Ma conviene difendersi dalle gelate con mezzi attivi oppure convengono le assicurazioni? La gelata della scorsa settimana, che ha colpito in maniera pesante, a macchia di leopardo, ampie zone del nord d’Italia e in particolare l’Emilia Romagna, fa tornare in primo piano il tema dei diversi metodi di difesa. Questi possono essere attivi, o passivi. La difesa attiva è quella in cui l’agricoltore adotta sistemi per i quali si “attivano” strumenti diversi come irrigazioni antibrina, ventole, fuochi e fumo per salvare il raccolto. La difesa passiva invece va a salvaguardare il reddito: il prodotto si perde, ma ci si garantisce un ritorno economico.
Ma quanto costano le assicurazioni? Dare una risposta univoca è impossibile: dipende dalla tipologia di frutto, dalle varietà, dalle quantità che si vogliono assicurare e quindi dalla PLV (Produzione lorda vendibile). Inoltre, dipende dal comune di residenza e da come l’azienda è strutturata.
“Nel nostro sito www.condifesa.ra.it - spiega il presidente del Condifesa Ravenna Stefano Francia - abbiamo un simulatore in cui è possibile rendersi conto di quanto si va a pagare”. Non più essere preciso al 100%, ovviamente, in quanto sono tanti i fattori in gioco, però rende un’idea verosimile.
Abbiamo effettuato una prova per una polizza contro grandine, gelo e brina. Se si vogliono assicurare 40 tonnellate di Romagna Big e 40 di Romagna Top (entrambe nettarine), coltivate nel comune di Faenza, per una plv di 46mila euro totali, il premio da pagare complessivo è di 11.339 euro. Di questi, si ha un rimborso fra il 50 e il 60% dall’Unione Europea: tale rimborso arriva in genere nell’arco di 1-2 anni. Quindi prima si paga tutto, e successivamente si viene rimborsati.
I Condifesa possono fungere da “banca” e anticipare la cifra all’agricoltore, il quale poi rifonde con gli interessi concordati.
Per l’esempio di cui sopra, alla fine l’agricoltore andrà a pagare 5000 euro di tasca propria: sarebbe come se, acquistando un Suv da 46mila euro, di assicurazione si pagassero 5000 euro annui.
Già quest’anno è stato difficile trovare le Compagnie che volessero assicurare la frutta: i rischi sono considerevoli e gli agricoltori che si assicurano sono relativamente pochi, anche se da quest’anno dovrebbe partire Agricat, un Fondo che copre esclusivamente le perdite di resa dovute all’effetto delle avversità alluvione, gelo e siccità, che superano la soglia minima del 20% della produzione media dell’agricoltore, ovvero la produzione calcolata come media della produzione degli ultimi tre anni o degli ultimi cinque, escludendo la produzione più alta e quella più bassa. AgriCat è un fondo il cui soggetto gestore è la società Agri-Cat srl e opera su tutto il territorio nazionale, con adesione automatica per tutte le aziende che presentano domanda unica e quindi beneficiarie degli aiuti diretti Pac.