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"La "to do list" di Ibrahim Saadeh, Marco Salvi e Davide Vernocchi"

Quali sono le priorita' nell'agenda del nuovo Ministro italiano dell'Agricoltura?

Decreti attuativi della PAC (che Spagna e Francia hanno già messo a punto), riforma degli enti vigilati del Mipaaf (tra cui Agea, che gestisce oltre 6 miliardi di euro di fondi comunitari), Riforma OCM (con nuove norme che regolano il settore ortofrutticolo nel quadro dell'OCM unica), ma anche Piani di sviluppo rurale ed Expo 2015. Alla vigilia della composizione del nuovo governo, FreshPlaza ha chiesto ad alcuni esponenti di spicco del settore ortofrutticolo quali saranno, secondo loro, le priorità che il nuovo Ministro delle Politiche agricole dovrà affrontare con maggiore urgenza.

"Abbiamo avuto cinque ministri dell'Agricoltura negli ultimi cinque anni: questo ennesimo turn-over di certo non dà continuità alle politiche e alle programmazioni del nostro settore - dichiara Ibrahim Saadeh (nella foto qui accanto), presidente di Italia Ortofrutta Unione nazionale - Abbiamo bisogno di un Ministro che possa garantire stabilità alle politiche agricole nell'ambito di un vero gioco di squadra, il Sistema Italia cui facciamo sempre più spesso affidamento".

"Il settore ha di fronte problematiche molto importanti, che impongono scelte e azioni fondamentali per l'attualità e per i prossimi anni - aggiunge Saadeh - è iniziato un anno determinante per l'attuazione della riforma della PAC, ma anche per l'appuntamento dell'Expo 2015, e l'agricoltura italiana ha bisogno di un riferimento istituzionale stabile e credibile, in modo da favorire la crescita e la competitività delle imprese. Di fronte a queste sfide, c'è bisogno di un ministero solido e autorevole che operi a tempo pieno in un clima di fiducia e collaborazione nell'interesse dell'agricoltura e del sistema agroalimentare".

Per il presidente di Fruitimprese, Marco Salvi (foto a sinistra), "paghiamo la poca considerazione a livello nazionale per il settore agroalimentare, che dimostra invece importanza primaria sia in termini di export che di trend occupazionali. L'auspicio è quindi di avere maggiore attenzione dal mondo politico e un Ministro che possa svolgere la sua funzione per l'intera legislatura".

"Serve maggiore impegno per riportare i giovani in campagna, favorendo il ricambio generazionale - continua Salvi - e per rendere più competitivo il settore: il costo del lavoro è fondamentale per stare sul mercato e rafforzare la leadership italiana a livello europeo. Su questo fronte, l'eccellente percorso intrapreso da Paolo De Castro e Giovanni La Via ha portato dei risultati positivi, ma dobbiamo insistere per avere un peso proporzionale a quanto effettivamente valiamo. Serve dunque un Ministro che, a livello comunitario, conosca i meccanismi, gli equilibri, le regole e che, sul piano nazionale, possa essere incisivo da subito. Ma occorre cambiare impostazione da ora e avere una politica che pensi all'agroalimentare come a una priorità, come dicono i numeri".

"Le imprese - conclude Salvi - conoscono bene il mercato, vi si misurano quotidianamente, per questo chiedono di essere maggiormente coinvolte dalle Istituzioni nella Cabina di regia per la definizione delle strategie di espansione. Oggi più che mai la partecipazione delle imprese è fondamentale per non sprecare risorse già limitate".

"Il Sistema Italia deve fare scelte strategiche per l'applicazione della PAC a livello nazionale già nel prossimo mese. Gli Stati membri hanno ricevuto infatti ampia autonomia per quel che riguarda la definizione dell'agricoltore attivo, il tipo di convergenze, i potenziali aiuti accoppiati, ecc. Ma al nuovo Ministro servirà anche esperienza nel gestire i rapporti interni alla struttura o partecipando alla Conferenza Stato Regioni". Lo afferma Davide Vernocchi (nella foto a destra), presidente di Apoconerpo, che considera: "Abbiamo enormi problemi di competitività: per i fitofarmaci, ad esempio, esiste un uso completamente differente nei Paesi membri. All'ultima Commissione Fitofarmaci, il 6 febbraio, c'erano domande per 400 usi eccezionali di prodotti. Un'ulteriore dimostrazione che gli agricoltori chiedono soluzioni pratiche ai loro problemi e che i prossimi mesi saranno determinati per certe scelte".

Insomma, il tempo delle deroghe è finito per tutti.

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