A ridosso dell'avvio della campagna, ieri 12 settembre a Milano, presso la Sala Dei Giureconsulti, si è tenuta una conferenza di presentazione del Cavolfiore della Piana del Sele IGP. Dopo un iter durato all'incirca 2 anni, il prodotto ha ottenuto il riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta a fine giugno 2024.
"Il cavolfiore si coltiva da sempre nella Piana del Sele: sicuramente dall'epoca classica, all'incirca dal II secolo prima di Cristo. Fonti storiche lo individuano a partire dal 1400 nell'areale di riferimento". Queste le affermazioni di Antonio Vocca, responsabile generale della OP Solco Maggiore, di Eboli (Salerno).
Se oggi possiamo parlare di Igp, è grazie al caparbio e instancabile lavoro condotto da Vocca, che lo ha portato a costituire il Comitato Promotore, attualmente formato da 15 soci, tra produttori e confezionatori.
"Il Comitato è al lavoro per la costituzione del Consorzio di Tutela - dice Antonio Vocca -. Nel frattempo il Ministero, lo scorso 5 settembre, con DM 412958, ha autorizzato l'organismo di controllo alla certificazione dei corimbi per la prossima campagna agraria".
Quanto agli obiettivi del Comitato promotore nel medio e lungo termine, il responsabile generale della OP Solco Maggiore dice: "Per prima c'è la necessità di costituirsi in Consorzio di Tutela, per promuovere il riconoscimento tra i produttori presenti nell'areale di riferimento. Il Consorzio inoltre potrà promuovere e valorizzare il Cavolfiore della Piana del Sele IGP in ogni canale commerciale, anche attraverso la diffusione di packaging identificativo dedicato. Nel lungo termine invece ci proponiamo di intensificare la ricerca scientifica e storico/archeologica del prodotto e del paesaggio che lo ospita, oltre che a promuovere la filiera presso il consumatore finale e lavorare alla creazione di nuovi trasformati".
A partire già da quest'autunno, sugli scaffali dell'ortofrutta troveremo il Cavolfiore della Piana del Sele con il bollino IGP. La coltivazione complessiva di cavolfiore si estenderà su circa 1200 ettari, per una produzione di circa 24 milioni di corimbi.
"Nel rispetto delle regole della nuova PAC che conferiscono maggiori poteri ai consorzi di Tutela e impongono una più ampia tracciabilità delle produzioni, tra cui l'inserimento del produttore e del confezionatore in etichetta, il Comitato mette a disposizione dei soci del costituendo Consorzio un packaging "parlante", sul quale sono visibili importantissime informazioni di elevato valore tecnico e culturale. Pertanto, unitamente alla tracciabilità e alle certificazioni del prodotto descritte nella parte sinistra dell'etichetta, a destra abbiamo le analisi organolettiche, il CLAIM: "Fonte di vitamina C", il QR CODE con documentario storico, i rapporti di prova delle analisi organolettiche, e una bellissima ricetta dello chef Davide Oldani".
La certificazione IGP è riferita al cavolfiore della Piana del Sele fresco e trasformato. Ma Vocca precisa: "Per trasformato si intende solo il corimbo certificato. Pertanto, in una confezione con più prodotti trasformati, il riferimento all'IGP è solo riferito al cavolfiore della Piana del Sele. Per il trasformato occorre l'autorizzazione del Consorzio di Tutela, ma al momento l'autorizzazione la rilascia il Ministero".
Quanto ai mercati di riferimento Antonio Vocca dice: "Il cavolfiore verrà destinato sia a quelli italiani sia a quelli europei. Tutti i canali commerciali saranno destinatari di specifica comunicazione, promozione e programmazione del prodotto certificato".
Durante la cerimonia di presentazione sono state offerte delle particolari praline al cavolfiore della Piana del Sele essiccato, ricoperte di cioccolato fondente e al latte.
Durante l'evento, un confronto multidisciplinare ha coinvolto produttori, ricercatori, chef ed esperti del settore alimentare, non solo per discutere la qualità del prodotto, ma anche per mettere in luce la sua rilevanza culturale e socioeconomica. Durante il dibattito, Gianluca Caruso, docente di Orticoltura e Floricoltura presso il Dipartimento di Agraria dell'Università degli Studi Federico II di Napoli, ha sottolineato: "Il riconoscimento IGP del Cavolfiore della Piana del Sele rappresenta un traguardo significativo per l'intero settore agroalimentare della regione. Questo successo non solo attesta l'eccellenza qualitativa del prodotto, ma evidenzia anche il valore della ricerca scientifica e del miglioramento varietale che sono stati fondamentali per raggiungere tale risultato".
A tal proposito, Paola Russo, professore ordinario di Chimica Industriale e Tecnologia presso il Dip. di Ingegneria Chimica Materiali Ambiente dell'Università di Roma La Sapienza ha sottolineato: "Il Cavolfiore della Piana del Sele IGP è un esempio eccellente di come la qualità del prodotto possa essere preservata e valorizzata attraverso tecnologie di conservazione e trasformazione innovative. La sinergia tra tradizione e innovazione permette di esaltare le caratteristiche organolettiche e nutrizionali del prodotto, contribuendo alla sua riconoscibilità e apprezzamento a livello nazionale e internazionale".
Per maggiori informazioni:
OP Solco Maggiore
Via Yuri Gagarin, 35
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