"I mirtilli sono costosi in Europa e questo è positivo: la disponibilità è limitata, con il Perù in calo fino al 40%, e hanno superato il picco stagionale", afferma Elzette Schutte, responsabile operativo presso la BerriesZA, l’organizzazione sudafricana che rappresenta il settore dei piccoli frutti. "Per quanto ci riguarda, abbiamo finito nel Capo Settentrionale e abbiamo iniziato la raccolta nel Capo Occidentale. Ci aspettiamo molti mirtilli nelle prossime tre settimane".
Le esportazioni di mirtilli sudafricani sono in ritardo rispetto a quelle dello scorso anno (9.622 tonnellate nella settimana 44 contro le 14.200 ton dello stesso periodo dell’anno scorso). Il motivo è la riduzione del raccolto esportabile dal nord del Paese, a causa delle forti piogge cadute in anticipo.
"Non sappiamo ancora esattamente di quanto sia diminuito il raccolto nel nord, se del 50 o del 30% non possiamo ancora dirlo", dice Elzette. "Ma questo ha sicuramente contribuito al ritardo della stagione, e anche la provincia del Capo Occidentale ha iniziato un po' più tardi".
Nel Capo Occidentale i calibri dei frutti sono un po’ più piccoli, fa notare Schutte, ma si prevede un raccolto abbondante.
"Non prevediamo un calo dei prezzi in Europa, a causa della carenza di fornitura. Anche il Regno Unito è stabile. Ovunque, anche in Medio Oriente ed Estremo Oriente, la situazione è stabile".
E aggiunge: "Le cose stanno andando bene per il Sudafrica".
Quest'anno, per soddisfare la domanda proveniente dall'Europa, più della metà del raccolto di mirtilli è stato aviotrasportato, 2.000 tonnellate in più rispetto allo scorso anno. È anche un modo per evitare il porto di Città del Capo.
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Elzette Schutte
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