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Sicurezza sui luoghi di lavoro in agricoltura, intervista a Davide Camillieri

Rischio cadute nell'installazione delle coperture sulle serre

In Italia, il 2020 e 2021 (ultimi dati ufficiali INAIL) sono stati segnati da una diminuzione delle denunce per infortuni nel settore agricolo. Anche i casi mortali risultano in flessione. Tale tendenza risente tuttavia degli effetti della pandemia (con un minor numero di occupati), tanto che le statistiche riferite al 2022 sono invece in aumento. Ne abbiamo parlato con Davide Camillieri, agronomo specializzato nella sicurezza sui luoghi di lavoro in agricoltura, prendendo in esame la situazione in Sicilia. Qui, nell'area sud-orientale, la superficie destinata a colture in serra è di circa 6000 ettari. 

Davide Camillieri

"Circa il 96% degli infortuni in agricoltura avvengono in occasione di svolgimento di mansioni lavorative - ha esordito Camillieri - mentre il restante 4% deriva dall'utilizzo di un mezzo di trasporto. Un interessante studio di qualche anno fa eseguito dallo SPreSAL di Ragusa (Servizio Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro) ha mostrato che, nella provincia, il 49% degli incidenti si verificava nelle serre. Lo studio riportava che, in serra, gli agenti causali in ordine di importanza sono: le operazioni di posa del film plastico di copertura (39%), l'utilizzo di scale (29%) spesso utilizzate per la posa stessa dei film di copertura, la messa in tensione degli stessi film plastici (18%), e infine, i trattamenti fitosanitari ovvero il rischio chimico (14%)".

"Le operazioni di copertura delle serre, dunque, costituiscono, nelle varie fasi, un'attività a rischio per la sicurezza - ha proseguito l'esperto - e le conseguenze per gli operatori possono essere molto gravi . Per quanto riguarda la posa del film di plastica, la normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavori (D. Lgs 81/08) non permette, in riferimento ai lavori in quota (oltre 2 metri), di eseguire lavorazioni senza sistemi e ancoraggi anticaduta. L'installazione della linea vita diventa obbligatoria quando la copertura diventa un vero e proprio luogo di lavoro. Spesso l'operazione viene eseguita da squadre di operai che durante la fase di stesura del film lavorano a una quota pari a quella della gronda delle serre (oltre 2 metri). In alcuni casi, anche se la posa del film può essere effettuata meccanicamente agganciando il film a un verricello, rimane critica la fase di ancoraggio dei teli ai tubi avvolgitori laterali. Per quanto riguarda la corretta tensione dei film plastici di copertura, diverse osservazioni sul campo hanno riscontrato che le cause più comuni di infortunio sono dovute all'utilizzo di attrezzature artigianali e non idonee (chiavi a croce e leve)".

"Per ridurre i rischi, sarebbe auspicabile intanto un'opera di sensibilizzazione degli operatori, introducendo attività di informazione riguardo la sicurezza – ha risposto Camillieri – Bisogna che il comparto sia accompagnato in un percorso che porti alle soluzioni più idonee, senza traumi per le imprese, che devono avere il tempo per adeguarsi. Si può partire da un'adeguata formazione e addestramento degli operatori stessi, che definisca le procedure lavorative corrette e atte a prevenire gli infortuni sul lavoro. Potrebbe venirci incontro l'uso di dispositivi con sistemi di torsione automatica e sistemi di bloccaggio, in modo da contrastare le forze generate dalla reazione elastica del film. L'ideale, inoltre, sarebbe l'utilizzo di attrezzature idonee con sistemi di ancoraggio anticaduta a norma e, infine , un elevato livello di specializzazione degli operai".

Per maggiori informazioni:
Dr. Agr. Davide Camillieri
+39 338 3792424
davide.camillieri@gmail.com