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Bayer Crop Science incontra la stampa nel suo rinnovato Centro Ricerche di Latina

Serre e tecnologie all'avanguardia: il futuro della ricerca e sviluppo di varietà orticole è già qui

Da 125 anni è un punto di riferimento per l'agricoltura in Italia e nel mondo e ora ha celebrato l'inaugurazione delle sue nuove serre a tecnologia avanzata, dedicate allo sviluppo e alla ricerca di varietà orticole, in uno dei suoi due centri di ricerca in Italia. Stiamo parlando di Bayer Crop Science e dei suoi ultimi investimenti a Latina.

© Giancarlo Fabbri | FreshPlaza.itIl centro ricerche di Latina - Clicca qui per sfogliare l'album fotografico!

Con un evento, rivolto a partner, stampa e rappresentanti delle associazioni del settore agricolo, la multinazionale ha messo in luce un impegno e un investimento cruciali per il futuro dell'orticoltura mediterranea e globale.

© Giancarlo Fabbri | FreshPlaza.itIl momento del taglio inaugurale del nastro. In foto: Mauro Ferrari, Patrick Gerlich e Francesco Della Rocca

L'impegno per l'innovazione e il territorio
Nella conferenza stampa di apertura, l'Amministratore Delegato di Bayer Crop Science Italia Patrick Gerlich ha espresso "onore ed emozione" per l'inaugurazione, delineando l'importanza dell'investimento e sottolineando il ruolo di leader dell'azienda nelle Life Sciences, nei settori salute e agricoltura. In particolare, il lavoro svolto a Latina è fondamentale per l'eccellenza del made in Italy, contribuendo a sviluppare varietà di pomodoro, melone e finocchio che raggiungeranno i consumatori in tutto il mondo.

© Giancarlo Fabbri | FreshPlaza.itPatrick Gerlich - Clicca qui per sfogliare l'album fotografico!

"Quello che facciamo qui a Latina è determinante sia a livello globale che locale", ha affermato Gerlich, in quanto l'azienda mira ad "aiutare a nutrire un pianeta sempre in crescita, tutelando allo stesso tempo le risorse naturali". Rammentando infine quanto, sin da giovane, abbia apprezzato il cibo italiano da consumatore tedesco, Gerlich ha enfatizzato la necessità di calare l'innovazione "nella realtà del territorio" italiano, sviluppando varietà in linea con i bisogni dei futuri consumatori, oltre che degli agricoltori locali e del clima mediterraneo.

© Giancarlo Fabbri | FreshPlaza.itLa platea degli invitati

A sua volta, Mauro Ferrari, Unit Lead Vegetables Seeds Italia, ha fornito una panoramica della divisione, che gestisce circa 20 specie orticole e oltre 2.000 varietà a livello globale. Il centro di Latina, con i suoi 110 dipendenti, è un'eccellenza che permette un contatto diretto tra gli orticoltori e i breeder, generando "un valore aggiunto difficilmente quantificabile". Gli investimenti realizzati sono stati definiti "indispensabili, fondamentali per arrivare a commercializzare varietà sempre più innovative".

© Giancarlo Fabbri | FreshPlaza.itMauro Ferrari - Clicca qui per sfogliare l'album fotografico!

In un breve video si sono potuti ascoltare anche gli interventi di JD Rossouw, Head of Vegetables Research & Development e di Mike Graham, Head of Research & Development (R&D): entrambi hanno sottolineato che l'obiettivo del sito di Latina non è solo lavorare come piattaforma per prodotti globali, ma anche fornire i prodotti giusti ai coltivatori italiani per il loro specifico ambiente. Latina concentra le sue attività su sette diverse colture e i nuovi investimenti sono destinati ad accelerare lo sviluppo pre-commerciale di orticole che arricchiranno l'assortimento degli agricoltori. Attivo da quasi 43 anni sul territorio (nacque infatti nel 1982 come Peto Seed), il centro impiega circa 25 dipendenti a tempo pieno e oltre 40 lavoratori a contratto, e il suo operato serve la missione fondamentale di Bayer: "health for all, hunger for none".

© Giancarlo Fabbri | FreshPlaza.it

Gli assi nella manica del centro di Latina
Nel suo intervento, Francesco Della Rocca, Head of Operations del Centro R&D di Latina, ha espresso profonda emozione, dichiarando: "Sono 25 anni che attendo questo momento".

© Giancarlo Fabbri | FreshPlaza.itFrancesco Della Rocca - Clicca qui per sfogliare l'album fotografico!

Ha illustrato la strategia aziendale che classifica i 40 centri di ricerca Bayer in tre tipi di hub. Latina è il Delivery Hub, responsabile della produzione di sementi di quantità e qualità per il mercato globale. Questa ripartizione è stata riassunta con un'analogia: "Qualcuno fa gli ingredienti (="Creation hub"), qualcuno produce la torta (="Delivery hub") e qualcuno la assaggia (="Insight hub")".

I nuovi investimenti nel sito di Latina hanno creato 28.000 m² di serre ad altissima tecnologia. Della Rocca ha evidenziato l'impegno per la sostenibilità, inclusi i sistemi di fertilizzazione a circuito chiuso, che riciclano quasi il 100% dell'acqua. L'investimento ha coinvolto aziende italiane e costruttori locali di Latina, contribuendo alla crescita del territorio. Della Rocca ha anche lodato gli uffici locali per la rapidità nell'ottenimento dei permessi.

© Giancarlo Fabbri | FreshPlaza.it

Anche le istituzioni, nella figura dell'assessore del Comune di Latina Antonio Cosentino, e le associazioni di categoria hanno espresso grande apprezzamento. Massimiliano Giansanti, Presidente del COPA-Comitato Organizzazioni Agricole Europee, ha parlato di "motivo di forte orgoglio, nel vedere come un importante multinazionale globale abbia deciso di investire nel territorio". Giansanti ha riconosciuto che, in un contesto di cambiamento climatico, l'innovazione varietale è essenziale per garantire la produzione alimentare globale, lodando il polo di Latina come un'"eccellenza a livello mondiale" in orticoltura.

© Giancarlo Fabbri | FreshPlaza.itMassimiliano Giansanti - Clicca qui per sfogliare l'album fotografico!

L'evoluzione delle serre e la sostenibilità ambientale
Dopo il taglio del nastro, la visita guidata ha svelato i dettagli tecnici che rendono il centro di Latina un Delivery Hub strategico globale. Francesco Della Rocca, nel guidare i giornalisti all'interno di una delle strutture, ha descritto l'espansione come il culmine di anni di lavoro.

© Giancarlo Fabbri | FreshPlaza.it

Le nuove serre sono state realizzate con tecnologia olandese e suddivise in sei compartimenti stagni per minimizzare il rischio di contagio di eventuali patogeni. Tra le innovazioni chiave spiccano il riscaldamento basale, che permette di riscaldare il substrato dal basso verso l'alto, mantenendo 14-15°C interni anche con 0°C esterni, e riducendo drasticamente i consumi di metano.

© Giancarlo Fabbri | FreshPlaza.it

Ma l'innovazione più significativa dal punto di vista ambientale è l'impianto di fertilizzazione a sistema chiuso. Della Rocca ha sottolineato: "L'impatto ambientale si riduce tantissimo; microelementi e fertilizzanti non vengono lasciati nel suolo". Il sito utilizza un sistema di biorisanamento che usa le piante per degradare i principi attivi residui dei trattamenti, impedendo il rilascio nell'ambiente.

L'acqua drenata viene riciclata quasi al 100%, garantendo un uso efficiente delle risorse: viene infatti disinfettata mediante raggi UV e riutilizzata. È stata prevista la regimentazione delle acque piovane tramite due grandi vasche per evitare problemi di erosione sul territorio. Il 30% del fabbisogno energetico dell'azienda è coperto da un impianto fotovoltaico.

© Giancarlo Fabbri | FreshPlaza.it

Inoltre, l'adozione di materiali biocompostabili (fili e anelli) e la lotta biologica, riducendo l'uso di trattamenti chimici, dimostrano la serietà dell'impegno ecologico. Una tecnica particolarmente efficace è stata la solarizzazione del terreno potenziata con l'uso di carbone, che ha consentito di distruggere i patogeni in soli 18 giorni.

Il cuore della ricerca: il miglioramento varietale
La fase di ricerca in campo è stata illustrata attraverso l'esempio del melone. Elen Jones Evans, Melon breeder, ha spiegato che il miglioramento genetico parte sempre dalle esigenze del mercato: aspetto, grado zuccherino (Brix), forza della pianta e tenuta post-raccolta. Il processo, che può durare dai 6 ai 10 anni, inizia con la creazione di nuove linee parentali stabili tramite autoimpollinazione controllata o incroci.

© Giancarlo Fabbri | FreshPlaza.itElen Jones Evans - Clicca qui per sfogliare l'album fotografico!

L'impollinazione controllata avviene manualmente, poiché il melone è una pianta allogama che non si autofeconda. L'obiettivo finale è combinare caratteri diversi per ottenere un seme ibrido di qualità.

L'uso dei marcatori molecolari per la selezione assistita (MAS)
Un elemento cruciale per velocizzare il processo è la Selezione Assistita da Marcatori (MAS). Marco Napolitano, Watermelon breeder, ha illustrato come questo sistema permetta di identificare e selezionare rapidamente individui con caratteristiche superiori, come resistenza ai patogeni o qualità agronomiche od organolettiche. Utilizzando marcatori molecolari, è possibile infatti identificare il profilo genetico delle plantule già allo stadio di cotiledone.

© Giancarlo Fabbri | FreshPlaza.itMarco Napolitano

"Capite bene che è uno strumento potentissimo per guadagnare in sostenibilità, efficienza e velocità," ha spiegato Napolitano. Grazie a questa pre-selezione, i risultati possono essere ottenuti in soli 10 giorni, permettendo di piantare solo gli individui desiderati.

La gestione accurata del germoplasma
Luciana Monetti, responsabile del Nursery team, ha guidato i presenti attraverso il meticoloso processo post-raccolta. L'obiettivo è estrarre il seme da frutti selezionati manualmente e scartare la polpa: un processo che richiede estrema accuratezza e una specifica formazione del personale (fino a 50 addetti!). Ogni seme raccolto è tracciato attentamente, garantendo la rintracciabilità del germoplasma.

© Giancarlo Fabbri | FreshPlaza.itLuciana Monetti - Clicca qui per sfogliare l'album fotografico!

Una fase cruciale è la sanificazione del seme. Vengono applicati protocolli validati globalmente con prodotti chimici blandi, garantendo che il seme sia "assolutamente pulito ed esente da problematiche fitosanitarie" prima di essere scambiato a livello globale o testato in campo.

Infine, il seme viene conservato nelle semiteche del sito, in ambienti a temperatura e umidità controllate. Luciana Monetti ha definito la semiteca come il "caveau" aziendale: "Qui c'è tutto il frutto della nostra ricerca".

Una mutazione fortunata: il caso del finocchio
Un caso di eccellenza del made in Italy nel settore orticolo è rappresentato dal finocchio, con circa l'85% di quello coltivato nel mondo che proviene proprio dall'Italia. Luca Pallottini, Eggplant and Fennel breeder, ha spiegato ome la scoperta di una mutazione naturale che causa la maschio sterilità citoplasmatica nel fiore abbia rivoluzionato il settore. Grazie a questa tecnica, si è passati da varietà a libera impollinazione (OP) coltivate fino alla metà degli anni '80, agli attuali ibridi F1 che costituiscono il 100% delle varietà in commercio, determinando un aumento delle rese del 20-30% e una fondamentale uniformità nella produzione

© Giancarlo Fabbri | FreshPlaza.itLuca Pallottini

Big data e breeding
A seguire, Andrea Mattiuzzo, Pepper breeder, ha mostrato l'uso della macchina proprietaria ScaleCAM: un sistema che, nella sua struttura fisica, appare semplice, composto da un nastro trasportatore, una bilancia e una videocamera.Tuttavia, la sua complessità risiede nel software proprietario che la gestisce. Questa macchina, dotata di una telecamera ad alta risoluzione (RGB) e una telecamera LIDAR (per la profondità di campo), analizza automaticamente i frutti in termini di peso, dimensione, colore e profondità di campo. Il software associato processa migliaia di dati in una singola passata. Mattiuzzo ha descritto questo strumento come una "rivoluzione del dato", perché permette di estrarre informazioni cruciali sulla produttività e la qualità dei frutti in una quantità e profondità mai viste prima.

"Più dati, più oggettività e più cambiamento", ha riassunto Mattiuzzo. Questi dati oggettivi consentono infatti una comparazione precisa delle varietà a livello globale, aumentando l'accuratezza e l'innovazione. La conoscenza del campo rimane importante, ma la conoscenza dei programmi statistici è diventata fondamentale: "L'adozione di questa nuova tecnologia - ha spiegato l'esperto - sta consentendo il passaggio dall'approccio del breeding vegetale classico a quello dell'animal breeder, dove il professionista non si reca più fisicamente a misurare i capi dell'allevamento (come la massa grassa nel bestiame), ma analizza i dati". Questo consente una selezione molto più rapida e accurata. Mattiuzzo ha sottolineato che l'azienda ha creduto in questo approccio, tanto che il breeding del peperone è cambiato radicalmente da un anno all'altro.

© Giancarlo Fabbri | FreshPlaza.itClicca qui per sfogliare l'album fotografico!

La direzione è chiara: l'Intelligenza Artificiale è già arrivata, e il breeder del futuro darà un'approvazione o meno a ciò che la macchina ha scelto, rendendo la sua parte nel circolo decisionale sempre meno basata sull'intuizione soggettiva e sempre più sul dato oggettivo e l'analisi predittiva. L'esperto ha avvertito che le aziende che non seguiranno questi avanzamenti rischiano di essere "tagliate fuori" dal mercato.

Il futuro è già qui: chi si ferma è perduto
L'inaugurazione delle nuove serre a Latina rappresenta una chiara dimostrazione dell'impegno di Bayer Crop Science per l'agricoltura italiana e la ricerca globale. L'integrazione di manualità altamente specializzata (come nelle operazioni di impollinazione) con l'alta tecnologia (come ScaleCam e MAS) definisce la rotta per portare sul mercato nuove varietà che rispondano in modo efficiente e sostenibile alle crescenti sfide climatiche e produttive mondiali. Al contempo, ammonisce circa l'accelerazione e la rapidità di sviluppi che, se non compresi e implementati su larga scala non soltanto dalle imprese sementiere, ma anche da quelle agricole, rischiano di rendere molti operatori non più competitivi.

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