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Lo Shekel israeliano più debole fa aumentare i profitti derivanti dalle esportazioni di ortofrutta

Il tasso di cambio più debole dello Shekel israeliano rispetto alle altre principali valute commerciali, favorisce il settore delle esportazioni di prodotti ortofrutticoli del Paese. Dopo anni di valuta locale più forte, esportatori e produttori possono avere un po' di tregua e ottenere profitti leggermente più elevati.

Un banco di frutta a Gerusalemme, Israele.

Le proteste in corso in Israele contro la revisione giurisdizionale del governo per limitare i poteri della Corte Suprema, hanno causato negli ultimi mesi un indebolimento dello Shekel nei confronti delle principali valute.

Amir Porat, amministratore delegato della Gezer Shluhot, azienda israeliana di coltivazione ed esportazione di carote, dichiara: "Lo Shekel più debole sta aiutando tutti gli esportatori israeliani che hanno sofferto negli ultimi anni a causa di una valuta molto forte. Ora il tasso di cambio ci aiuta un po', e in ogni caso abbiamo bisogno di stabilità. L'instabilità del mercato dei cambi non è buona perché ci costringe a vendere e comprare gli input agricoli in altre valute. C’è bisogno di stabilizzare l’attività perché acquistiamo plastica e legno, fra gli altri, e abbiamo bisogno che di una valuta stabile. E forse le esportazioni aumenteranno".

Sebbene Israele esporti carote, avocado, datteri, erbe aromatiche fresche e agrumi, incluso il popolare mandarino Orri, importa anche una gamma di altri frutti. Uno Shekel più debole significa che la frutta importata diventa più costosa per i consumatori.

Michael Amar, direttore marketing della Kibbutz Alumim, esportatore di mandarini Orri, patate e carote, afferma: "Prima di tutto, ciò che sta accadendo in Israele è l'opposto della democrazia. È un triste tentativo della destra radicale che voleva fare una riforma legale per rovesciare il governo attraverso i raggiri e forti investimenti in pubblicità e per il controllo dei canali televisivi. In campo economico, la situazione in Israele è ottimale. Questo è il momento di investire perché è una bolla mediatica che scoppierà e chi investirà negli esportatori, ne beneficerà. Questo è positivo perché se le valute d’esportazione sono alte, anche le importazioni sono elevate e questo danneggia i consumatori israeliani. In conclusione, lo Sheqel più debole fa bene all'agricoltura israeliana".

Per contrastare l'inflazione strisciante che ha raggiunto il suo picco più alto dal 2008, al 5,4% nel gennaio 2023, alla fine di febbraio la Banca centrale israeliana ha alzato il livello dei tassi di interesse di mezzo punto base, fino a un massimo di 4,25%.

Alla fine della scorsa settimana lo Shekel ha ripreso a rafforzarsi dopo che il Presidente israeliano Isaac Herzog ha annunciato che la coalizione di governo e l'opposizione sono prossime a raggiungere un accordo sulla prevista riforma giurisdizionale. Secondo la Banca centrale israeliana, fino al 6 marzo 2023, il tasso di cambio Shekel-Dollaro è sceso del 2,047% a 3,5890 shekel/dollaro, mentre il cambio Shekel-Euro è a 3,8173 e -1,801% e Shekel-Sterlina è a 4,3064, in calo di 1,936%.

Per maggiori informazioni:
Amir Porat
Gezer Shluhot
+972 52 545 0781
[email protected]  
www.gezershluhot.com  

Michael Amar
Kibbutz Alumim 
+972 54779 2842 
[email protected]
www.carrots.co.il