Con l'arrivo di giugno, gli ordinativi di asparagi iniziano lentamente a diminuire, ma quest'anno la commercializzazione del prodotto italiano potrebbe terminare con circa due settimane di ritardo.
Un commerciante pugliese, che esporta asparagi prevalentemente nei Paesi dell'est e del centro Europa, ci spiega: "Solitamente, gli ultimi bancali vengono spediti non oltre la prima metà di giugno, ma stavolta riteniamo di allungare il calendario di vendita fino alla fine del mese. Certo, il picco produttivo è passato, anche se, in realtà, quest'anno non si è mai registrato. Infatti, l'andamento climatico primaverile anomalo, con temperature al di sotto della media e poca luminosità, hanno fatto sì che non ci fosse una continuità di produzione e che i turioni non crescessero in maniera regolare, generando una flessione dei quantitativi di circa il 15% rispetto al 2022. Tali sconvolgimenti climatici hanno portato la pianta ad allungare il ciclo di produzione di qualche giorno".
Un'annata quindi altalenante sul fronte agronomico. "A fine aprile, dopo giorni di instabilità meteorologica, i produttori pensavano che con l'arrivo di un clima mite, la crescita dei turioni sarebbe aumentata e quindi regolarizzata, poi però anche maggio si è rilevato molto piovoso e ciò non ha peggiorato l'aspetto produttivo. Le incessanti precipitazioni, comprese quelle grandinigene verificatesi negli areali pugliesi, non hanno quindi aiutato ad avere la qualità cui da sempre i clienti erano abituati. Problematica però che è stata subito compresa, non influendo molto su reclami, contestazioni ed eventuali deprezzamento da parte degli operatori".
Nonostante tutto, le quotazioni si sono mantenute sempre alte, con rincari del 15-20% rispetto alla passata campagna, permettendo così agli agricoltori di compensare le perdite causate dal maltempo.
L'operatore pugliese ci riferisce che il calo degli ordinativi per gli asparagi si sente da una decina di giorni. "Dai primi di giugno ad oggi, le richieste dei clienti sono già scese del 20-25%, anche perché iniziano a vedersi sui mercati i primi raccolti provenienti da Ungheria, Polonia e altri paesi europei".