Non sono una novità, ma forse tecnici e operatori non hanno ancora ben compreso le potenzialità delle varietà di pesche Stony Hard (letteralmente, dure come la pietra). Se ne è parlato nei giorni scorsi alla mostra pomologica organizzata a Reda di Faenza (Ravenna) in quanto da più parti si è detto che servirebbe più convinzione nel proporre queste varietà.
Angelo Minguzzi
Uno dei ricercatori che negli anni si è dato più da fare per selezionare valide varietà Stony Hard è Angelo Minguzzi che, in mostra pomologica, ha esposto Lami - My Pixie. Questa è una pesca a polpa bianca che si raccoglie normalmente da fine luglio ai primi di agosto, quest'anno è maturata, come tutte, in netto anticipo. "La polpa è soda e non cede mai - ha sottolineato Minguzzi - per cui anche la raccolta non deve destare preoccupazione: se non si riesce a raccogliere oggi per qualche problema, lo si può fare anche domani o dopodomani, tanto non cambia nulla".
Ha un sapore particolare, comunque dolce, ma non banale e con carattere proprio: deve piacere. "La polpa rimane dura perchè, ad un certo punto - ha sottolineato Minguzzi - si blocca la produzione di etilene".
Varietà Lami, esposta dopo diverse settimane di frigoconservazione
Curiosa anche la storia che sta dietro al nome Lami - My Pixie. Ha delucidato Minguzzi, vero genio su questo fronte: "My Pixie in inglese significa mio folletto, mia fata. My si pronuncia 'mai' e 'fata', in dialetto romagnolo, significa 'matura'. Mettendo insieme le due cose viene fuori "mai fata", cioè mai matura".
Molto pragmatico Stefano Foschi di Ri.Nova: "Le varietà Stony Hard andrebbero considerate di più. Si parla tanto di commercio estero e del fatto che troppe drupacee hanno solo la Germania come destinazione. Con le varietà Stony Hard si potrebbero raggiungere mercati molto più lontani senza preoccupazioni di shelf life".