In Europa la Gala dovrebbe raggiungere il record di produzione con 1,45 milioni di ton, così come la Red Delicious con quasi 700mila ton. Abbastanza stabile è la produzione di Fuji mentre rispetto alla media del triennio 2014-2016 cala la Golden Delicious, per la quale, se si esclude lo scorso anno, ci si aspetta una produzione tra le più basse di sempre. Si conferma la crescita costante delle "nuove varietà", che avanzano velocemente e si assestano per il 2018 a 307mila ton. Aumenta la produzione anche dei gruppi Pinova e Cripps Pink mentre la Granny Smith torna a livelli di produzione pre-2017.
Per l'Italia si prevede una produzione stimata in 2.199.526 ton, in recupero rispetto a quella particolarmente scarsa dello scorso anno, ma in leggera riduzione (-6%) rispetto alla media 2014-2016.
Gli andamenti della produzione per la stagione entrante sono diversi per le regioni italiane: recuperano la perdita dello scorso anno, attestandosi però al di sotto del pieno potenziale produttivo sia il Trentino che l'Alto Adige; cresce, invece, in maniera significativa il raccolto del Piemonte, guidato da nuovi meleti piantati in sostituzione del kiwi. Le altre regioni tornano a livelli produttivi paragonabili a quelli del 2016.
Rispetto alla situazione Europea, l'Italia presenta dinamiche varietali distintive ed incoraggianti. Si riassesta, pur perdendo forza rispetto al periodo precedente, la Golden Delicious (-16% sul 2014-2016), con una riduzione significativamente maggiore rispetto al quadro europeo.
La grandine ha interessato aree piuttosto limitate, con danni leggeri, e tenuto conto dell'andamento climatico degli ultimi mesi si prevede che la quantità di mele da destinare alla trasformazione sarà certamente inferiore rispetto alla scorsa stagione e ritornerà su livelli "normali", tra l'11 e il 12% della produzione totale.
Le prospettive per stagione 2018/19
Premettendo che le informazioni che provengono da Prognosfruit vanno analizzate nell'ambito di un contesto generale e tenendo conto di una serie di elementi che potrebbero influenzare il mercato, i dati presentati sono in grado di fornirci un quadro di riferimento abbastanza chiaro per la stagione entrante. Il volume di mele disponibile nella zona comunitaria, stimato alla fine di luglio, potrebbe essere tra i più alti di sempre. Vanno peraltro attentamente considerati i problemi legati alla siccità ed alla conseguente possibile riduzione di calibro dei frutti, già evidenti in diversi paesi.
Il prolungamento della chiusura del mercato russo e l'instabile situazione economica e politica nei principali paesi Nord Africani rimangono elementi importanti per la commercializzazione delle mele, che potrebbero influire sfavorevolmente sul corso della stagione 2018/19. Alcuni paesi produttori, tra cui l'Italia, soffrono non solo della perdita di mercati ormai consolidati (Egitto e Algeria su tutti), ma anche delle difficoltà la mancanza di protocolli fitosanitari bilaterali tra lo stato esportatore e quello importatore. In questo contesto un maggiore impegno delle autorità dei singoli stati e dell'UE, costantemente richiamato da associazioni di tutti i paesi ad a tutti i livelli, non solo è auspicabile, ma necessario.
L'inizio della stagione commerciale 2018/19, totalmente libero da mele della stagione precedente, potrebbe giocare a favore dell'annata entrante. Da considerare anche la progressiva maggiore disponibilità di varietà moderne ed apprezzate dal mercato ed il ruolo dell’industria di trasformazione, che potrebbe rappresentare una valvola di sfogo interessante per i frutti di bassa qualità. Infine, stante la pressione interna nel bacino Europeo e il tasso di cambio sfavorevole per operatori di paesi "terzi", non si prevede un aumento della importazione da paesi dell’Emisfero Sud, che nel 2017/18, favorite dalla scarsa disponibilità di prodotto in Europa, erano invece leggermente riprese.
In questo contesto le aspettative per la stagione commerciale 2018/19 restano ragionevolmente positive, soprattutto per i frutti di qualità e calibro superiore e per la forte organizzazione del sistema melicolo italiano, che rappresenta un fattore di competitività determinane, in particolare per guidare il processo di innovazione varietale e per l'esportazione.
Nel prossimo futuro l'impegno del sistema produttivo melicolo orienterà ancora maggiore energia verso l'export, ma per un effettivo successo resta indispensabile un vero approccio di sistema, partendo da una chiara scelta politica di base, per un preciso e maggiore coinvolgimento delle strutture ministeriali competenti.