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Scheda prodotto: la mela dell'Etna

Origini e territorio
Sulle pendici dell’Etna esiste un’interessante produzione di varietà autoctone di mele, spesso in coltivazione biologica e quasi sempre sopra i 1.300 metri di altitudine.
Si tratta delle Cola e Gelato Cola (nate dall’incrocio fra le prime e le Gelato) con una superficie complessiva che si aggira sui 600 ettari. 

Le mele Cola
Le Cola (nella foto in alto a destra) hanno forma cilindrica arrotondata, con peduncolo corto, buccia gialla e lentigginosa e polpa bianca, croccante, succosa, leggermente acidula.

Le mele Gelato Cola
Fini, eleganti, ma estremamente delicate, le Gelato Cola (nella foto a sinistra) invece, hanno forma tronco-conica allungata, colore verdolino alla raccolta che, con il tempo, diventa paglierino, polpa zuccherina e aromatica.

Entrambe le varietà danno frutti generalmente di piccole dimensioni. La pezzatura media ha un peso di 110-130 grammi.

Essendo una varietà autoctona dell’Etna, con elevato grado di rusticità, risulta resistente alla ticchiolatura e alla carpocapsa, il cosiddetto verme della mela. 

La raccolta
La stagione della raccolta va dalla fine di settembre-prima metà di ottobre fino a novembre se i meleti si trovano ad altitudini elevate (sopra i 1.400 metri).

Lavorazione
Il frutto viene raccolto non completamente maturo. Completa la maturazione in fruttaio tra novembre e dicembre. Si conserva fino ad aprile.

Il melo dell’Etna
Il melo è tra le specie più rappresentative della frutticoltura del territorio etneo, dove è relativamente più diffusa che in altri contesti della Sicilia (nella foto a destra: una bella immagine dell’Etna innevato e del fertile territorio pedemontano).

Tale diffusione è da mettere in relazione con la sua ampia adattabilità agli ambienti più freddi, ciò che ne consente la presenza lungo le pendici del vulcano, a quote più elevate rispetto agli altri fruttiferi.

A seconda dei versanti soltanto il nocciolo e la vite, tra le specie arboree da frutto, possono superare il melo in altitudine. In ogni caso, la sua presenza si riscontra più diffusamente nella fascia compresa tra 600 e 1.400 metri di altitudine. I comuni più interessati alla coltivazione sono Pedara, Nicolosi, Ragalna, Biancavilla, Adrano sul versante sud-occidentale e Zafferana, Milo e Sant’Alfio su quello orientale, tutti in provincia di Catania.

La coltivazione del melo sull’Etna, grazie alla sua antica diffusione, assume una fisionomia particolare per quanto riguarda sia le varietà, sia le tecniche agronomiche.

Panorama varietale dominato da cultivar locali
In particolare il panorama varietale è dominato da numerose cultivar locali, in atto rivalutate sul mercato in funzione delle pregevoli caratteristiche di qualità espresse dal relativo prodotto.

Molto apprezzate sono, ad esempio, le mele Cola, Gelato e Gelato Cola ad epicarpo bianco-crema, di cui abbiamo detto sopra; il quadro delle cultivar ad epicarpo rosso è meno definito per la più massiva presenza di varietà di introduzione anche recente. Accanto a quelle ricordate, numerose altre cultivar locali si rinvengono ancora sull’Etna e rappresentano un patrimonio genetico meritevole di essere raccolto, descritto e conservato. 

Le cultivar Maladeci, Testa di Re, Lappiona, Regina, Rotolo, Lappio, Cardillo, Granadina, Zuccareddi, sempre più difficili da reperire, fanno riferimento a tale vasto patrimonio con il quale si è espressa, ed in parte si esprime ancora, la coltura del melo sulle pendici del vulcano. Esse, però, rischiano di essere perdute; ai tradizionali impianti basati su tali cultivar locali negli ultimi decenni si sono, infatti, affiancati, ove consentito dalle condizioni morfo-pedologiche, quelli realizzati con le moderne varietà e con protocolli di coltivazione più razionali. 

Sull’Etna si stanno introducendo anche meleti specializzati
Non sono ormai infrequenti sull’Etna i meleti specializzati o in consociazione con la vite, basati su moderne varietà del tipo "delicious" ad epicarpo rosso, innestate su portinnesti selezionati, che in qualche modo sono riusciti a rivitalizzare economicamente il comparto.

A parte questi nuovi impianti la coltura del melo sull’Etna presenta in larga parte i connotati tradizionali rappresentati dalla limitata superficie degli appezzamenti, dalla frequente promiscuità con altre specie, dalla relativa vetustà degli impianti, dal prevalente impiego del franco come portinnesto, da interventi colturali non sempre accurati, dai modesti livelli delle rese. Il prodotto, per converso, presenta attributi di qualità apprezzati da un numero crescente di consumatori.