La fase iniziale della campagna delle clementine spagnole, che è cominciata da tre o quattro settimane, si sta dimostrando faticosa quest'anno. Di fronte a un'offerta di importazioni ancora presente sul mercato e a un consumo in calo, la Clémenrubi spagnola fatica a trovare il suo posto. Tuttavia, secondo Xavier Rosario, della società Louis Rosario con sede a Perpignan, dall'attuale settimana (la 45 del 2025, ndr) dovrebbe profilarsi un miglioramento.
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Rimanenze di clementine Orri sudafricane
"All'inizio i prezzi erano alti, la domanda era bassa e c'erano ancora molte scorte dal Sudafrica", riassume Xavier Rosario. Una congiuntura poco favorevole all'arrivo delle Clemenrubi spagnole, i cui primi lotti erano un po' scarsi di colore. "Di fronte all'offerta sudafricana di Orri più dolci e a prezzi più bassi, il prodotto spagnolo non può ovviamente competere. Soprattutto perché le dimensioni dell'offerta sudafricana, principalmente calibro 1, rispondono maggiormente alla domanda attuale, mentre la Clémenrubi spagnola è disponibile soprattutto in calibri piccoli - 2, 3, 4", precisa l'operatore. A fronte di una domanda ancora timida, i prezzi di origine spagnola sono diminuiti e la tendenza si è accentuata negli ultimi giorni, in particolare sui calibri piccoli.
Un miglioramento previsto già dalla settimana 45
Le condizioni meteorologiche non sembrano favorire un mercato già di per sé tranquillo. "Fa ancora troppo caldo, le temperature non favoriscono il consumo di agrumi e le vacanze scolastiche non sono mai propizie all'attività", spiega Xavier. Tanto più che, secondo lui, "minore è la domanda, maggiori sono i margini al dettaglio, il che frena ulteriormente le vendite". Ma la situazione dovrebbe presto cambiare. "Con la fine delle vacanze, il ritorno di un clima più fresco e lo smaltimento delle ultime scorte di Orri, la cui qualità sta iniziando a diminuire, penso che la campagna spagnola inizierà davvero in settimana. Anche il calo dei prezzi dovrebbe riportare la clementina spagnola sui binari giusti".
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"Il consumo cambia, bisogna adattarsi"
"Bisogna adattarsi alle nuove modalità di consumo", sostiene Xavier Rosario, che nel corso del tempo ha constatato una progressiva erosione della domanda, in particolare nei segmenti tradizionali. "Si osserva un fenomeno strutturale: le nuove generazioni consumano meno frutta e verdura rispetto ai loro predecessori. Cercano di risparmiare tempo e chiedono praticità, come dimostra il boom del segmento dei prodotti di IV gamma. Oggi, infatti, nel reparto ortofrutta dei supermercati o al mercato, chi acquista prodotti freschi è principalmente costituito da persone di età superiore a 50 anni, che ancora si concedono il tempo di cucinare".
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