Oltre due metri d'acqua in un frutteto, con quasi un ettaro cancellato dalla furia dell'alluvione. Due fiumi che hanno esondato, allagando decine di ettari con acqua e fango. E proprio il fango è il nemico numero uno degli agricoltori. "Speriamo di non essere lasciati soli e che le strade, i fiumi e i torrenti e le aziende agricole ricevano degli aiuti per la sistemazione", affermano Gianluca e Valerio Balzani di Fratta Terme (Forlì-Cesena).
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"Ora la cosa che più temiamo è la burocrazia - aggiunge Gianluca - che già ha fatto molti danni. Se un agricoltore, che conosce il proprio mestiere e non si muove a caso, vuol togliere un tronco che danneggia coltivazioni e ostruisce il corso di un torrente, va incontro a un verbale e a una denuncia penale. E' successo a un nostro vicino due anni fa. Ma è una cosa inconcepibile, che va rivista immediatamente, altrimenti i risultati saranno sempre quelli che abbiamo sotto gli occhi".
Clicca qui per vedere le fotoGianluca Balzani indica l'altezza raggiunta dall'acqua nel pescheto, circa 2 metri
I fratelli Balzani hanno 4,5 ettari di pero, 3,5 di kiwi, 2,5 di pesco, poi mele, cachi e vigneto. "Tutto sommato, possiamo ritenerci fortunati rispetto ad altri colleghi. Non credo però che ripianteremo il pescheto perduto, forse non ne vale la spesa. Per gestire il pereto dovremo andare a marcia indietro in diverse file, perché la corrente ha portato via almeno 10 metri di superficie. Per ripristinare tutto non basteranno le nostre forze (e inoltre non potremmo neppure farlo, sempre per vincoli burocratici) ma servirà l'ente pubblico. Ma quando potrà intervenire?
Clicca qui per vedere le foto Il pescheto distrutto
"Ora stiamo registrando dei problemi di cascola nel pereto di William e Abate - conclude - ma speriamo che si arrestino. Circa la sopravvivenza dei peschi, sarà tutto da verificare nei prossimi giorni. Ma le piante che sono sommerse da 5-6 giorni difficilmente sopravvivranno".