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"Questione "Terra dei Fuochi": sempre piu' grave il danno d'immagine ed economico per gli agricoltori campani non implicati"

A ridosso dell'approvazione da parte della Camera del decreto legge "Terra dei Fuochi" (leggi qui), i problemi per gli agricoltori continuano senza sosta.

"L'ultimo attacco ricevuto è stato sferrato dalla multinazionale Findus Italia, la quale ha sospeso l'acquisto dei prodotti dagli agricoltori napoletani." A dichiararlo in un comunicato stampa indirizzato a FreshPlaza sono il Comitato Agricoltori Napoletani e l'Organizzazione di Produttori Agriverde, che denunciano una situazione diventata ormai insostenibile.

La Grande distribuzione organizzata (GDO) si sente pressata: da un lato, dalla massa dei clienti che, ormai suggestionati, non desiderano consumare prodotto campano; dall'altro, dai suoi fornitori campani che, forti dei controlli sia subiti (da clienti ed Enti pubblici preposti tanto italiani quanto esteri) sia effettuati in proprio, coscienti della salubrità delle produzioni e della assoluta mancanza di qualsivoglia pericolo ad esse associato, chiedono di non essere discriminati.

Presi nel mezzo di questa situazione, gli agricoltori campani si interrogano sul loro futuro.

Come riportato da Fanpage.it, Findus Italia avrebbe sospeso le forniture di prodotti campani, provenienti da una determinata area. Circa un mese fa, l'azienda avrebbe comunicato ai fornitori nuove disposizioni su patate o altri ortaggi. Per l'area definita a rischio, che comprende gran parte del casertano e parte della provincia di Napoli, non è possibile alcuna deroga.

Nelle aree della regione dalle quali invece la Findus Italia continuerebbe ad accettare le forniture - si legge su Fanpage.it - sono risultate necessarie nuove misure precauzionali, a spese degli imprenditori agricoli. Ad esempio: ogni azienda deve effettuare una valutazione di rischio ambientale; deve eseguire analisi per individuare metalli pesanti nelle acque di irrigazione e nel terreno; la coltivazione deve essere approvata da parte dell'agricolture manager; deve inoltre essere eseguita una tracciatura geografica e una mappatura dell'azienda; infine, devono essere effettuate le analisi dei prodotti al momento della raccolta.

Per dare l'idea delle dimensioni del problema, basti pensare che le patate vengono acquistate dalle grandi aziende a 10-15 centesimi al chilo. Le analisi richieste costano invece mediamente, ogni volta, circa 1.500 euro.

Le nuove direttive, ma soprattutto l'esclusione totale di una vasta zona, hanno scoraggiato gli imprenditori agricoli locali.

Clicca sul tasto "Play" per vedere il video.


Molti di essi monitorano la situazione dei campi e non ovunque si registra contaminazione. In diversi certificati che Fanpage.it ha potuto visionare, si legge che i metalli pesanti sono ben al di sotto dei limiti di legge. Così anche le diossine, per le quali non esiste un limite di legge, ma esclusivamente una raccomandazione dell'Unione europea.

Alcuni agricoltori confessano: "E' un disastro. Ci hanno consigliato di lasciare tutto e prendere in affitto terreni fuori dal confine tracciato dal committente, ma per noi sarebbe una perdita economica e un dolore enorme."
Data di pubblicazione: