Padiglione nuovo di zecca per i grossisti del vecchio capannone B dell'ortomercato di Milano. Dopo il trasferimento avvenuto a maggio del 2024 dei padiglioni C e D dalla vecchia struttura alla nuova, lunedì 3 novembre tocca agli operatori del "B" dare il via alle attività nella nuova area. A questo punto, mancano solo gli ultimi grossisti, quelli della lettera "A", trasferirsi nella zona nuova, si spera entro giugno 2026.
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"Decisivo l'intervento degli operatori del mercato - afferma Salvatore Musso, rappresentante dei grossisti dell'ortomercato di Milano - che, determinati ad avviare questa riqualificazione, hanno firmato un protocollo d'intesa con l'amministrazione comunale nel 2017, con il quale si è dato l'avvio a questo progetto, così come bisogna riconoscere la determinazione dell'attuale presidente Cesare Ferrero designato a questo compito, anche se non sono mancati momenti di scontro e forti malumori, dovuti prevalentemente alla mancanza di condivisione con gli operatori in sede di progettazione e soprattutto nella gestione generale dell'attività mercatale".
"Ma il merito maggiore - continua Musso - va dato agli operatori che, a spese proprie, hanno allestito i nuovi punti vendita con investimenti molto importanti e soprattutto con quel coraggio che solo gli imprenditori del 'pianeta ortofrutta' possono capire".
Le sfide più importanti sono ormai alle porte, a cominciare da quello della futura logistica, programmata come "centralizzata", e che non è stata per niente accolta bene dai grossisti, "soprattutto perché verranno privati di quell'autonomia gestionale che da sempre ha permesso di gestire queste attività con il proprio personale, garantendo al cliente quella qualità di servizi che difficilmente si riuscirà a delegare a una generica cooperativa di facchinaggio".
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"La soluzione elaborata dalla Società di gestione non garantisce la continuità di lavoro a centinaia di operai addetti a questi servizi di movimentazione delle merci, in quanto le attuali cooperative autorizzate non hanno quel vincolo della 'clausola sociale' che avrebbe garantito la continuità di questi lavoratori".
Gli operatori comunque rimangono fiduciosi in una soluzione definitiva, che possa garantire quella crescita economica e d'immagine globale, proiettati in quel percorso che vorrà fare del comprensorio agroalimentare di Milano un hub tra i più importanti d'Europa", conclude Musso.

