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"Non avremmo più potuto commercializzare la quasi totalità degli imballaggi"

Regolamento europeo sugli imballaggi: il commento di un'impresa di packaging

Dopo aver trovato un punto di equilibrio tra riciclo e riuso, grazie alle modifiche più "morbide" apportate e approvate rispetto al testo iniziale dall'Eurocamera di Strasburgo la scorsa settimana, gli operatori, nel rilasciare i commenti sul nuovo Regolamento Comunitario per gli imballaggi, hanno avuto un approccio più sereno, nell'attesa comunque della decisione del Consiglio Europeo in programma per il prossimo 18 dicembre.

Pack System, società italiana che produce imballaggi, commenta: "È stato compreso che è possibile salvaguardare l'ambiente senza penalizzare la filiera agroalimentare e quindi l'ortofrutta. La stragrande maggioranza degli imballaggi che noi vendiamo è inferiore a 1,5 kg. Se non ci fosse stata questa modifica più ragionevole, non avremmo più potuto commercializzare la quasi totalità degli imballaggi che vendiamo ora. In primis, penso al packaging delle fragole, che qui in Basilicata, dove noi operiamo, rappresenta una percentuale importante sia in termini di quantità vendute sia in termini di fatturato".

Tutelato dunque il settore agroalimentare. Resta possibile confezionare alimenti senza limiti di peso. Se da una parte gli imballaggi, in particolare quelli in plastica, dovranno essere gradualmente ridotti nei prossimi anni, dall'altra viene rivista la tipologia del monouso. Viene poi inserita la deroga per tutti i Paesi, che, come l'Italia, hanno investito nel riciclo, permettendo così di essere esentati dall'obbligo del riuso, qualora si dovesse raggiugere l'85% dal riciclo degli imballaggi.

"Di sicuro - spiegano ancora dall'impresa di packaging - si possono trovare soluzioni più green, ma vietare la vendita di imballaggi dei formati sotto 1,5 kg diventa un errore clamoroso, oltre che controproducente sul fronte della sicurezza e degli sprechi alimentari".

"L'obiettivo del regolamento europeo resta comunque giusto e da perseguire, poiché la riduzione dell'inquinamento e delle emissioni inquinanti è necessaria. Va tenuto in considerazione però che scelte non adeguatamente ragionate potrebbero generare conseguenze negative sulla filiera della produzione di imballaggi, con migliaia di posti di lavoro persi e un incremento dei costi di produzione di frutta e verdura che si rifletterebbe sui prezzi di vendita di questi articoli, accentuando la flessione dei consumi".