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Carciofi siciliani: una stagione da dimenticare

"Quella di quest'anno, per i carciofi siciliani, a dir poco è una stagione disastrosa". A dirlo e Enzo Rametta, produttore e commerciante ortofrutticolo catanese. "La siccità dell'estate scorsa ha compromesso fin dall'inizio la stagione - continua l'imprenditore - A questo si è aggiunta una settimana, ai primi di dicembre, di freddo intenso che ha rallentato ulteriormente la produzione. Per giunta, sul piano commerciale, abbiamo visto la presenza del prodotto nordafricano anticipato di ben una settimana, coincidente con il nostro ritardo. Tutto ciò, messo assieme, ha determinato una catastrofe in piena regola".


Enzo Rametta

I prezzi, in effetti, hanno avuto un andamento regolare fino alle festività natalizie, ma immediatamente dopo sono crollati a causa di una concomitante produzione proveniente anche dalla Puglia.

"Non ci aspettavamo una tale abbondanza di prodotto sul mercato - continua Rametta - e adesso siamo al collasso. Bisogna che qualcuno intervenga sull'ingresso indiscriminato di merce dall'estero. Dall'altra parte del Mediterraneo non hanno le nostre stesse regole restrittive. La situazione ormai è insostenibile, perché al maggior costo del lavoro in Italia, va aggiunta una tassazione che incide pesantemente sulle produzioni. Se a questo si aggiunge un costo elevato dell'energia e del carburante, allora diventa chiaro che non siamo più in grado di sostenere la concorrenza".

"Non potendo incidere in nessun modo su quelle che sono le regole del cosiddetto libero mercato e visto che non riusciamo a proteggere i nostri prodotti - continua l'imprenditore agricolo di Catania - non ci rimane altro che sensibilizzare i consumatori finali verso l'acquisto di prodotti locali, regionali e nazionali a difesa del reddito italiano. Lo diciamo a modo nostro con le parole di Trump: prima i prodotti italiani. Spesso il consumatore finale italiano purtroppo - dice ancora Rametta - ignora che il prodotto proveniente dai Paesi in via di sviluppo, a fronte di un prezzo leggermente inferiore sui banchi della spesa, corrisponde a un costo della manodopera molto più bassa e non controllata. A questo bisogna aggiungere che i regolamenti fitosanitari hanno poco a che vedere con gli elevati standard italiani, riconosciuti in tutto il mondo".

"I conti sono presto fatti - conclude Rametta - per impiantare un ettaro di carciofeto si spendono mediamente 5000 euro. Ogni ettaro può contenere 10mila piante, che producono circa 12 carciofi ciascuna. In queste settimane siamo stati costretti a vendere un carciofo all'ingrosso anche a 0,08 Euro per un totale di 9600 euro di ricavo lordo, dal quale togliere, sempre se tutto va bene, circa la metà per i trattamenti fitosanitari che sono solo quelli previsti dalla nostra legge e la paga dei raccoglitori. Cosa rimane al produttore, se non una perdita netta? Infine, come se non bastasse, anche l'industria quest'anno ha abbassato i prezzi a 0,05 Euro. E' la disperazione più totale!"