Le temperature molto alte e la completa assenza di piogge nei mesi di giugno, luglio e agosto hanno creato non poche sofferenze ai castagneti, tanto da comprometterne le rese in valori sicuramente maggiori rispetto al 2023, nonostante l'ottimale fioritura di giugno.
A fornire un quadro produttivo sulla stagione castanicola in Basilicata è Antonio Basso, tecnico dell'Associazione Castanicoltori del Vulture di Melfi, area in cui si concentra l'80% della produzione regionale.
"La situazione non è per niente favorevole. Al momento, si stima un calo delle rese superiore al 60%, con punte fino all'80% in alcuni areali. Buona parte dei ricci già caduti prematuramente al suolo sono vuoti o comunque contengono castagne appena formate. In condizioni normali, la raccolta dovrebbe cominciare tra circa un mese, ma abbiamo ragione di credere che lo slittamento sarà inevitabile per consentire un ideale sviluppo delle castagne. Difficile ora da quantificare tale posticipo, bisognerà valutare anche l'andamento climatico delle prossime settimane, che ci auguriamo possa risultare di carattere autunnale. Il recente abbassamento termico e i temporali giovano a quei pochi ricci che andranno realmente in produzione e in attesa di ingrossamento". (Nelle foto sopra, visibili i ricci piccoli).
Foto d'archivio
Oltre al calo dei quantitativi, si teme infatti anche una crescita stentata dei ricci e dunque una pezzatura contenuta delle castagne, che genererebbe deprezzamenti sui mercati. "I coltivatori sono già reduci da una campagna caratterizzata da una resa più che dimezzata, attribuibile sempre al clima anomalo, ma per la prossima annata le percentuali già si prevedono peggiori. Sul fronte fitosanitario, c'è una presenza importante di Cydia, ma è prematuro analizzare ora le conseguenze.Vedremo cosa accadrà sui ricci che si mostrano adesso di buona qualità".
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