2011, mentre le esportazioni, sostanzialmente stabili rispetto al 2012, sfiorano il 20% in meno rispetto al 2011 ed il 30% rispetto al 2010. Le castagne importate nel 2013 arrivano principalmente dalla Spagna (oltre 10,2 milioni di chilogrammi), dal Portogallo (oltre 6,9 milioni di chilogrammi) e dall'Albania (3,2 milioni di chilogrammi).

Il castagno riveste una rilevanza economica e sociale notevole in molte aree collinari e montane del nostro Paese, non solo per la produzione di frutti e legno, ma anche per il presidio del territorio e per la salvaguardia dell'assetto ambientale e idrogeologico, oltre a rappresentare la memoria fisica di un tempo in cui non ci si poteva permettere il pane. La bellezza dei boschi, con castagni spesso centenari, rende fruibili tali luoghi anche per scopi turistici e di svago, determinando un ulteriore indotto economico.

L'habitat del bosco di castagno risulta poi fondamentale per la selvaggina, per la produzione del caratteristico miele e per la raccolta dei funghi e dei piccoli frutti. Per queste motivazioni, ricorda Coldiretti, è necessario che le istituzioni, oltre a continuare le attività di lotta biologica al cinipide, di cui si vedono i primi risultati positivi, mettano in campo azioni determinanti per il rilancio del settore, fondamentale per l'economia delle zone di collina e montagna.

Data di pubblicazione: