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Arriva il primo marchio collettivo degli agrumi con il brand Sicilia registrato in Cina

"Il Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia è il primo marchio collettivo degli agrumi con il brand Sicilia registrato in Cina". A dirlo è Federica Argentati, la presidente del Distretto, dopo avere ricevuto l'ufficialità del protocollo: "Credo - prosegue - che il Distretto si sia dotato di uno strumento che può costituire un punto di forza per tutte quelle piccole, medie ma anche grandi imprese, che vogliano approdare nei mercati cinesi".

Federica Argentati

Si può definire un bel bottino per il comparto, quello che Argentati ha portato a casa dall'evento di Alibaba Italy "Customer First", organizzato a Milano. Le imprese della filiera, e quindi non solo quelle di commercializzazione del fresco, hanno adesso l'opportunità di utilizzare un marchio "ombrello" per l'export verso un Paese importante come la Cina (del quale peraltro le arance sono originarie). Ovviamente tutto si gioca sulla qualità e tutela contro le possibili contraffazioni del prodotto siciliano.

"Il marchio è di proprietà del Distretto e sarà messo a disposizione delle imprese associate - ha proseguito la presidente - penso, in primis, a quelle con la certificazione arancia rossa di Sicilia IGP, e poi all'arancia DOP di Ribera o anche ai tre Limoni IGP siciliani (Siracusa, Interdonato di Messina ed Etna), ma non solo. Penso anche ai trasformati o comunque vedo questo marchio come un supporto della filiera siciliana, che potrà utilizzarlo in azioni di comunicazione".

Ed è probabile che molto si giochi proprio sui trasformati per ovvi motivi di tempistica, logistica, conservazione etc.

"L'idea è nata nel 2017 - ripercorre Federica Argentati - Ricordo ancora un evento di formazione organizzato dal Distretto nella sede della nostra associata Oranfresh e rivolto alle imprese della filiera agrumicola siciliana per affrontare il mercato cinese. E' l'anno in cui Italia e Cina siglarono l'accordo per l'esportazione degli agrumi via nave".

Appena un anno dopo, l'allora ministro del Mipaaf (oggi Masaf), Gian Marco Centinaio sottoscrisse un protocollo che permise alle arance di raggiungere la Cina anche in aereo.

"Il Distretto Agrumi è stato determinante nel sollecitare questo importante passaggio - spiega Federica Argentati - sollecitando l'allora ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio. Grande fu il supporto anche del servizio fitosanitario della Regione siciliana e dell'ex assessore regionale all'agricoltura, Edy Bandiera. Sei mesi dopo, il Ministero degli Esteri, sempre su sollecitazione del Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia, convocò un nuovo tavolo tecnico sull'export in Cina, nel quale fu affrontato il bisogno di attivare un'operazione di sistema, valorizzando principalmente i marchi collettivi a tutela delle nostre produzioni. Al tavolo tecnico si discusse anche dell'ampliamento del protocollo Italia-Cina all'esportazione di altre produzioni agrumicole oltre alle arance rosse e delle azioni di comunicazione necessarie all'interno di una iniziativa di sistema".

A quell'incontro parteciparono le imprese autorizzate all'export degli agrumi verso la Cina, l'allora presidente del Consorzio di Tutela dell'Arancia Rossa di Sicilia IGP, rappresentanti del Mise, dell' Ice Italia e Pechino e l'Ambasciata italiana a Pechino.

"Purtroppo, a imporre uno stop a quella iniziativa che vedeva già una campagna di comunicazione in Cina e l'organizzazione di un incoming di operatori cinesi in Sicilia, con il coordinamento sul territorio del Distretto Agrumi, fu la pandemia - evidenzia Argentati - e la principale parola d'ordine degli esperti era diventata quella di registrare i marchi e proteggere le produzioni. Come Distretto, oggi riteniamo di avere svolto il ruolo al quale siamo chiamati: quello di creare le condizioni, le connessioni, le opportunità, le strategie per la crescita delle imprese, del territorio, con l'unico obiettivo di valorizzare le nostre produzioni agrumicole fresche e trasformate. Mi auguro che le imprese sapranno cogliere questa opportunità, non ci resta che aspettare e vedere cosa succede".


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