E' molto presto per fare previsioni attendibili, ma già si può dare qualche indicazione sul raccolto di castagne in Emilia Romagna. Renzo Panzacchi, portavoce dell'Associazione Consorzi Castanicoltori Appennino Emilia-Romagna, ha già una propria idea: "Credo che avremo quantità inferiori al 2022, ma calibri superiori".
Renzo Panzacchi in una foto d'archivio
Va fatta una distinzione: in Romagna tanti castagneti hanno subito danni a causa delle frane (per via dell'alluvione del 16-17 maggio) e alcuni non sono neppure raggiungibili, mentre in Emilia non vi sono stati danni. "Il CSDC di Marradi ha stimato in circa 400 ettari i castagneti non raggiungibili a causa delle frane, comprendendo sia il versante romagnolo sia quello toscano. Abbiamo visto castagneti di 200 anni scivolare a valle. Per questo avremo di certo un calo nelle quantità".
Un albero di castagno scivolato a valle
La fioritura era stata abbondante e l'allegagione nella norma, per questo Panzacchi stima un buon calibro dei frutti: "Ma è presto per opinioni definitive. Il raccolto di castagne lo si valuta solo all'apertura dei ricci".
Allargando le prospettive, Panzacchi afferma che "Occorre investire adesso, perché la castagna è come un gigante che si sta risvegliando. Il mercato chiede prodotto: ad esempio, il rappresentante del Cile ha dichiarato che loro coltivano castagne e marroni e che ne esportano quasi tutti i quantitativi, molti dei quali in Italia. Il distretto campano investirà 100 milioni di euro in 5 anni per il rilancio del settore castanicolo. Occorre che anche nel resto di Italia si facciano investimenti".
"Il consumo è molto superiore alla produzione nazionale - conclude Panzacchi - per cui è indispensabile aumentare gli impianti".