Con una lettera datata 3 ottobre 2023, Intercitrus ha avvertito la Commissione europea (CE) che il Sudafrica è sul punto di raggiungere un "numero record di intercettazioni" nei porti europei di agrumi colpiti da parassiti o malattie, il cui controllo è regolamentato come ‘prioritario’ da parte dell'Ue, come nel caso della macchia nera degli agrumi (CBS).
E infatti, anche senza le rilevazioni di novembre, i dati ufficiali del portale Europhyt-Traces confermano che fino a ottobre sono state intercettate fino a 51 spedizioni sudafricane colpite da questo fungo, il numero più alto mai registrato.
Inoltre, dei 13 respingimenti registrati il mese scorso, 12 riguardavano le arance, una situazione in teoria impossibile perché, a seguito di una decisione presa dagli esportatori sudafricani e accettata dalle autorità, dal 15 settembre potevano essere inviate in Ue solo le arance provenienti dalle regioni sudafricane dichiarate "libere" dalla malattia.
Intercitrus, che ha già definito questa misura puramente di facciata, conferma così la "mancanza di credibilità" delle autorità sudafricane in materia fitosanitaria. O i loro operatori non hanno rispettato le norme autoimposte e hanno continuato a spedire le arance provenienti dalle zone infette (quelle del Capo Orientale), oppure la macchia nera si è diffusa anche in zone ufficialmente riconosciute come "libere".
Inmaculada Sanfeliu, presidente dell'Interprofessional, ha avvertito che "considerando il caos degli ultimi tre anni nella lotta contro questa malattia, l'Unione europea dovrebbe imporre un divieto automatico sulle importazioni di agrumi dal Sudafrica per la prossima stagione, a partire dal quinto respingimento".
"I problemi del Sudafrica sui controlli della macchia nera non sono una questione ciclica, come mostra il grafico sopra. Nelle ultime tre stagioni, la media annuale consolidata alla fine della stagione delle importazioni nell'emisfero australe ha superato i 40 respingimenti, un numero che va oltre il peggiore record registrato dal Paese tra il 2012 e il 2014, e che ha portato l'Ue a decidere unilateralmente di sospendere le importazioni da questo Paese (sebbene lo abbia fatto simbolicamente a novembre 2014, quando la stagione delle spedizioni era già terminata)".
"In una delle premesse del regolamento comunitario di quell’anno, che disciplinava le condizioni di importazione in relazione alla malattia della macchia nera, la stessa Commissione aveva proposto la sospensione automatica delle importazioni dopo la quinta intercettazione. Questa misura è stata poi ritirata, ma Intercitrus insiste perché venga reinserita".
Ad aprile 2022, la Commissione ha rafforzato i controlli sulle importazioni da Paesi con problemi di macchia nera, come il Sudafrica. A settembre dello stesso anno, i funzionari della DG SANCO (Direzione generale per la salute e la sicurezza alimentare) della Commissione europea si sono recati in Sudafrica per effettuare un audit in loco, che ha rivelato una serie di significative anomalie, alle quali le autorità sudafricane si erano impegnate a porre rimedio. A settembre di quest'anno, per la settima volta negli ultimi 11 anni, è stata annunciata un'ulteriore sospensione unilaterale delle spedizioni provenienti da aree dove era stata segnalata la presenza della macchia nera e, ancora una volta, tale misura si è rilevata del tutto inefficace.
Non è stato fatto nulla per arginare la minaccia rappresentata da questo parassita, un fungo che ha dimostrato di essersi adattato al clima mediterraneo e che provoca la comparsa di macchie sulla buccia degli agrumi, rendendone impossibile la vendita come prodotto fresco. Inoltre, invece di rimediare ai propri errori, il Sudafrica ha minacciato di portare la questione all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), come ha già fatto nel caso della Falsa Cydia. "Con i sudafricani non funziona niente. Se l'Ue vuole affrontare seriamente le questioni fitosanitarie, deve farsi rispettare e imporre un criterio oggettivo, come ad esempio il divieto di importazione dopo il quinto respingimento", ha detto Sanfeliu.
La situazione non è meno preoccupante per altri due agenti patogeni, il cui controllo e monitoraggio sono regolamentati come "prioritari" dall'Ue - e che rientrano nella top 20 dei parassiti e delle malattie più gravi per il loro maggiore impatto economico, ambientale e sociale - come già sottolineato da Intercitrus nella citata lettera del 3 ottobre.
Da un lato, l'organizzazione interprofessionale ha denunciato il Sudafrica perché non ha rispettato l’obbligo previsto nel 2022 di sottoporre al trattamento a freddo le arance provenienti dai Paesi colpiti dalla Falsa cydia, e ha pertanto chiesto e proposto misure specifiche per verificare sistematicamente il rispetto di quelle norme su ciascuna spedizione. A ciò si potrebbero aggiungere i rilevamenti dello stesso parassita confermati quest'anno su mandarini e pompelmi provenienti sempre dal Sudafrica (3) e da Israele (1) che, secondo l'Interprofessional, confermano la necessità di estendere il trattamento a freddo a tutte le specie riconosciute come ospiti delle larve di questo insetto.
Dall’altro lato, "non si può ignorare la notizia allarmante del rilevamento della psillide asiatica (Diaphorina Citri) a Cipro, sul territorio dell'Ue, in quanto si tratta dell’insetto vettore più aggressivo della malattia del citrus greening, che trasmette la variante asiatica (considerata quella più devastante e per la quale non esiste una cura conosciuta) e si è adattato molto bene al clima mediterraneo (tollerando un intervallo di temperature più ampio rispetto ad altri vettori come il Trioza Erytreae). È anche più difficile da individuare e si sviluppa in particolare sul Citrange Carrizo, un portainnesto degli agrumi, il più usato nel Mediterraneo".
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