"Penso che, per un imprenditore, avere la capacità di cambiare sia un segno di maturità e del desiderio di non rimanere fermi su posizioni consolidate". Marco Babbi, da poche settimane, ha terminato la propria esperienza nella ditta Caligari&Babbi, che aveva fondato con il suo socio nei primi anni 2000. "Volevo ringraziare tutti coloro con cui ho avuto a che fare in questi anni – dice Babbi – dai fornitori in tutta Italia ai clienti in tutta Europa. È stata una bellissima avventura ma, come spesso accade, occorre anche saper cambiare e intraprendere nuove strade".
Marco Babbi
"La mia storia imprenditoriale è piuttosto lineare – dice Babbi – Sono cresciuto nel mondo dell'ortofrutta e a 19 anni già lavoravo in un magazzino. Nei primi anni 2000, con il socio Vittorio Caligari abbiamo dato vita alla nostra azienda di Savignano sul Rubicone (Forlì-Cesena), specializzata in finocchio e diventata poi nota in tutta Europa, grazie al marchio Finò. Non è stato un percorso semplice, abbiamo lavorato duramente e siamo passati da una piccola struttura fino alla costruzione, 5 anni fa, di un moderno stabilimento".
Continua Babbi: "Ci tengo in particolare a ringraziare tutti coloro che ho incontrato nel mio percorso in questi anni: da ognuno ho imparato qualcosa, perché con ognuno ho sempre cercato di condividere l'esperienza e il lavoro. Sono sempre stato attratto dalle innovazioni, dal cercare di fare qualcosa di nuovo, in modo di soddisfare le esigenze dei clienti. Credo che la crescita del comparto dipenda molto da come ognuno di noi si pone, dalla capacità che abbiamo di ascoltare da un lato i produttori, che sono la spina dorsale del sistema, dall'altro i clienti che quotidianamente sono a contatto con i consumatori".
Ma cambiare non significa sedersi sugli allori. "Certo che no – sottolinea Babbi – in quanto stiamo costruendo un progetto che rimane nell'ambito ortofrutticolo, diverso però dal precedente. Il vero motore di questa nuova iniziativa, che vedrà la nascita fra un paio di mesi, sarà mio figlio Riccardo. Io sarò presente come supporto e per apportare la mia esperienza, ma è giusto che siano i giovani a portare avanti l'innovazione".