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Dall'assemblea di Fruitimprese Veneto

"Crediamo ancora nel settore frutticolo: ecco esempi concreti per non scoraggiarsi"

Entusiasti del proprio lavoro nel settore ortofrutticolo, con tanta voglia di cercare novità e consapevoli che ancora si possono raggiungere nuovi traguardi, nonostante le difficoltà del comparto. Giovedì 12 dicembre si è svolta l'annuale assemblea di Fruitimprese Veneto, presso la locanda "Posta Vecia" di Verona. Oltre una cinquantina gli intervenuti per il convegno, organizzato dal presidente Stefano Pezzo, il quale ha portato al tavolo dei relatori alcune esperienze concrete: Silvio Salvi, presidente della Società italiana di genetica agraria, Marco Rivoira dell'omonimo gruppo piemontese "Rivoira" e Patrizio Neri, presidente di "Jingold".

Gli interventi dei relatori sono stati accomunati da un filo conduttore: un ottimismo che affronta le difficoltà, innegabili, del settore; un ottimismo non dettato dall'incoscienza, bensì dalla consapevolezza che esistono ancora margini inesplorati che possono portare a traguardi più lontani. "Essere entusiasta, per me, è una sorta di patologia – ha affermato Rivoira – perché mi piace fare continuamente cose nuove, cercare l'innovazione e credo che questo derivi da una curiosità innata che mi porta a osservare e ragionare".

Da sinistra, Stefano Pezzo, Marco Rivoira, Patrizio Neri, Silvio Salvi

Pure Patrizio Neri, sul fronte della spinta imprenditoriale, non scherza: "Quando abbiamo creato Jingold, 23 anni fa, non era così scontato che imprese in concorrenza su tutto il resto si mettessero d'accordo per organizzare la filiera del kiwi. Il segreto del nostro successo sta nell'aver considerato il kiwi non un prodotto, ma una categoria. Il nostro punto di forza è il kiwi giallo, che ha ampi margini di crescita in termini di consumo e, credo, andrà a erodere quote al kiwi verde. Il rosso invece è un universo a sé, io lo ritengo un frutto fantastico ed è fra i miei preferiti".

Il futuro passa dalla genetica Tea
Il tema della serata è stato "Il futuro dell'agricoltura nel territorio veneto" e il presidente Pezzo ha affermato che "il gruppo Rivoira e Jingold rappresentano due modelli vincenti, in Italia. Sono la dimostrazione che le idee sono basilari non solo per affrontare le difficoltà, ma per affrontare positivamente i mercati mondiali".

Il professor Silvio Salvi, presidente della Società italiana genetica agraria

Dopo i saluti di Daniele Polato, europarlamentare e membro della commissione sul commercio internazionale ("potete contare su di me", ha detto), è intervenuto Silvio Salvi sul tema delle Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA). "Grazie a questo strumento genetico di recente introduzione, possiamo modificare il gene di una varietà per ottenere, ad esempio, piante con minor fabbisogno in freddo, o meno idro-esigenti, o resistenti alle malattie. Non si tratta di Ogm, infatti non si spostano geni, ma si modificano: non a caso si parla anche di genome editing".

Precisato questo, arrivano le note dolenti: "L'Europa ancora non ha un regolamento, tutto è fermo alla discussione del 7 febbraio 2024. In altri paesi, invece, si sono dati delle regole e la ricerca prosegue: America, Australia, India e anche Gran Bretagna".

Due annotazioni su questa tecnica di miglioramento genetico, che ha tanti nomi (Crispr/Cas, Genome editing, Mutagenesi mirata, New Genetics Techniques, per finire con 'TEA' la definizione dei genetisti italiani) ma alla fine è sempre la stessa: una volta eseguita, la modifica non è distinguibile da una mutazione spontanea; occorre che la regolamentazione garantisca un ritorno economico a chi fa ricerca, altrimenti non ci saranno investimenti, a meno che non se ne occupi la ricerca pubblica.

Numerosi gli imprenditori che hanno partecipato all'evento

Affari di famiglia
Il gruppo Rivoira, con sede a Verzuolo (Cuneo), è una realtà che ha saputo differenziarsi anche in attività non prettamente legate all'ortofrutta. Guidata attualmente dai cugini Marco e Gualtiero, è giunta alla quarta generazione. "Le mele sono il nostro core business – ha precisato Rivoira - ma abbiamo società anche in campi diversi, come l'acqua minerale (Acqua Eva) o le plastiche biodegradabil. La mela Ambrosia è un caso: ci ha fatto capire che il parere del consumatore è il volano di un prodotto e può fare la differenza in un segmento inflazionato come quello delle mele. Ambrosia, in pochi anni, ha scalato posizioni attestandosi al terzo posto per volumi, alle spalle di due blasonati club. E Samboa è l'ultimo esempio di collaborazione internazionale che si è basato su un paio di fattori: una mela facilmente riconoscibile dal consumatore per via del sapore dolce, in equilibrio con la parte acida, raccolta al punto giusto per offrire una costanza organolettica al consumatore. Nel 2024 abbiamo raccolto le prime 4000 tonnellate".

Marco Rivoira, CEO di Rivoira Group (foto d'archivio)

Patrizio Neri, che nasce da una famiglia di agricoltori e preferisce dedicarsi al commercio di ortofrutta, invece di un comodo posto di ragioniere in banca, ha raccontato l'unicità di Jingold. "Nel 2001 io e amici/concorrenti capimmo che il sistema ortofrutticolo tradizionale, quello che in Romagna aveva visto gli albori fin dagli anni '30, stava scricchiolando. Decidemmo quindi di dare vita a un modello partecipativo (con sede a Cesena) denominato Kiwigold prima, Jingold poi. Oggi, a distanza di un ventennio, contiamo 2200 ettari in produzione, 850 produttori, 28 distributori, 63 tecnici e una sola organizzazione. L'aspetto più difficile del progetto? Garantire ogni giorno al consumatore lo stesso standard qualitativo, cioè il gusto, elevato e costante. È difficile perché abbiamo produttori in tutto il mondo, con aziende in zone con notevoli differenze di clima e terreno. Ed è qui che entrano in gioco i tecnici, da un alto, e le regole, rigide e uguali per tutti del sistema Jingold, dall'altro".

Frutta "in fuga"
Jingold esporta oltre il 90% dei propri kiwi, Rivoira il 90% delle sue mele. "Il mercato cambia e, negli ultimi 5 anni è diventato schizofrenico - ha specificato Rivoira – Da qualche anno stiamo esportando molto in centro e sud America, dato che il Cile ha convertito in ciliegie migliaia di ettari che erano a mele, mentre il Brasile ha difficoltà a coltivarne a causa delle aumentate temperature medie. Se però facciamo la lista dei mercati che sono stati persi, la situazione è preoccupante: penso a Egitto (svalutazione), Libia (situazione politica instabile), Algeria (autoproduzione), Russia (embargo), Arabia Saudita (prezzi). Possiamo invertire la rotta? Non dovunque, però sono convinto che in molti casi il sapore della frutta che le imprese italiane esportano non sia all'altezza delle aspettative dei consumatori dei paesi riceventi".

Sul fronte export, anche Neri ha precisato alcuni aspetti. "L'Europa è ancora uno dei mercati più redditizi, però vendiamo in tutto il mondo. Non mancano situazioni preoccupanti: in India, il kiwi greco e turco rappresentano una forte concorrenza; la Cina, che pareva il nuovo Eldorado, cerca gusti diversi dalle aspettative, infatti la moda è mangiare ciliegie e non kiwi. A ogni modo, per poter esportare in modo redditizio, e quindi evitando contestazioni, bisogna saper gestire bene la merce alla partenza e all'arrivo".

Patrizio Neri presidente Jingold (foto d'archivio)

Le responsabilità politiche
Nonostante gli esempi positivi riportati dai relatori, non sono mancati commenti circa le potenzialità inespresse, anche per colpa di un sistema di regole che penalizza i produttori, specie quelli italiani. Marco Rivoira ha ben espresso il parere di molti: "Non credo di esagerare se affermo che negli ultimi 20 anni la politica europea, anzi, la non-politica, è stata fallimentare. Per far entrare la frutta dagli altri continenti, praticamente senza barriere e senza dazi, basta un unico accordo con l'Unione europea; per esportare non vi è reciprocità, ma ogni nazione deve concordare il proprio protocollo e tutto ciò è assurdo. In pratica, c'è un libero scambio in entrata, a senso unico, perché le nazioni extra Ue poi si difendono con barriere fitosanitarie a volte del tutto pretestuose. Credo che noi possiamo metterci tutto l'impegno, le idee e l'innovazione possibili, ma se non si impostano regole uguali per tutti, per poter partire tutti alla pari, tutti i nostri sforzi si vanificano".

Per maggiori informazioni
www.fruitimpreseveneto.it