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E' morto Dino Freddi, aveva 87 anni

L'Emilia dice addio a un 're' delle cipolle

Un innovatore che ha sempre saputo anticipare il mercato. Il 23 ottobre è morto Dino Freddi, 87 anni, di Sant'Ilario d'Enza (Reggio Emilia), dove ha sede l'azienda "Freddi 1926 srl" ora guidata dai figli Andrea (presidente) e Matteo (direttore commerciale). "Nostro padre era un vero signore del settore dell'ortofrutta - lo ricorda Matteo - come in tanti ci hanno detto il giorno del funerale. Dino ha avuto una capacità incredibile nell'essere un trascinatore e un innovatore vero, sia all'inizio quando era insieme ai fratelli Nino e Nando, sia successivamente quando proseguì l'attività".

© Freddi Prod. Ortofrutticoli sncDino Freddi si è recato nel proprio magazzino fino a meno di un anno fa

"Ad esempio, ha iniziato a rifornire la GDO quando ancora la Gdo, in pratica, non esisteva. Eravamo nei primi anni '60, i supermercati stavano timidamente affiorando in un'Italia del 'boom' e Freddi capì immediatamente che quello sarebbe stato il futuro. Per cui sono oltre 60 anni che lavoriamo per le catene distributive, all'epoca chiamate cooperative di consumo".

Ma sono tanti gli esempi delle novità portate da Dino. "Lui partiva dalla pianura reggiana per attraversare, senza autostrada, gli Appennini e acquistare a Grosseto, già negli anni '60, il sedano sbiancato che qui non esisteva. All'asta di Vilpiano (Bolzano) andava a comprare mele che nella bassa padana non si erano mai viste, e all'inizio era il solo della zona a farlo. Senza dimenticare che, ancora ragazzo, andava in bicicletta al Mercato di Parma per comprare l'ortofrutta e poi rivenderla alle massaie in paese, per poi sostituire la bici con una Moto Guzzi: questo era il suo furgone dell'epoca, corredato con cassette".

"Aveva la capacità di guardare oltre, con prodotti nuovi per la zona. Ma, allo stesso tempo, gli piacevano le sfide della concorrenza: il mercato di Parma contava 26 cipollai e anche lui volle inserirsi comunque. Nel 1960 costruì una casa, ma sempre pensando il lavoro, infatti sotto all'appartamento c'erano le celle per conservare l'ortofrutta, il cui gas per lo scambio termico era, all'epoca, l'ammoniaca. Così poteva acquistare nel momento della raccolta e poi rivendere con calma successivamente. Sessant'anni fa non era molto frequente una concezione simile né arrischiare investimenti di questo tipo".

Poi ci vide lungo quando capì che poteva ottenere un forte guadagno se fosse riuscito ad allungare il calendario di commercializzazione delle zucche. Ma come fare? Creò in magazzino una stanza refrigerata per mantenere le zucche, isolandola con 15 centimetri di sughero, così da arrivare fino ad aprile con il prodotto".

© Freddi Prod. Ortofrutticoli sncMatteo e Dino Freddi

Ha sempre cercato mercati e prodotti nuovi, guardando oltre l'ambito locale. Nel 1982 comprò la prima macchina pesatrice completamente automatizzata (investendo 500 milioni di lire all'epoca), per realizzare piccole confezioni. Anche gli stessi supermercati, all'inizio, erano scettici sulle confezioni da 500 grammi o da 1 kg. Invece il mercato andava proprio in quella direzione e, in breve, si ripagò l'investimento perché gli ordini fioccavano.

Era un periodo con i tassi di interesse al 20-25%, però i debiti non lo spaventavano perché aveva capito che c'era spazio per guadagnare e lui, come tutti gli altri del settore, si sono ripagati i debiti e hanno fatto reddito".

"È stato un esempio per noi - conclude Matteo - non solo dal punto di vista imprenditoriale, ma soprattutto per i valori umani che ci ha trasmesso".

Per maggiori informazioni:
Freddi 1926 srl
Via Lama, 41
Calerno di S. Ilario d'Enza (RE)
+39 0522 679831
www.cipollefreddi.it