Il mercato europeo delle mele richiede frutti di prima categoria e in condizioni eccellenti, ma le richieste di certificazione e residui stanno diventando sempre più impegnative.
"Negli ultimi anni, la superficie coltivata a mele in Cile è diminuita. Tuttavia, questa tendenza potrebbe invertire nei prossimi anni, soprattutto grazie alla crescita e al consolidamento dell'America Latina come mercato redditizio. Questo, insieme alla saturazione del consumo di ciliegie in Cina, sta riducendo l'attrattiva delle nuove piantagioni di ciliegie e favorendo la ricerca di colture alternative", ha affermato Adolfo Errázuriz, direttore alle esportazioni per l'Europa della San Clemente.
L'azienda, esportatrice di frutta fresca dal Cile, vende mele in vari mercati internazionali. Esporta anche ciliegie biologiche, uva da tavola, agrumi e mirtilli dal Perù e avocado dalla Colombia.
"Siamo principalmente coltivatori di mele. Abbiamo 13 varietà. Gala, Pink Lady e Fuji sono le principali, ma il futuro sta nelle nuove cultivar. La sfida è cercare le finestre commerciali per commercializzarle, poiché diventano ogni giorno più brevi, a causa dei grandi volumi di produzione negli Stati Uniti e con l'Europa che allunga sempre di più la sua stagione melicola locale", ha evidenziato Errázuriz.
La San Clemente ha esportato circa 2.800.000 casse di mele nel 2024 e prevede una crescita del 10% nel 2025. Nel 2024, ha inviato in Europa il 40% delle mele, rifornendo i principali rivenditori europei, come Lidl, Aldi, Tesco, Albert Heijn, Edeka e molti altri.
"I prezzi delle mele della scorsa stagione sono stati ottimi per i produttori, superando le aspettative e le stime del settore. In questa stagione, si prevede che i prezzi di vendita a destinazione rimangano simili a quelli dell'anno scorso. Tuttavia, due fattori potrebbero influenzare la redditività: il tasso di cambio, dal momento che l'Euro e la Sterlina hanno perso valore rispetto al Dollaro, incidendo sul reddito finale degli esportatori; e l'aumento delle tariffe di trasporto, che ha comportato un incremento del 20-25% nei costi logistici, riducendo i margini di profitto per i produttori", ha spiegato Errazuriz.
Una delle sfide maggiori per l'azienda è adattarsi alle nuove certificazioni. "L'Europa impone rigidi requisiti ambientali e lavorativi e l'azienda è sottoposta a un audit per la certificazione LEAF (Linking Environment and Farming), che valuta l'impronta ambientale e l'uso responsabile delle risorse. Siamo pionieri in questo processo e crediamo che farà la differenza sul mercato europeo. Attualmente, i rivenditori del Regno Unito come Tesco e Asda la richiedono già o inizieranno a farlo nel 2025, mentre in Europa, Albert Heijn (Paesi Bassi) ha mostrato interesse nell'adottarla", ha sottolineato Errazuriz.
Il settore sta affrontando difficoltà logistiche a causa della carenza di container, un problema aggravato dall'aumento delle esportazioni di ciliegie verso la Cina. "Il Sud America sta vivendo una carenza di container, il che potrebbe causare ritardi se non pianifichiamo in anticipo".
"Riteniamo che le mele guadagneranno nuovamente spazio in Cile. Con il mercato delle ciliegie in difficoltà, potrebbe esserci un ritorno a colture più stabili", ha concluso Errázuriz.
Per maggiori informazioni:
Adolfo Errázuriz
San Clemente
Cile
+56 9 68493920
[email protected]
www.sclem.cl