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Il Centro Servizi Ortofrutticoli ha festeggiato l'evento a Ferrara

Da 25 anni un punto di riferimento per il comparto ortofrutticolo organizzato

Un momento di incontro, riflessione e stimolo per il futuro: così può essere sintetizzato l'evento del 28 aprile 2023 a Ferrara, presso il teatro comunale, dove il CSO, Centro Servizi Ortofrutticoli, ha celebrato i 25 anni di attività.

Alcuni dei relatori

Introdotto da un efficace video che ha riassunto in pochi minuti 25 anni di storia, l'incontro è stato moderato dal presidente CSO Paolo Bruni, alla presenza del presidente della regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini, dell'assessore regionale all'Agricoltura Alessio Mammi, di Francesco Pugliese AD di Conad e, collegati, alcune autorità come Paolo De Castro e il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso.

Il presidente cav. Paolo Bruni

"La prima conferenza stampa del CSO - ha esordito Bruni - è datata 9 giugno 1998. Allora i problemi erano diversi da oggi, ma alcuni, in realtà, si sono ripresentati sotto diverse spoglie. I temi dei giovani e dell'aggregazione sono sempre attuali, nonostante siano passati 25 anni. Oggi i frutticoltori devono combattere contro un meteo più distruttivo e con nuovi insetti e malattie. Ma dobbiamo davvero investire nei giovani, perché loro hanno miglior polso sulle tendenze di mercato".

Marco Salvi

In platea vi erano tanti dei protagonisti dell'ortofrutta. Primo a intervenire è stato Marco Salvi, presidente di Fruitimprese, il quale ha sottolineato i rischi del Farm To Fork europeo che "rischia di mettere in ginocchio proprio la nazione che ha inventato la lotta integrata in agricoltura".

Nello schermo, Paolo De Castro

Collegato da Bari, Paolo De Castro: "Il Cso compie 25 anni e, nello stesso anno nel 1998, io sono stato incaricato ministro per la prima volta (a 40 anni, governo D'Alema, ndr). Al giorno d'oggi, purtroppo, l'opinione pubblica ha una visione distorta del mondo agricolo; addirittura pensano che l'agricoltura moderna sia peggiore di quella passata, mentre non sanno che l'uso di chimica di sintesi è diminuita del 35% rispetto a 30 anni fa".

Scorcio della platea

"La transizione ecologica deve essere applicata coinvolgendo il mondo agricolo, non contro gli agricoltori. Se si vuole diminuire di un ulteriore 62% l'uso della chimica di sintesi, occorre però preparare alternative valide e poi, solo a quel punto, eliminare le odierne molecole. E' assurdo togliere senza dare alternative" ha precisato De Castro.

Altro scorcio della platea

De Castro ha concluso affermando che "anche sul fronte delle nuove tecniche genetiche c'è tanta ignoranza, in quanto tutto viene derubricato a Ogm. Invece occorre fare più comunicazione, coinvolgente e accattivante ma con solide basi scientifiche che non distorca la realtà come oggi, troppo spesso, accade da parte dei detrattori dell'agricoltura".

Francesco Pugliese

Pugliese, AD di Conad, ha detto che "l'attuale situazione delle vendite di ortofrutta è preoccupante, con meno volumi e più fatturato, in quanto sono aumentati i costi e l'inflazione. In due anni l'inflazione è aumentata del 20% circa, quindi il potere di acquisto, a parità di salario, è calato di un quinto. E venendo alle nostre filiere, troppo spesso la frutta non è buona, per colpa nostra e per colpa vostra. Arriva al consumatore o troppo acerba, o troppo matura. Dobbiamo risolvere questa situazione, se vogliamo vendere di più".

Davide Vernocchi

Dalla platea è poi intervenuto Davide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo, il quale ha ricordato come "i dossier del Cso sono fondamentali per 'navigare' a livello mondiale. Il mondo agricolo sta facendo transizione ecologica da 30 anni, è inutile che rappresentanti dell'Unione europea si sveglino adesso e vogliano imporci cose assurde, con tempistiche impossibili e senza alternative. E credo che il futuro passi non dalle assicurazioni, ma da sistemi di difesa attivi".

L'assessore Alessio Mammi

"L'Italia è un paese produttivo e non deve diventare una piattaforma di smistamento dell'ortofrutta - ha esordito l'assessore Mammi - Dobbiamo dare prospettive al settore e indirizzare i finanziamenti in questa direzione. Se non si interviene subito, in pochi anni perderemo tutto il mondo produttivo. In Italia poi si cambiano troppi governi e quindi troppi ministri dell'agricoltura: io mi sono dovuto rapportare già con tre in quattro anni, e ogni volta si deve ripartire da capo".

Scorcio della platea

"Vorrei regole europee coerenti: cioè se un produttore italiano non può usare certe molecole, allora tutta l'ortofrutta proveniente dall'estero e che queste molecole le utilizza, non deve essere posta in commercio nel mercato europeo. Ma guardiamo anche a casa nostra: non è giusto che alcune regioni italiane abbiano un costo del lavoro inferiore del 25% rispetto ad altre", ha concluso Mammi.

Stefano Bonaccini

La mattinata, con scorcio sul castello estense di Ferrara, è stata chiusa da Bonaccini: "C'è chi contesta che i soldi destinati all'agricoltura con il PNRR siano troppi. Io direi invece di investirli e spenderli bene, invece di lamentarsi di quanti siano. Noi in Emilia Romagna sappiamo bene come investirli per le imprese: penso ai 700 milioni per la creazione di invasi per lo stoccaggio d'acqua, o i bandi per la difesa attiva contro la cimice o le gelate. Dobbiamo, come sistema Italia, aumentare la nostra reputazione nel mondo".

Un tuffo nel passato

Sopra e sotto, due scatti del convegno del decennale nel 2008 (foto Cristiano Riciputi) Qui sopra da sinistra Luciano Trentini, Tiberio Rabboni, Paolo Bruni e Renzo Piraccini 

Convegno del decennale nel 2008: l'allora direttore Valtiero Mazzotti e, al suo fianco, l'ex assessore regionale Guido Tampieri