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Voce alla GDO con "Parole d'ortofrutta" di Giancarlo Amitrano

L’invendibilità professionale dei manager ortofrutta

Un dubbio mi attanaglia dopo anni passati nel mondo ortofrutta e vorrei condividerlo con te lettore (voi lettori parrebbe presuntuoso e carico di aspettative in termini di visualizzazioni…) per avere un momento di confronto e ricevere, oltre a ciò, anche qualche commento illuminante sul tema che oggi voglio proporre.

A memoria storica non mi sovvengono casi in cui un manager acquisti ortofrutta, di vario livello ma verosimilmente senior, abbia avuto evoluzioni eclatanti di carriera né verso la direzione acquisti del gruppo di appartenenza né verso la responsabilità di reparti diversi dal proprio né ancor meno verso la dirigenza in ambiti professionali diversi dal mondo retail.

Esiste da sempre una sorta di grande scacchiere nazionale avente come pedoni i manager ortofrutta e di solito i movimenti avvengono a incastro su questo quadrato di gioco, quasi sempre per mosse lineari a copertura della casella libera, raramente per uno scacco matto, a volte per "mors tua vita mea", spesso, ma non sempre, sul finale di carriera con diagonali verso il mondo seller, ma più per un auspicata sfruttabilità dei collegamenti di una vita che per altre aspettative.

La domanda a questo punto è: perché delle professionalità comprovate da anni di carriera e, non dico da successi, ma comunque da risultati oggettivamente positivi, faticano a trovare riconoscimenti e sfruttabilità in altri settori merceologici o addirittura in altri ambiti? Possibile che la specificità del mondo ortofrutta non riesca a creare capacità manageriali appetibili su livelli più alti di operatività? E' sicuramente un mondo dove la specializzazione delle conoscenze sul prodotto e sulle sue dinamiche fa la differenza, ma la mancanza di sbocchi e la mancanza di interesse da parte dei recruiter sembra far presumere che questa conoscenza monotematica non abbia mai sviluppato dei metodi manageriali utilizzabili per coordinare e dirigere null'altro che non provenga da una pianta.

Eppure ho avuto la fortuna spesso di conoscere buyer ortofrutta o responsabili acquisti ortofrutta che ritengo non sfigurerebbero assolutamente a presiedere una direzione acquisti o a ricoprire ruoli da top manager in ambito industriale di vario tipo, perché di loro ho apprezzato più l'approccio all'incarico che non la capacità di distinguere tra il sintomo di una virosi e un segno di grandine. Ed allo stesso modo mi sento di dire che i migliori direttori acquisti avuti in questi anni sono sempre stati quelli che avevano varie innegabili doti, ma tra queste non certamente la conoscenza profonda e puntuale di tutti i reparti presieduti oltre a quello consueto di derivazione storica.

Ecco, queste le riflessioni di oggi, partite per caso in un momento di meditazione da traffico romano e che rivolgo ai colleghi o al semplice lettore con l'auspicio di sollevare una discussione sul tema che giustifichi il nostro (nostro nel senso di categoria) essere confinati in un mondo ricco certamente di soddisfazioni, ma senza speranze di crescita; intesa questa nel senso di allargamento delle conoscenze e del bagaglio professionale.

Giancarlo Amitrano
responsabile ufficio acquisti ortofrutta
catena Cedigros 

(Rubrica num. 11)