Non c'è peggior periodo lavorativo di quello in cui si rincorrono 'da mane a sera' i colli in maniera sfiancante, estenuante, irritante, spesso inconcludente, con l'unico obiettivo di soddisfare il fabbisogno in richiesta.
E il pensiero di come raggiungere il risultato dell'evasione completa, o comunque il più completa possibile, non abbandona la mente neanche un secondo, accompagnandoti sul tragitto verso il lavoro fino a quello verso casa, facendoti svegliare di notte con l'illusione di aver trovato una soluzione che l'indomani mattina sarà irrimediabilmente smentita. La crisi da inevaso è talmente invasiva e dirompente che fa cadere anche gli ultimi freni inibitori, quelli che ti avevano fatto giurare che mai più avresti chiamato quel nome, neanche fossero arrivate le sette piaghe d'Egitto, quel numero cancellato da ogni rubrica che all'improvviso ti ritrovi affannosamente a cercare come il sacro Graal.
Un punto vendita del gruppo Cedigros
Ma fermiamoci un attimo, respiriamo profondamente, accantoniamo per un secondo (ma anche meno…!) il sospetto che tutta la filiera agricola trami contro di noi.
"Il vero dramma della moderna distribuzione è l'assoluta incapacità di concepire che possa esistere una mancata consegna": questa la frase che un collega dell'area informatica ha pronunciato, pur se in un contesto diverso, ma che in maniera asetticamente concreta (tipica di chi mastica pane e byte) riassume il dramma professionale di chi lavora per evadere ordini.
Sì, perché come può risultare plausibile che un semplice ortaggio, senziente ma spesso anche dissenziente, di sua iniziativa e senza chiedere permesso alcuno, dopo aver subito 40 giorni di caldo estremo e 4-5 giorni almeno di pioggia torrenziale, decida di non presentarsi lindo e pinto alla raccolta, rimane un quesito irrisolto al pari della congettura di Goldbach (vedi problemi matematici irrisolti su Google..!).
Eppure, nonostante tutta la logica razionale sfoderata nella premessa, sono il più intollerante di tutti verso gli inevasi inattesi, non comunicati preventivamente, o peggio ancora comunicati con un'inutile mail 60 minuti prima della consegna con la sfacciataggine di aprire il testo in 'ci preme avvisare che…' o peggio ancora 'per permettervi gli opportuni recuperi', che se poi si riferisce a un prodotto di importazione presuppone l'esistenza di poteri sovrumani, tali da permettere il teletrasporto sul Cedi Discovery.
Vengo da una generazione di buyer abituata a essere misurata sulla performance di servizio e vedere la mattina un report di inevasi che cominci con zero-virgola mi emoziona ancora. Per questi motivi non prometto tolleranza, ma una magnanima severità! Non metto in dubbio che anche lato fornitore si lavori incessantemente per rispettare gli ordini alla lettera, ma occorre che tutto questo sforzo, laddove non raggiunga il risultato, sia comunicato, e se il dubbio si presenta prima della raccolta occorre che sia palesato al cliente per metterlo nella condizione di prendere o cercare di prendere i dovuti provvedimenti, o per lo meno di somatizzare la situazione e prepararsi psicologicamente ad accettarla.
Ben venga quell'operatore agricolo che, forte della sua esperienza, girando per i campi, intraveda una difficoltà produttiva a medio-lungo termine e la comunichi anzitempo, piuttosto che tenerla per sé fino al giorno dell'inevaso, scatenando l'ira funesta del pelide Achille.
Insomma: permetteteci di comprendere anzitempo, piuttosto che giustificare tardivamente!
Giancarlo Amitrano
responsabile ufficio acquisti ortofrutta
catena Cedigros
(Rubrica num. 50)