Un successo planetario, quello delle conserve di pomodoro italiane, testimoniato dai numeri dell'export cui è destinato oltre il 60% della produzione. Nel 2023 le esportazioni di tutti i derivati del pomodoro hanno registrato una netta crescita in valore, con un significativo aumento del 16% rispetto all'anno precedente, per un totale di circa 3 miliardi di euro.
"La costante crescita delle esportazioni non lascia spazio a dubbi: le nostre conserve di pomodoro sono apprezzate in tutto il mondo per l'elevata qualità della materia prima coltivata dai nostri agricoltori, per il saper fare dei nostri imprenditori e per gli elevati livelli di sicurezza" commenta Giovanni De Angelis (nella foto a sinistra), direttore generale di ANICAV.
L'Italia è il primo Paese produttore ed esportatore di derivati del pomodoro destinati direttamente al consumatore finale: concentrati, pelati, passate, polpe e pomodorini che troviamo sugli scaffali dei supermercati sono sostenibili sotto il profilo ambientale, etico-sociale e della salute e sicurezza alimentare e sono ottenuti da pomodoro 100% italiano di alta qualità che deve essere lavorato entro 24 ore dalla raccolta. Tempi di lavorazione del tutto incompatibili con quelli che sarebbero necessari a importare la materia prima da altri Paesi.
Per questo motivo non trovano alcun fondamento i continui attacchi, rivolti ai trasformatori, che mettono in discussione l'origine dei prodotti confondendo i consumatori e inducendo a credere che non ci siano differenze tra i derivati del pomodoro e che tutto ciò che arriva sulle nostre tavole è di dubbia origine, danneggiando così l'immagine di un intero settore.
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"La preoccupazione della nostra filiera – continua De Angelis – è legata alle importazioni, in Europa e quindi in Italia, di pomodoro 'semilavorato' proveniente da Paesi extra UE che non applicano i nostri stessi standard etico-sociali e ambientali facendo, in questo modo, concorrenza sleale alle nostre imprese. Un Paese come l'Italia, che ha una forte vocazione all'export soprattutto nell'agroalimentare, non può invocare politiche restrittive ma ha l'obbligo e il dovere di chiedere e applicare il principio di sussidiarietà. Tutti devono avere e rispettare le stesse regole. Questo è quello che chiediamo con forza all'Europa a tutela del nostro sistema produttivo, superando posizioni demagogiche fuorvianti e dannose per la reputazione di un'industria e di un prodotto, il pomodoro conservato, che da secoli è alfiere del Made in Italy nel mondo".