L'utilizzo frequente di soluzioni nutritive, in combinazione con temperature medio alte, favorisce la formazione di biofilm all'interno dell'impianto di irrigazione. Il biofilm, di fatto, è una matrice protettiva secreta dall'attività di funghi e batteri.
Evidente deposito combinato di materiale organico e minerale
Tale struttura, oltre a garantire la proliferazione e la stabilità delle colonie di microorganismi all'interno degli impianti irrigui, ha la capacità di bloccare elementi nutritivi, rendendoli quindi meno disponibili per le colture. Sul tema abbiamo sentito Alessandro Montanarella, esperto agronomo e consulente tecnico di Intracare Italy.
"La formazione di biofilm all'interno dell'impianto di irrigazione può assumere dimensioni tale da rendere evidenti scompensi nella crescita delle piante - ha detto Montanarella - specialmente in quelle fuori suolo dove il dosaggio dei nutrienti viene effettuato in maniera dettagliata e puntuale. Osservazioni svolte su impianti caratterizzati dalla presenza di biofilm, comparando i valori di conducibilità elettrica in varie condizioni, hanno mostrato riduzioni di disponibilità di nutritivi fino al 5% rispetto ad impianti nuovi o in assenza del fenomeno".
Vasca di miscelazione non trattata con Hydropure
La dimensione economica del fenomeno
"Nelle coltivazioni fuori suolo, per produrre un chilogrammo di pomodoro ciliegino o datterino, è necessario che la pianta sia attraversata da circa 45 litri di acqua e da circa 130 gr di sali in essa disciolti - ha spiegato l'esperto - In un ciclo primavera-autunno, mediamente possono esse prodotti circa 15-17 kg/m2 di frutti, per un totale di 160.000 kg per ettaro. Il fabbisogno netto stimato per tale produzione, in termini di nutrienti, è quindi di circa 21.000 kg/ha, quantità che deve essere incrementata del 30% ne caso di sistemi a drenaggio aperto. Il biofilm presente nei tubi, di conseguenza, può rendere non disponibili circa 1.000-1.100 kg/ha di fertilizzanti nell'arco di un ciclo di coltivazione, oltre ai classici problemi di occlusione dei gocciolatoi e quelli derivanti da scompenso nutrizionale".
Vasca di miscelazione trattata con Hydropure
La soluzione
"Al fine di eliminare tali perdite, è quindi necessario prevenire la formazione di biofilm o rimuoverlo ove lo stesso sia già stabilmente insediato - ha continuato l'agronomo - La matrice organica tipica del biofilm è estremamente sensibile agli agenti ossidanti che sono in grado di disgregarne la struttura e quindi rimuoverlo dalle pareti dei tubi. Le prove condotte con diversi agenti ossidanti hanno evidenziato che Intra Hydropure (perossido al 50% a elevata stabilità) dosato a 40 ppm ha dato ottimi risultati sia in termini di eliminazione del biofilm sia di conseguente rinnovata disponibilità dei nutritivi. In sistemi con importante presenza di biofilm, è apparso molto interessante notare l'incremento di EC al gocciolatore anche di 0,5 ms/cm dovuto all'utilizzo di perossido, segno evidente che i nutrienti "intrappolati" nel biofilm sono diventati nuovamente disponibili nella soluzione nutritiva".
Intracare Italy, azienda sempre attenta agli aspetti economici oltre che a quelli relativi all'igiene dell'acqua e degli impianti, mette a disposizione dei coltivatori il proprio servizio di supporto tecnico per massimizzare il rapporto costo/beneficio dell'utilizzo di Hydropure.
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