Il mercato del peperone italiano si trova in un equilibrio, influenzato da fattori quali prezzi elevati, difficoltà produttive e una forte concorrenza internazionale, in particolare dalla Spagna. Un'analisi del settore, compiuta da Patrizia Calabrese, sales manager di OP Fonteverde, evidenzia le dinamiche che ne determinano l'andamento e le sfide future.
"La stagione del peperone ha mantenuto un andamento regolare – spiega Calabrese - caratterizzato da una disponibilità ridotta sia in Italia che in Spagna, con conseguente rialzo dei prezzi. Nella fase iniziale della campagna (ottobre-dicembre), per le produzioni in tunnel i prezzi alla produzione per la merce di prima qualità si sono attestati tra 1,30 e 1,50 euro al kg. Con l'avvio della produzione in serra (febbraio-marzo), i prezzi sono ulteriormente aumentati: la prima scelta ha raggiunto i 1,80 -2,00 euro, mentre la seconda si è attestata tra 1,40 e 1,60 euro. La carenza di prodotto di buona qualità nel passaggio tra coltivazione in tunnel e in serra ha contribuito a questa dinamica".
Sfide produttive e competizione spagnola
"La coltivazione del peperone in Italia è complessa e presenta rischi fitopatologici che ne rendono incerta la resa – prosegue la manager - portando molti agricoltori a preferire colture alternative come le zucchine. Inoltre, la competizione spagnola rappresenta una sfida significativa: la Spagna è un grande produttore di "Bell Pepper", un peperone compatto e di colorazione omogenea. Le condizioni pedoclimatiche della Spagna, in particolare nelle zone di Almería (ma non solo), favoriscono la produzione di peperoni a campana, che sono più competitivi".
Il mercato del peperone italiano resta prevalentemente nazionale, ostacolato dalla minore competitività in termini di prezzo, rispetto a Spagna e Paesi Bassi. Sebbene il prodotto italiano sia apprezzato per la sua qualità organolettica, la sua espansione è ancora limitata sui mercati esteri, nonostante la dolcezza sia veramente più marcata.