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Soffrono meno Basilicata e Puglia

Siccità in Italia, differenza tra le regioni

L'emergenza siccità è già grave in diverse regioni della Penisola, nonostante le deboli e scarse piogge delle ultime ore. A marzo, dunque, i livelli degli invasi, specie quelli del centro-nord, sono così bassi che sembra di essere in piena estate. Una crisi idrica che si profila peggiore di quella dello scorso anno, tanto che il governo è già al lavoro per un piano straordinario al fine di evitare razionamenti e salvare il comparto agricolo.

Dal report settimanale dell'Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, si evince un contesto leggermente migliorato, ma comunque preoccupante.

In Veneto, il fiume Adige scende al di sotto dei -4 metri sullo zero idrometrico. Inarrestabile in Lombardia è il tracollo dell'Adda, le cui portate rimangono addirittura inferiori a quelle dell'anno scorso; sono in calo anche gli altri fiumi della regione, dove le riserve idriche erano inferiori sia alla media storica (-61%) che al siccitoso 2022 (-11%).

In Valle d'Aosta è tornata finalmente a vedersi un po' di neve: sui rilievi occidentali, l'altezza media del manto nevoso, sale di quasi mezzo metro (da cm. 56 a cm. 99). In Friuli Venezia Giulia si alzano i livelli dei fiumi Cellina (restano però inferiori a quelli del 2022) e Tagliamento, nonché del torrente Cornappo.

In Liguria, importanti fenomeni piovosi si sono registrati nell'entroterra genovese, dove sono caduti fino a circa 70 millimetri di pioggia; sul Ponente della regione, le precipitazioni sono state quasi nulle, mentre hanno raggiunto la ventina di millimetri sul Levante. I livelli dei fiumi Entella e Vara crescono di quasi mezzo metro, mentre restano sotto media Magra ed Argentina.

In Romagna, dopo i forti apporti pluviali della settimana scorsa, tornano sotto media i fiumi Savio e Lamone, che però si mantengono sopra i livelli del recente quadriennio; crescono la Trebbia e il Reno, la cui portata è inferiore di quasi il 57% alla media, ma superiore di oltre il 400% rispetto a quella del 2022. Calano, invece, i livelli dei fiumi dell'Emilia Centrale, quali Enza e Secchi.

Sono in calo anche i livelli dei corsi d'acqua del Centro Italia, dove non si sono registrati significativi eventi meteo.

In Toscana diminuiscono le portate dei fiumi Serchio, Arno, Sieve e Ombrone; nelle Marche, quelle di Esino, Sentino e Potenza.
In Umbria, l'altezza del lago Trasimeno continua ad essere inferiore alla media (-73 centimetri) e si abbassa di quasi 40 centimetri, il livello del fiume Tevere, che decresce anche nel Lazio, dove invece restano sostanzialmente stabili i livelli degli altri corpi idrici.

In Abruzzo, a febbraio, si sono registrati deficit pluviometrici, più marcati sulla provincia teatina (-63% a Celenza).

Invece, negli areali del Sud Italia l'emergenza si sente meno, anche grazie alle frequenti piogge dei mesi scorsi e alle molteplici infrastrutture, come laghi e bacini artificiali, in grado di custodire e immagazzinare l'acqua. Al momento, tra le regioni più floride c'è la Basilicata, grazie alla sua complessa variabilità orografica e la sua ricca rete idrografica.

Dai dati consultabili sul sito dell'Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Meridionale circa la disponibilità idrica degli invasi lucani, rispetto allo stesso periodo dello scorso anni si evince che sono presenti maggiori volumi invasati, con una differenza di 16.296.365 metri cubi in più rispetto al 2022. Infatti, l'unico bacino a registrare un segno negativo è il Basentello.

Dati aggiornati al 17 marzo 2023

Numeri incoraggianti anche dalla Capitanata, in Puglia, dove le disponibilità idriche sembrano essere positive in tutte le 4 dighe della provincia di Foggia, capeggiate dalla diga di Occhito, la quale conta circa poco meno di 10milioni di metri cubi in più rispetto a 12 mesi fa. (Clicca qui per confrontare i dati del Consorzio per la Bonifica della Capitanata aggiornati al 20 marzo 2023).