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Carmel Mòdol (Generalitat de Catalunya):

"Oggi la situazione climatica è diventata più estrema e le esportazioni ne risentono sempre più"

Il settore frutticolo catalano è sempre più presente sui mercati internazionali. La Catalogna esporta già frutta in 114 Paesi del mondo. L'anno scorso, il clima è stato sfavorevole per la frutta, che rappresenta la maggior parte della produzione catalana, rallentando la crescita del valore che si è registrata negli ultimi 5 anni.

A febbraio, la Promotora de alimentos Catalanes (Prodeca) ha partecipato al Fruit Logistica, una fiera a cui, dal 2001, è presente con 16 aziende dedicate alla produzione e commercializzazione di frutta e verdura. Negli ultimi anni, per rispondere meglio alle esigenze delle aziende, Prodeca ha allestito il Catalonia Meeting Point, uno spazio condiviso per le aziende catalane che non potevano avere un proprio stand, o che partecipavano alla fiera come visitatori.

"Il settore primario è sempre dipeso dal clima, e questo ha sempre implicato delle sfide. Ma ora la situazione risulta ancora più estrema, con periodi di caldo più lunghi ed eccessivi, oltre a periodi di freddo molto intenso che, in alcuni casi, si verificano fuori dal calendario abituale. Pertanto, dobbiamo affrontare sfide più grandi e attuare delle misure aggiuntive per poter andare avanti e adattarci meglio", ha affermato Carmel Mòdol, segretario per l'alimentazione del dipartimento per l'azione per il clima, alimentazione e agenda rurale del governo catalano.


I rappresentanti di Prodeca al Fruit Logistica 2023, con al centro Carmel Mòdol.

Carmel Mòdol dice che sono state attuate diverse misure per affrontare questo problema, in primo luogo migliorando la rete di protezione dell'assicurazione agricola, per garantire che possa adattarsi alle nuove circostanze climatiche. In secondo luogo, ottimizzando le condizioni di irrigazione per consentire di far fronte alle temperature estreme e fornire la quantità d'acqua necessaria per garantire che le produzioni siano pronte al momento giusto. In terzo luogo, l'utilizzo di infrastrutture di protezione, come le reti antigrandine, e focalizzare l’attività di ricerca e sviluppo su varietà adatte ai nuovi cicli climatici, fornendo anche consulenza e formazione al settore.

"E non possiamo ignorare altre misure, come gli strumenti finanziari attraverso l'indice del clima di fiducia (ICF), per fornire liquidità alle aziende e consentire loro di effettuare gli investimenti necessari per prepararsi al futuro", ha affermato Mòdol.

"Ovviamente la produzione di frutta è determinata da fattori come quello climatico, con un impatto sulla commercializzazione internazionale. Le gelate dello scorso anno hanno avuto conseguenze sulle esportazioni di frutta nel 2022, in calo del 14,41% in volume e del 5,12% in valore (con riferimento ai dati dei primi 11 mesi dell'anno, tra gennaio e novembre), rispetto allo stesso periodo del 2021. Prodotti come pere, albicocche e ciliegie sono stati i frutti più colpiti da questo calo delle vendite all’estero. Al contrario, nonostante un calo in termini di volume, le pesche e nettarine hanno registrato un aumento del valore. Gli agrumi sono rimasti ai livelli del 2021, sia in termini di volume che di valore".

L'obiettivo è aprire i mercati di Asia e America Latina alla frutta e quello del Medio Oriente agli agrumi
Dal 2016 al 2021, l’esportazione della frutta catalana è aumentata del 27,26% in valore, mentre il volume è diminuito del 2,28%. "Questi dati ci mostrano che il valore della nostra frutta cresce sui mercati internazionali, considerato l'aumento del 30,23% del rapporto valore-volume delle esportazioni", ha affermato Carmel Mòdol. "Questo aumento si è riflesso anche nel numero delle aziende esportatrici di frutta e verdura che, negli ultimi 5 anni, è cresciuto del 17%, passando da 494 nel 2016 a 576 nel 2021".

Per i produttori catalani di frutta, la priorità rispetto all’apertura di nuovi mercati, riguarda quelli di Asia e America Latina. Nel caso dell'Asia, la Cina è molto interessante per le ciliegie e il mercato di Taiwan per le mele. Per quanto riguarda l'America Latina, si sta cercando di aprire il mercato messicano alle pomacee, il Perù alle drupacee e il Brasile alle pesche piatte e nettarine piatte. C'è anche un sempre maggiore interesse da parte degli esportatori sul mercato israeliano delle ciliegie.

"L'ostacolo principale in questi mercati prioritari è arrivare ad un accordo sulle barriere sanitarie che devono essere negoziate per ottenere l'approvazione dei protocolli d’esportazione. Anche il tempo di transito è un fattore cruciale nell'esportazione di frutta, soprattutto verso i mercati asiatici, in quanto può raggiungere fino a 40 giorni".

Per quanto riguarda gli agrumi, i mercati di interesse sono soprattutto in Europa, ovvero Regno Unito, Belgio, Svizzera, Italia e Austria, ma c'è anche interesse a raggiungere gli Emirati Arabi e l'Arabia Saudita.

"Con l'obiettivo di aiutare il settore frutticolo catalano, partecipiamo ai tavoli di settore sulla frutta dolce e gli agrumi. Si tratta di spazi di riflessione che consentono al settore di pianificare e definire le giuste misure e le priorità per promuovere la sua internazionalizzazione, compresi i mercati prioritari, la definizione degli strumenti tecnici, il rafforzamento dei meccanismi di marketing e lo sviluppo professionale del settore", ha affermato Carmel Mòdol.

Prodeca e il dipartimento per l'azione per il clima, alimentazione e agenda rurale stanno lavorando a livello istituzionale per snellire i protocolli per l'apertura di nuovi mercati e, a livello commerciale, partecipare alle fiere e promuovere incontri con potenziali acquirenti sui mercati di interesse.

Per maggiori informazioni:
Rosalba Arrufat
Prodeca
Dr. Roux, 80. 08017 Barcellona - Spagna
Tel: +34 93 552 48 20
Cell: +34 675 783 296
rarrufat@gencat.cat
www.prodeca.cat
@prodeCat

Data di pubblicazione: