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A cura di Daria Lodi (CSO Italy)

Piccoli frutti, gettate le basi per gli acquirenti di domani

La categoria dei piccoli frutti negli ultimi anni ha visto una buona espansione di acquisto per il consumo fresco e domestico, infatti nel corso del biennio 2021-22 mediamente il volume acquistato è stato di oltre due volte superiore a quello del 2016.

In soli cinque anni l'aggregato dei frutti di bosco che include, lamponi, mirtilli, more, ribes ed altri, ha registrato una costante e repentina crescita di interesse da parte dei consumatori anche per essere mangiati freschi nell'ambito domestico.

Frutti di bosco che escono quindi dal freezer o dalle confezioni del trasformato e vengono trattati come i frutti che comunemente si possono trovare nelle nostre case, più precisamente nel corso dell'ultimo anno solare completo a nostra disposizione, il 2022, questa categoria di prodotti è stata acquistata almeno una volta dal 29% delle famiglie italiane.

Una penetrazione che, ancora una volta, ha visto un'esplosione in un arco di tempo molto limitato: sempre nel confronto con il 2016, primo anno a nostra disposizione nella serie storica, i piccoli frutti erano acquistati solo dal 18% delle famiglie.

Non incrementano solamente le famiglie acquirenti, ma anche il volume che in questi nuclei vengono consumati, attualmente si tratta di 1,82 kg annui, il +46% rispetto al 2016. Anche la spesa per famiglia, com'è prevedibile, ha subito delle forti modificazioni infatti nel 2022 ciascun nucleo acquirente ha investito 22,6 euro per i piccoli frutti contro i 15 euro dell'inizio della serie storica GfK elaborata da CSO Italy utilizzata per la stesura di questo articolo.

Abbiamo parlato di un biennio con quantità importanti acquistate, proprio nel corso del 2022 con oltre 13mila tonnellate si registra un'ulteriore crescita pari al +3%. Nell'ambito della frutta questo aggregato è una delle poche realtà controcorrente in una generale e prolungata contrazione di acquisto.

Trattando il tema prezzi, un fattore importante per la categoria dei piccoli frutti, l'importo per chilogrammo è il più elevato rilevato nel comparto frutticolo con mediamente, per il 2022, un valore di 12,38 euro/kg il -2% sul 2021.

Foto © Florian Jung | Dreamstime.com 

Diversamente da quanto si rileva nell'ortofrutta, i piccoli frutti oggi sono più economici rispetto a 6 anni fa, infatti nel già citato 2016 l'importo medio era di 12 euro, nel biennio successivo addirittura oltre i 14 euro/kg. Una decrescita che ha favorito l'avvicinamento alla referenza di una platea più ampia di consumatori, vedi aumento della penetrazione, anche grazie alla sempre più ampia gamma di scelta e disponibilità di prodotto nei dodici mesi dell'anno.

La distribuzione dei piccoli frutti necessita – preferibilmente – di un'area refrigerata per l'esposizione, pertanto in questo la grande distribuzione è avvantaggiata tant'è che iper, super, discount e superette ricoprono il 90% dei volumi totali acquistati nel corso del 2022. Nello specifico la fetta di maggioranza è detenuta dai supermercati (56%) con un volume di oltre 7.500 tonnellate che registrano anche un aumento delle vendite del +3%, seguono i discount con 2.500 tonnellate pari al 19% delle quote con un aumento del +10%, buon trend sospinto anche dal prezzo medio di acquisto più contenuto nella distribuzione organizzata con 11,11 euro/kg.

Foto © Oksix | Dreamstime.com

Al terzo posto gli ipermercati con 1.660 tonnellate (12% del totale) in aumento dell'8% sull'annata precedente, e infine le superette o piccole superfici che con volumi decisamente più ridotti pari a 267 tonnellate evidenziano però una decisa crescita (+98%). I canali tradizionali che avevano inizialmente visto una crescita delle quantità e delle quote di mercato, ora sono elementi marginali: sia i fruttivendoli che gli ambulanti ricoprono una quota pari al 5%, inoltre mostrano cali a doppia cifra, rispettivamente del -27% e -26%. Discesa ripida per i tradizionali nonostante proprio presso queste fonti di acquisto si registrino gli importi medi più bassi fra i canali di acquisto.

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Nelle regioni del Nord Ovest la categoria dei piccoli frutti è maggiormente apprezzata a livello nazionale, in Lombardia, Piemonte, Val d'Aosta e Liguria sono stati acquistati nel 2022 il 55% dei volumi italiani. Segue il Centro e la Sardegna con il 20% delle quote, il Nord Est con il 19% ed infine il Sud e la Sicilia con il restante 7%. Nel confronto con il 2021 la crescita non è uniforme lungo la penisola, infatti nel Nord Ovest e nel Centro e Sardegna le variazioni sono positive, rispettivamente +3% e +8%, mentre nelle altre aree il segno è negativo: Nord Est -1%, Sud e Sicilia -2%.

Interessante la fascia d'età under 34 anni che vede un aumento dei volumi acquistati più rilevane delle altre sia nel breve che nel lungo periodo. Sono proprio i responsabili acquisti più giovani quelli che nel 2022 aumentano in maniera più decisa registrando il +41% rispetto all'annata 2021, un risultato sicuramente incoraggiante, ma che va valutato anche in termini assoluti, infatti sono inferiori a 1.000 le tonnellate acquistate per mano degli under 34 (7% del totale).

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I giovani sono un target interessante per i piccoli frutti, l'abitudine al consumo è in crescita costante (circa il +300% nel confronto con il 2016), con una penetrazione in forte aumento e che – sebbene al di sotto della media nazionale del 29% – è ancora una volta incoraggiante riguardando il 23% degli acquirenti under 34. A sospingere queste nuove generazioni le abitudini al consumo che coinvolgono i nuclei famigliari dove sono presenti bambini e/o ragazzi con età inferiore al 15 anni: attualmente con il 21% dei volumi, ed oltre 2.800 tonnellate, l'incremento sul 2021 è del +11% con una penetrazione per questa tipologia di famiglia del 33% al di sopra della già citata media nazionale.

Il primo trimestre 2023 conferma il trend positivo per i piccoli frutti: con circa 2.400 tonnellate questa frazione di anno apre con un deciso +14% rispetto all'anno scorso quando il quantitativo consumato dalle famiglie italiane era stato di poco superiore alle 2.100 tonnellate. Il volume acquistato da gennaio a marzo dell'anno in corso è un record per questo periodo nonostante non sia il prediletto per l'acquisto dei piccoli frutti, rappresenta la frazione di minoranza rispetto agli altri trimestri (16-17% media 2020-2022 del totale annuale).

Data di pubblicazione: