La campagna 2025 delle albicocche si conferma tra le più difficili degli ultimi anni, ma non mancano motivi di ottimismo. A riferirlo è Vincenzo Santoro, direttore commerciale di ABA Mediterranea, azienda specializzata nell'export di frutta biologica e biodinamica, che descrive un percorso costellato di ostacoli (dalla fioritura scarsa alle gelate primaverili, fino alla sfida delle nuove varietà e ai 'capricci' del mercato), ma aperto a prospettive di miglioramento.
Michele Santoro, Vittorio Cassano e Vincenzo Santoro di Aba Bio/ABA Mediterranea in occasione di Macfrut 2025
La stagione è partita con una fioritura contenuta, seguita dalla gelata del 19 marzo che ha messo alla prova le varietà più precoci. Tuttavia, le cultivar con maturazione tra la prima e la seconda settimana di giugno promettono rese "pressoché normali", mentre i frutti in pianta mostrano pezzatura generosa, grado Brix elevato e un profilo aromatico in crescita. "Con meno frutti, la pianta concentra meglio le risorse: la qualità ne guadagna", spiega Santoro, fiducioso che qualche settimana di sole possa consolidare il potenziale.
Sul fronte commerciale, i prezzi all'origine restano sostenuti, riflesso di un'offerta limitata non solo in Italia ma in tutto il bacino mediterraneo. Spagna e altri Paesi dell'area mediterranea hanno subito le stesse gelate e anomalie climatiche, annullando qualsiasi vantaggio competitivo. Questo, però, spinge i produttori a ragionare su soluzioni condivise e su una gestione più efficiente dei costi. "Lavoriamo giorno per giorno, ma la filiera sta facendo squadra per valorizzare la qualità e contenere le spese", sottolinea Santoro.
ABA Mediterranea destina la maggior parte dei volumi a Germania e Centro Europa: "Il mercato interno oggi non è remunerativo".
Il prezzo alto, dunque, non è un vantaggio competitivo, ma solo il riflesso di una scarsità generalizzata. "L'offerta è talmente limitata che, nonostante il prezzo sia duplicato, le spese non vengono ammortizzate". Una situazione paradossale, in cui né il produttore né il consumatore sono soddisfatti: chi produce non è remunerato, chi compra non trova qualità o convenienza.
Innovazione varietale: più selezione, meno improvvisazione
Uno dei grandi temi toccati da Santoro è quello delle cultivar. L'agricoltura moderna è in continua evoluzione, soprattutto sul piano varietale, ma non sempre i risultati sono quelli sperati. "Le continue proposte di nuove varietà 'miracolose' hanno insegnato che serve un approccio più cauto: sperimentare sì, ma con prove agronomiche rigorose e attenzione ai microclimi locali". Ciò riguarda sia il convenzionale sia il biologico.
Nel bio, ad esempio, le varietà autoctone, tradizionalmente molto performanti, stanno scomparendo. "Le albicocche rosse piacciono al mercato, ma non possiamo rinunciare alle varietà autoctone: stiamo lavorando per affiancare tradizione e innovazione", sostiene Santoro.
Ciliegie e pesche? Strategie di resilienza
Anche le altre drupacee non se la passano bene: hanno sofferto piogge e spaccature, ma i produttori pugliesi stanno affinando tecniche di difesa e selezione per ridurre gli scarti e migliorare la shelf life. "Con le ciliegie, in particolare, in Puglia è da anni che le stagioni non sono favorevoli. Le piogge durante la fase di ingrossamento hanno causato spaccature e scarti. Selezionare il prodotto conforme è molto costoso", sintetizza Santoro.
Per pesche, nettarine e in generale per tutte le colture, la strada maestra resta il rinnovamento varietale. Tuttavia, i risultati richiedono tempo: alcune nuove cultivar brevettate faticano ad adattarsi ai microclimi locali e, come nota il direttore commerciale, "possono volerci anche 4-6 anni prima di capire se garantiscono rese adeguate, trasformando gli investimenti iniziali in scommesse dal ritorno non sempre certo".
Packaging e certificazioni: l'identità bio
ABA Mediterranea lavora principalmente con confezioni in cartone a marchio proprio per il prodotto sfuso, mentre per la Grande distribuzione adotta private label. L'azienda è certificata per il biologico e vanta anche le certificazioni Demeter e Naturland, a conferma di un impegno verso un'agricoltura più sostenibile.
Guardare avanti con fiducia concreta
Il cambiamento climatico resta una variabile complessa, ma la filiera ortofrutticola sta reagendo con innovazione, cooperazione e attenzione alla qualità. "Non è il momento di abbassare la guardia – conclude Santoro – ma ogni crisi accelera l'evoluzione. Con varietà selezionate, tecniche agronomiche mirate e una filiera unita possiamo trasformare le difficoltà di oggi in un vantaggio competitivo domani".
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