I Mercati sono pronti a fare rete e a resistere. La scorsa settimana si è svolto a Bologna, presso la sede della regione, il convegno "Il fresco fa bene" promosso dalla Rete dei mercati agroalimentari dell'Emilia-Romagna, con il patrocinio di Regione Emilia-Romagna, nell'ottica di promuovere il valore, le potenzialità delle piattaforme mercatali nei singoli territori di riferimento e nelle filiere internazionali del fresco.
Nel corso del convegno è stato presentato il Piano strategico 2023-2026 della Rete, realizzato da Nomisma. Presenti i presidenti: Marco Core del Centro AgroAlimentare e Logistico di Parma (CAL), Marco Marcatili del Centro AgroAlimentare di Bologna (CAAB), Alessandro Giunchi del Mercato Ortofrutticolo di Cesena Filiera Ortofrutticola Romagnola (FOR) e Giovanni Indino del Centro AgroAlimentare Riminese (CAAR).
Un direttore "esterno", Francesco Cera, direttore del Maap di Padova, ha partecipato ai lavori esprimendo diverse riflessioni.
"Cosa ho imparato venerdì 1 dicembre? – si chiede Cera - Che i mercati per sopravvivere nel mare magnum dei 139 mercati italiani, devono muoversi curando direzioni ben precise: crescita e riorganizzazione - internazionalizzazione - diversificazione attività e nuovi servizi - valorizzazione delle rimanenze / eccedenze, temi ben sintetizzati da una ricerca Nomisma e dietro ai quali c'è un mondo di tematiche. Abbiamo avuto conferma che i nostri costi logistici sono troppo alti e ci hanno fatto perdere decine di miliardi di export agroalimentare".
"Abbiamo annotato che 20 anni fa l'Italia era prima nel consumo medio pro capite di ortofrutta ed ora siamo diventati quindicesimi in Europa, una scivolata tremenda in termini economici e di costi per la salute. Ci siamo segnati i dati pesanti citati dall'inossidabile Cavalier Paolo Bruni: l'Italia produce in ortofrutta 2,5 volte più di quello che riesce a consumare e la Spagna , a parità di produzione esporta tre volte; e poi 7% di consumi in meno nel 2023, 20% in meno negli ultimi 5 anni e prodotti con cali pesantissimi di produzione dal -80% delle pere al -20% del kiwi al -50% delle pesche... Fin qui le brutte notizie, alcune note, alcune meno" dice Cera.
Francesco Cera
Ma quali sono le soluzioni? "Innanzitutto non lavorare da soli , ma fare aggregazione e Rete anche tra mercati. La sfida dei mercati internazionali é ineludibile. E una pacca sulla spalla ai mercati allo ingrosso è venuta da Renzo Piraccini quando afferma che l'eccellenza qualitativa si trova sui mercati, ma che gli stessi devono essere pronti a cambiamenti radicali , come ad esempio, far entrare referenti della logistica tra gli stakeholders delle società di gestione".
L'Assessore regionale a turismo e commercio Corsini ha rimarcato che la regione eroga finanziamenti E continua Cera: "Da non dimenticare poi il percorso di solidarietà nella raccolta di ortofrutta per i meno abbienti. Ha sintetizza, infine, il presidente del Caab di Bologna Marco Marcatili: i mercati sono uno snodo importante per l'utente finale e tutti noi dobbiamo "rieducarci al settore del fresco", capendo che é una strada più che buona anche per servire certi settori importanti come l'horeca. Il lavoro va fatto senza contrapposizioni tra parte pubblica e privata, ma ricercando un costante equilibrio di intenti e facendosi sempre più conoscere all'esterno".
"Ancora poco conosciuti, ma, in ogni caso, grazie al fondamentale lavoro di Italmercati siamo riusciti ad ottenere fondi Pnrr per il settore dei mercati all'ingrosso, il più grande successo dopo i finanziamenti avuti con la Legge 41/1986. Un buon segno di rinascita e sviluppo" conclude Cera.
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