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Di Giambattista Pepi

"La nuova associazione ACOL rilancia il "polo" dell’ortofrutta in serra di Licata (AG)"

Acquisto centralizzato degli imballaggi. Accordi con i trasportatori per ottimizzare i carichi in rapporto alle rotte e limare le tariffe. Gentlemen agreement tra gli imprenditori per impedire casi di concorrenza sleale. Avvio della procedura per ottenere la DOP Melone Cantalupo di Licata.

Con un "poker" di iniziative, la neonata Associazione commercio ortofrutticolo Licata (ACOL) rilancia il "polo" di Licata (Agrigento) specializzato nella produzione e vendita di ortofrutta in ambiente protetto, con 400 imprese produttrici, 1.500 ettari di superficie agraria utilizzata (SAU), 700 addetti e un volume d’affari di 70 milioni di euro.

"La nostra missione – dice Maurizio Bartolini, segretario di ACOL, nonché socio ed export manager di Master Fruit di Licata – è favorire l’evoluzione del comprensorio produttivo e commerciale di Licata (comprende anche gli agri di Palma di Montechiaro e Butera, quest’ultimo comune è in provincia di Caltanissetta) in un sistema integrato e moderno in grado di accrescere l’attrazione verso nuovi clienti e la capacità di competere sui mercati".

"Per crescere e incrementare la ricchezza del territorio – spiega Bartolini – è necessario che gli attori della filiera dell’ortofrutta cooperino sostenendo iniziative comuni, esattamente come stiamo facendo".

ACOL, presieduta da Carmelo Sambito (titolare di Special Fruit di Licata) associa 10 imprese, con 1.200 ettari (tra serre e pieno campo) con una PLV di 50.000 tonnellate tra meloni Cantalupo, zucchini, peperoni, pomodori e 5 milioni di capolini di carciofo (tipologie Thema, Violetto, Spinoso e Romanesco) per un giro d’affari di 60 milioni di euro, il 95% realizzato sul mercato italiano ed appena il 5% sui mercati esteri.

Nel comprensorio agricolo di Licata, uno dei capisaldi dell’area agricola trasformata del Sud Est della Sicilia, si è assistito negli ultimi dieci anni ad un processo di diversificazione produttiva che non ha ancora esaurito la sua spinta propulsiva.

Licata è conosciuta in ambito nazionale per la produzione del melone Cantalupo. La superficie investita a melone ha ormai superato i 1.500 ettari per una produzione complessiva di oltre 30.000 tonnellate. In questo comprensorio viene coltivato gran parte del melone Cantalupo denominato "Mundial", un melone di pregio protetto dal Consorzio di tutela (www.consorziomundial.com), che annovera 14 imprese, 1.000 ettari, una PLV di 25.000 tonnellate.


Melone Cantalupo Mundial.

L’allargamento della forbice costi-ricavi, la sensibile riduzione dei margini di contribuzione, la necessità di ottimizzare e razionalizzare la produzione, hanno spinto nell’ultimo decennio gli imprenditori agricoli locali a realizzare nei loro impianti due cicli produttivi.

Alla produzione di melone Cantalupo (aprile-giugno) segue un secondo ciclo colturale dedicato allo zucchino, al pomodoro e al peperone (ottobre-marzo) entrambi in ambiente protetto (serre e tunnel). In un periodo più ristretto (dicembre-marzo) si coltiva, a pieno campo, il carciofo. "Ciò ha portato il comprensorio di Licata a diventare anche in questo caso uno fra i maggiori produttori nazionali", dice Bartolini.

Nei prossimi mesi, ACOL avvierà nuove iniziative cercando di esaltare al massimo le sinergie tra i soci. "Ci proponiamo – conclude Bartolini – come un esempio virtuoso di crescita collettiva che ci permette, ad un tempo, di far fronte assieme alle sfide della concorrenza e difenderci dalle crisi congiunturali".

Il "Polo" di Licata in cifre:
Imprese di produzione: 400
Imprese di commercializzazione: 30
Addetti (fissi e stagionali): 700
SAU: 1.500 Ha.
PLV: 60.000 tonnellate
Fatturato: 70 milioni di euro.
ACOL in cifre:
Soci: 30
SAU: 1.200 Ha
Addetti: 300
Totale merce lavorata: 50.000 tonnellate
Fatturato: 60 milioni di euro.

Per contatti:
segreteria@acolsicilia.it
Data di pubblicazione: