"A catasto abbiamo 150 varietà di nettarine, 128 di pesche, 110 di albicocche, 105 di susine: direi che sono un po' troppe". Lo ha affermato, "scherzando seriamente" Cristian Moretti, direttore di Agrintesa, intervenendo al convegno "Fruit Valley guardiamo avanti" (vedi articolo correlato) tenutosi venerdì 29 novembre a Bagnacavallo (Ravenna), presso la sala riunioni dello stabilimento Agrintesa.
"Nei decenni scorsi c'è stato un proliferare di varietà e, nel complesso, i nostri soci si ritrovano oggi con questo elevato parterre di varietà. Noi ora andiamo verso una razionalizzazione, con scelte oculate e cercando di ridurne il numero. Ovviamente, è un lavoro che richiederà molti anni".
Moretti ha ricordato i riscontri positivi che si stanno avendo dal club italo-spagnolo Ondine. "Si tratta di pesche e nettarine piatte, buone da mangiare e con una buona produttività. Anche nell'ultima stagione i prezzi in campagna sono stati elevati. La presenza di un club è indispensabile per regolare l'offerta, fare marketing e dare risposte economiche ai produttori: ogni nostra scelta è, e deve, essere guidata dall'obiettivo di aumentare il reddito dei soci".
Moretti ha scattato una fotografia sul futuro della frutticoltura romagnola: "Ci stiamo concentrando sempre di più su pesche e nettarine medio-tardive, perché è il periodo in cui nei nostri territori danno i migliori risultati. Agosto è il mese clou per la qualità delle nostre produzioni. Non dimentichiamo comunque il ruolo crescente delle albicocche, con una produzione regionale che è prima in Italia con il 27% di quota sul totale".
"Sul fronte susine - ha concluso Moretti - le superfici sono stabili, ma stiamo spostando il baricentro sul tardivo e su varietà consolidate come Stanley e President. Senza dimenticare che Angeleno è l'ideale per l'export, con qualità costante e lunga shelf life".
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