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I dati resi noti al Prognosfruit Congress

Wapa: le previsioni di produzione di mele e pere per la stagione 2018/19

A Varsavia, in Polonia, i produttori melicoli europei si sono riuniti come di consueto in occasione del Prognosfruit per presentare e commentare le previsioni di produzioni di mele e pere per la stagione entrante.

Le stime di produzione per il 2018 prevedono un raccolto di mele in Europa di 12.611.000 tonnellate. Si stima dunque un recupero rispetto alla consistente perdita dello scorso anno, con un aumento del 3% sulla produzione media del triennio 2014-2016, al netto del 2017 che potrebbe essere fuorviante in termini percentuali.


 
Per i paesi colpiti pesantemente dalle gelate primaverili dello scorso anno c'è un riallineamento della produzione con quella media del triennio 2014-2016 con l'Austria che torna a un raccolto normale, così come Croazia e Ungheria. Recupera largamente la Polonia, che stima un 14% in più rispetto al periodo 2014-2016 portando il volume di mele previsto al record di 4.480.000 ton. Rispetto alla media del triennio 2014-2016 arretrano Francia (-3%), Germania (-5%), Portogallo (-7%), Spagna (-4%), Belgio (-22%) e Paesi Bassi (-23%), già segnati da una significativa siccità. Con una primavera con temperature favorevoli e bassi livelli di piovosità, la fioritura è stata in generale molto buona.



Alcuni paesi del centro e nord Europa sono stati colpiti da una siccità prolungata a cui solo le aziende dotate di moderni impianti di irrigazione hanno potuto parzialmente sopperire. La grandine, che pure aveva colpito ampie zone lo scorso anno, non sembra invece aver provocato particolari danni, per cui la quantità di frutti destinati alla trasformazione rientrerà ad un livello "fisiologico". Visto il clima particolarmente caldo in alcune aree d'Europa, il calibro medio in diversi paesi risulta tendenzialmente inferiore.



L'andamento varietale
In Europa la Gala dovrebbe raggiungere il record di produzione con 1,45 milioni di ton, così come la Red Delicious con quasi 700mila ton. Abbastanza stabile è la produzione di Fuji mentre rispetto alla media del triennio 2014-2016 cala la Golden Delicious, per la quale, se si esclude lo scorso anno, ci si aspetta una produzione tra le più basse di sempre. Si conferma la crescita costante delle "nuove varietà", che avanzano velocemente e si assestano per il 2018 a 307mila ton. Aumenta la produzione anche dei gruppi Pinova e Cripps Pink mentre la Granny Smith torna a livelli di produzione pre-2017.


Uno sguardo alla situazione italiana
Per l'Italia si prevede una produzione stimata in 2.199.526 ton, in recupero rispetto a quella particolarmente scarsa dello scorso anno, ma in leggera riduzione (-6%) rispetto alla media 2014-2016.


Previsioni di produzione italiane a livello regionale. Fonte: Assomela/CSO - Clicca qui per un ingrandimento della tabella.

Gli andamenti della produzione per la stagione entrante sono diversi per le regioni italiane: recuperano la perdita dello scorso anno, attestandosi però al di sotto del pieno potenziale produttivo sia il Trentino che l'Alto Adige; cresce, invece, in maniera significativa il raccolto del Piemonte, guidato da nuovi meleti piantati in sostituzione del kiwi. Le altre regioni tornano a livelli produttivi paragonabili a quelli del 2016.

Rispetto alla situazione Europea, l'Italia presenta dinamiche varietali distintive ed incoraggianti. Si riassesta, pur perdendo forza rispetto al periodo precedente, la Golden Delicious (-16% sul 2014-2016), con una riduzione significativamente maggiore rispetto al quadro europeo.

Le varietà Red Delicious (-3%) e Granny Smith (-5%) si avvicinano ai livelli produttivi della media 2014-2016, mentre la Fuji riduce più marcatamente la produzione (-7%). Abbastanza stabile la varietà Cripps Pink (+4 sul 2017, -6% sul triennio considerato).

Tra la varietà maggiori, solo la Gala supera il volume medio di produzione del triennio 2014-2016 (+3%). Crescono ancora le "altre varietà" che includono in particolar modo le nuove varietà club (+61% sul triennio 2014-2016), a dimostrazione dell'interesse dei consumatori verso le nuove proposte dei consorzi italiani.


Analisi varietale. Fonte: Assomela/CSO - Clicca qui per un ingrandimento dell'immagine.

La raccolta piena è iniziata regolarmente entro la metà di agosto con le varietà e nelle aree più precoci, in linea con le ultime stagioni. Per ora i calibri sono nella norma, la qualità dei frutti ottima e non si segnala nessun problema fitosanitario specifico. Dal punto di vista organolettico e qualitativo la situazione al momento è giudicata molto buona.

La grandine ha interessato aree piuttosto limitate, con danni leggeri, e tenuto conto dell'andamento climatico degli ultimi mesi si prevede che la quantità di mele da destinare alla trasformazione sarà certamente inferiore rispetto alla scorsa stagione e ritornerà su livelli "normali", tra l'11 e il 12% della produzione totale.

Le prospettive per stagione 2018/19
Premettendo che le informazioni che provengono da Prognosfruit vanno analizzate nell'ambito di un contesto generale e tenendo conto di una serie di elementi che potrebbero influenzare il mercato, i dati presentati sono in grado di fornirci un quadro di riferimento abbastanza chiaro per la stagione entrante. Il volume di mele disponibile nella zona comunitaria, stimato alla fine di luglio, potrebbe essere tra i più alti di sempre. Vanno peraltro attentamente considerati i problemi legati alla siccità ed alla conseguente possibile riduzione di calibro dei frutti, già evidenti in diversi paesi.

In questo contesto, se la scarsità di precipitazioni e le altre temperature dovessero permanere anche per il mese di agosto, le previsioni, intese sia come volume che come la qualità dei frutti, dovrebbero essere riviste. In uno scenario di questo tipo, l'Italia e tutte le regioni europee a più alta vocazione melicola potrebbero trarre vantaggio dalla diffusa dotazione di impianti di irrigazione, in grado di sostenere la produzione e la qualità dei frutti.

(Foto d'archivio)

Il prolungamento della chiusura del mercato russo e l'instabile situazione economica e politica nei principali paesi Nord Africani rimangono elementi importanti per la commercializzazione delle mele, che potrebbero influire sfavorevolmente sul corso della stagione 2018/19. Alcuni paesi produttori, tra cui l'Italia, soffrono non solo della perdita di mercati ormai consolidati (Egitto e Algeria su tutti), ma anche delle difficoltà la mancanza di protocolli fitosanitari bilaterali tra lo stato esportatore e quello importatore. In questo contesto un maggiore impegno delle autorità dei singoli stati e dell'UE, costantemente richiamato da associazioni di tutti i paesi ad a tutti i livelli, non solo è auspicabile, ma necessario.

L'inizio della stagione commerciale 2018/19, totalmente libero da mele della stagione precedente, potrebbe giocare a favore dell'annata entrante. Da considerare anche la progressiva maggiore disponibilità di varietà moderne ed apprezzate dal mercato ed il ruolo dell’industria di trasformazione, che potrebbe rappresentare una valvola di sfogo interessante per i frutti di bassa qualità. Infine, stante la pressione interna nel bacino Europeo e il tasso di cambio sfavorevole per operatori di paesi "terzi", non si prevede un aumento della importazione da paesi dell’Emisfero Sud, che nel 2017/18, favorite dalla scarsa disponibilità di prodotto in Europa, erano invece leggermente riprese.

In questo contesto le aspettative per la stagione commerciale 2018/19 restano ragionevolmente positive, soprattutto per i frutti di qualità e calibro superiore e per la forte organizzazione del sistema melicolo italiano, che rappresenta un fattore di competitività determinane, in particolare per guidare il processo di innovazione varietale e per l'esportazione.

Nel prossimo futuro l'impegno del sistema produttivo melicolo orienterà ancora maggiore energia verso l'export, ma per un effettivo successo resta indispensabile un vero approccio di sistema, partendo da una chiara scelta politica di base, per un preciso e maggiore coinvolgimento delle strutture ministeriali competenti.



Il raccolto europeo di pere è stimato in crescita a 2,33 milioni di tonnellate, con un aumento del 4% rispetto allo scorso anno e del 3% rispetto alla media degli ultimi tre anni. L'Italia, il più grande produttore di pere nell'UE, prevede un raccolto di 741mila ton, paragonabile all'anno scorso.

Le stime sulla varietà Conference parlano di 953mila ton, il 9% in più rispetto alla produzione 2017; quelle di Doyenné du Comice è di 74.000 tonnellate, il 26% in più rispetto alla produzione dello scorso anno. La stima su Abate Fetel arriva a 333mila ton, quasi paragonabile alla produzione dello scorso anno.


I Paesi Bassi e il Belgio rappresentano circa il 65% della produzione della Conference nell'UE. Registrandosi una forte siccità in queste nazioni, la resa finale potrebbe essere inferiore.

Fonte: Assomela/WAPA/NFO
Data di pubblicazione: